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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itdeì-nestri concittadini è per noi anche in Genova. Forti della pubblicaopinione, dobbiamo andare avanti coraggiosamente, arditamente eattuare il nostro programma •. I pericoli si erano aggravati sotto tuttigli aspetti; gli austriaci si erano fatti ancora più ostili alla frontiera.Non lasciavano entrare nessuno in Lombardia e commettevano uccisionie maltrattamenti, che confermavano l'impressione di studiateprovocazioni. Era probabile un attacco improvviso al momentodella collisione interna: Sineo telegrafò al generale Bava di stareall'erta. Se a Genova scoppiavano disordini, si prevedevano tristiconseguenze. Il discorso della corona aveva prodotto un ottimo effettoin Francia, la dichiarazione politica del ministero, letta da Giobertialla Camera il lO febbraio, avrebbe assunto un'importanzaeuropea. «Se possiamo convincere i gabi<strong>net</strong>ti di Londra e di Parigiche l'Italia può essere libera e democratica senz'essere demagogica,trovassimo valido appoggio presso quelle potenze! », era unafondata speranza di Sineo.Nella seduta dell'H febbraio, che fu l'ultima del Circolo Italiano,Didaco Pellegrini, commentando il manifesto di Buffa, dichiaravarovinosa la politica del ministero «perché non ammettendosi la costituenteitaliana e l'italiana unità - diceva l'oratore - succederàquello che successe l'anno scorso, quando si combatteva sotto glistessi principii, cioè che l'ltalia centrale non vorrà assolutamenteassociare le forze per effettuare il riscatto della Lombardia, dellaVenezia a benefizio della dinastia piemontese, e perché senza l'affidamentodel secondo stadio della costituente italiana è assurdo ilcredere che si voglia essa occupare del primo s. Definiva assurda lacostituente giobertiana e spiegava l'impossibilità della confederazione,poiché i governi di Toscana e di Roma non erano più quellicon cui il Gioberti voleva intendersi. Riconosceva nel Piemonte ilmaggiore baluardo della indipendenza italiana, ma pensava ancheche era imprudente esporlo solo ad una troppo probabile rovina (glialtri stati non avrebbero combattuto a vantaggio di Carlo Alberto).Il 12 febbraio il Circolo Italiano giocava la sua ultima carta..Unmanifesto a stampa invitava i cittadini a riunirsi per le ore tre e mezzopomeridiane per pronunciare un'ovazione al ministro Buffa. Si capiche era un tranello del circolo, e i liberali, per mezzo di un volantino,cercarono di avvisarne la popolazione. All'ora stabilita, era adunatauna folla non numerosa, ed erano state recate le bandiere con il mottoDio e il Popolo, che erano apparse nella dimostrazione della domenicaprecedente. Appena il corteo si mosse, furono levate le grida:88

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