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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itma le loro istruzioni rivelavano una esplicita derivazione del giocopolitico giobertiano. «Aprirono tali pensieri e tali intenzioni) da faredisperare affatto della causa lunigianese. Se non che, posti a ragionamentointorno al vero stato delle cose, lasciando per un poco daparte i vangeli apocrifi del Montanelli, ... codesti signori che sentenziavanoche andavano per acconciare le differenze, non ne sapevanouno straccio, e lo confessarono poscia essi medesimi, dicendoche dall'uffizio degli Esteri avevano avuto istruzioni, ma notiziepoche t. L'intendente della Spezia informò diffusamente i due commissarisui temi-base della controversia lunigianese, fornendo documenti;e il Rezasco illustrò loro alcuni aspetti fondamentali della questioneper controdedurre uno dei principali argomenti del Montanelli,cioè l'indivisibilità dei comuni. I commissari dichiararono di nonpoter utilizzare direttamente il progetto del Rezasco, perché il loromandato era limitato alla fattispecie di Avenza e Parana (avevanocioè la possibilità di concludere un aspetto della questione «d'apporreuna toppa, senza più .). Se Avenza era ormai perduta, bisognavasalvare Parana, la quale, poteva compromettere tutto il cantone diCalice; seguendo le istruzioni ministeriali, la Lunigiana sarebbe stataperduta completamente. La missione del Lanza e del Salvi era dispiaciutaai lunigianesi filosardi, i quali videro in essa un atto didebolezza del ministero piemontese, che in tal caso si umiliava e rivelava,tuttavia, l'insidia giobertiana.· Sarzana era indignata percerte espressioni imprudenti sfuggite al Lanza in un caffé; si diffidavasempre più del Piemonte (e c'era chi pensava a muovere quelle p0­polazioni in favore della Toscana). Il Rezasco e il sotto-intendente diSarzana impedirono movimenti di protesta contro il governo piemontese,e Francesco Zacchia, 1'8 gennaio <strong>1849</strong>, riferiva sul malcontentosarzanese relativo ai commissari giobertiani (a Sarzana il Gioberti,durante il suo viaggio trionfale era stato accolto freddamentedal popolo, e fu costretto a disdirsi intorno ad alcune asserzioni, edera malvisto). Al Buffa, che gli aveva scritto che il Lanza e il Salviavrebbero felicemente concluso la vertenza, lo Zacchia rispondevache la speranza accarezzata dal ministro non era stata condivisa daisarzanesi: i commissari si rivelarono ambigui nelle loro dichiarazioni;«le parole dei suddetti a noi dette ... furono non solo diverse, ma inpiena e patente contraddizione con quello che dissero alla Spezia t.La popolazione si considerò, quindi, pienamente giocata 108.101 Le istruzioni che i due commissari continuavano a ricevere dal presidente97

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