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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itstatato la fondatezza degli argomenti del Buffa e altre referenzepervenute a Torino ne recavano completa testimonianza. Sarebbestato indubbiamente un passo falso chiudere il circolo in quel momento,senza un pretesto plausibile; troppo deciso rigore potevarecare degli scompensi nell'equilibrio della situazione politica. Ilministero non conosceva bene lo stato delle cose di Genova; Buffanon immaginava quello di Torino. C'erano troppe forze opposte chemettevano in gioco la sicurezza del governo.Gioberti scriveva il 26 gennaio che non avrebbe dato corso alladomanda di congedo del commissario e concludeva: (C I ragguagli checi avete spediti sono soddisfacentissimi. Se pervenite a chiudere ilcircolo e deludere le trame ordite dal crocchio italiano di Parigi e daiperturbatori di Toscana, la causa è vinta. L'impresa è degna del vostroanimo e del vostro ingegno s, Vincenzo Ricci asseriva a Buffache il Consiglio non poteva che approvare la di lui condotta e il dilui operato, e con leale sincerità assicurava che illimitata era la stimadi tutti i colleghi nei' suoi riguardi, che mai era sorto dubbio sullasua condotta, ma che il Consiglio aveva (C più fretta di fìnirla s. IlConsiglio riconosceva la necessità della permanenza del commissarioa Genova e confidava nella di lui prudenza.Buffa doveva sorvegliare attentamente (era il consiglio del ministero):si facevano tentativi per fare insorgere Genova. Esistevaun attivo e costante carteggio dei capi del circolo genovese col comitatodi Parigi e con la Toscana; Guerrazzi era sicuro che Genovaavrebbe seguito Livorno. Il linguaggio del Pensiero Italiano, organodel circolo genovese, era esplicitamente indicativo. Il Consiglio,quandoinviò al Buffa l'ordine di chiudere il circolo, era «sotto l'influenza digravissime. notizie t, come ammise il Sìneo: tale risoluzione non erastata dettata da lettere provenienti da Genova, come aveva credutoBuffa, perché, anzi, giungevano ottimi ragguagli sulla condotta delcommissario, ma dipendeva dal timore del giudizio all'estero. Sivoleva dimostrare che' il Piemonte aveva forza bastante per bloccareIa. sovversione repubblicana. Buffà comprese che non era ancoraquello il momento di agire con rigore, perché gli mancava una validagiustificazione; la sua perseveranza nell'opportunità gli dava lasua posizione a Genova e che egli era ben deciso a far chiudere il Circolo Politico,ma che doveva essere lasciato giudice sull'opportunità del momento, e che se si volevaforzarlo a farlo subito. sarebbe stato obbligato a dare le dimissioni. lo non ho volutoaccettarle perché altre lettere ricevute nel frattempo da Genova mi davano le migliorigaranzie sull'azione moderatrice di Bufta t (DE RBISET. Torino tUI <strong>1848</strong>. op. cii.,p.229).80

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