IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net
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www.accademiaurbense.itquarto e nel sesto di Genova. Borghesia. e parte dell'aristocrazia glimanifestavano viva simpatia: si voleva ad ogni costo abbattere icandidati del circolo nelle vicine elezioni. A proposito della detenzionedi Urbino e del contegno del commissario. Sineo scriveva il 21gennaio «Il Re ha avuto molto piacere di quell'arresto e del contegnotuo dirimpetto ai vetturini •.Le nomine del d'Ussillon e dell'Avezzana erano gradite a Genova:Buffa aveva richiesto per il comando della guardia nazionale personagginotevoli nella carriera militare. D'Ussillon si era distinto nellaguerra di Lombardia. e l'Avezzana aveva in suo attivo ottime referenze:esule nel 1821. aveva combattuto valorosamente nelle guerredel Messico. era partito dall'America alle prime notizie dell'insurrezionelombarda. Mettendo al comando della guardia due militari.Buffa era in grado di risolvere la forte crisi avvenuta nell'ambitogenovese: nessuno voleva accettare cariche pubbliche. Buffa avevatuttavia avanzato alcune riserve per quanto riguardava il generaled'Ussillon (che. si può dire. non prestò neppure servizio): l'età avanzata.il non appartenere più al servizio attivo; Avezzana, in cui Giobertiriponeva la massima fiducia. sembrava l'uomo più adatto perla situazione.Intanto il successo delle elezioni aveva confermato la forzadel gruppo giobertiano: d'Azeglio, Sclopis, Pinellì, Cavour. Revel nonerano stati eletti; a Genova Buffa ebbe un largo margine di suffragi.i candidati del circolo erano stati pienamente battuti. «Adesso bisognaprepararsi al parlamento - scriveva Sineo il 22 gennaio -,Abbiamo veramente bisogno di te. Chiudi presto questo circolo evieni. e che tutto rientri nello stato normale. Noi ti terremo sempregran conto di ciò che hai fatto in tempi difficilissimi •.Buffa faceva istanze per l'armamento della guardia nazionale.per potenziame i corpi speciali; a lui in quei giorni ricorrevano ifacchini genovesi w, i quali volevano definitivamente aboliti gli antichiprivilegi dei bergamaschi e protestavano contro le disposizionidella carnera di commercio. I cìrcolisti, battuti nelle ultime elezioni.nella seduta del 21 gennaio attribuivano la loro sconfitta alle meneordite per impedire la Costituente Italiana del Montanelli. DavidNo Sull'importante problema dei facchini genovesi, sulle loro istanze e sui lororapporti con le autorità locali e col governo, è stato recentemente pubblicato un esemplareed esauriente saggio di EDOARDO GRENDI, Un mestiere di cutà alle soglie dell'etàindustriale. Il facchinaggio ge1J(Jvese fra il 1815 e il 1850,in Atti della Società Ligureeli Storia Patria, Genova, 1964 a. LVIII. fase. Il, pp. 325-416. .77
www.accademiaurbense.itMorchio, nel corso di quella seduta, propose di mandare una deputazionedel circolo a Torino per «costringere» ilministero democraticoa mantenere la sincerità del titolo assunto, eseguendo le promessee consegnasse lo Sperone.Gli avvenimenti di Roma e di Toscana preoccupavano il ministero:si temeva fortemente che quei tentativi repubblicani, articolaticoi disordini e con la violenza, provocassero l'intervento austriaco.Il ministero era convinto che le tendenze repubblicane dell'Italiacentrale non godessero le simpatie della Francia, e che questa avrebbeusato il proprio esercito per stroncarle. Il Piemonte, col suo esercito,doveva raccogliere tutte le sue energie per reprimere i disordini internie le tendenze sovversive e per difendersi dalle insidie esterne.A Genova, dove quei moti potevano avere maggiore possibilità di sviluppo,Buffa doveva senz'altro prevenirli. «A questo patto solamenteil ministero Gioberti può sussistere - scriveva Severino Battaglioneil 24 gennaio - e quando si vedesse piegare verso la repubblica,oltrecché macchierebbe la sua fama, troverebbe senza dubbio sulpaese la reazione, di cui Sono molti e preparati i fautori e gli strumentianche insurrezionali ». Bisognava salvare la monarchia: l'attitudinedella Franeia aveva deciso il Consiglio a usare il massimorigore; il ministero, per mezzo delle ultime elezioni, aveva avuto lapiena fiducia degli elettori. Il Piemonte credeva nel ministero ed eradisposto ad appoggiarlo; Sineo ammoniva il 24 gennaio: «Non dobbiamosoffrire che pochi turbolenti e spensierati vengano a togliereila fondata speranza di assicurare la libertà e l'indipendenza d'Italia». Si voleva restar saldi nella linea programmatica della politicaintrapresa, condannando nel modo più assoluto lo spirito rivoluzionariodell'Italia centrale, e si temeva nel contempo il pericolo dicompromettere la monarchia, qualora si fosse pensato di intervenireper una restaurazione, avendo a cuore soprattutto l'indipendenzad'Italia. Il progetto della costituente federativa risultava impossibiledi fronte alle proclamazioni di Roma e di Firenze, e si aveva lacertezza che il Piemonte era rimasto solo, e che non avrebbe avutonessun soccorso di uomini e di denari dai governi democratici italiani.Il ministero doveva dunque dimostrare la sua forza, togliere ognimotivo di turbolenza, affinché l'esercito riponesse fiducia in esso;era necessario non disperdere oltre le forze per mantenere l'ordinepubblico, quando era necessario assicurare la frontiera.In Piemonte si temeva che i moti di Firenze si ripetessero inGenova; il ministero era nell'impossibilità di esercitare interamente78
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