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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itdella patria, più che in ogni altro è nella tua prudenza s. VincenzoRicci raccomandava di non urtare l'esercito, perché era prossima laguerra e aggiungeva: «Noi tutti vi preghiamo a voler considerare lasuprema gravità delle circostanze, ed a non volerei abbandonare ».Si era vista intanto l'opportunità di cambiare la guarnigione diGenova per eliminare ogni possibile motivo di rancore, che nel passatopoteva essere sorto tra il popolo e la truppa, ma soprattutto perfar uscire molti soldati sobillati dal circolo: infatti i repubblicaniavevano eccitato le truppe a gridare viva la Costituente Italiana,facendo loro credere che, per mezzo di essa, sarebbero state congedate.Si prospettava al Buffa la grave responsabilità a cui egli andavaincontro consegnando lo Sperone: lo si invitava a riflettere, a pensaread un attacco improvviso, ad un colpo di mano; alla guardia nazionalesarebbe stato impossibile effettuare il servizio di difesa, moltogravoso, e sicuramente avrebbe dovuto ritirarsi, dopo averlo accettato.La guardia nazionale di Genova aveva intanto effettuato le votazioniin ordine' all'accettazione o al rifiuto del forte dello Sperone.Lo scrutinio delle schede diede i seguenti risultati: numero deivotanti 2683; favorevoli all'accettazione 1994; contrari 650;· schedenulle 39 81 • Quantunque le votazioni e le operazioni di scrutinio sifossero svolte con la massima legalità e col perfetto ordine, si insinuavache nella guardia nazionale si fosse propagato il timore di asprecollisioni col circolo, qualora le votazioni avessero conseguito esito'negativo. D'altra parte, i cireolisti mormoravano che l'esito dellevotazioni era stato condizionato dalla pressione aristocratica. La guardianazionale aveva optato per la custodia dello Sperone, ma il commissarionon era a tempo a consegnarlo (si diceva che avesse timoredell'aristocrazia piemontese). Il ministero doveva appoggiarsi sulpopolo, se voleva combattere la politica aristocratica: l'aristocrazia,secondo il circolo, era riuscita a persuadere il commissario che il81 Si legge ne Il Pensiero Italiano del 29 dicembre (n. 269) un interessante articoload hoc: t Il presidio dello Sperone fu accettato. Il nostro onore è salvo. Possiamoora affermare che non siam liberi soltanto di voce e di desiderio, ma che ci mostriamodegni di libertà col fatto non rìfìutandocì agli obblighi che la libertà impone. Ora spettaalla Guardia Nazionale non ismentire la opinione che meritamente si è acquistata. Espetta ai suoi capi ed al Municipio disporre in modo le cose che il servizio rendendosilieve per quanto si può e provvedendosi ai bisogni che necessariamente trae seco, ladolcezza del servire la santa causa incontri il minor sacrifizio possibile. Cessino ora imalevoli di qualunque colore essi sieno dalle loro mene; e si persuadano tutti che inquesti momenti è nimico della patria chi tenta le scissure. Tutti ci guidi un desiderio,una speranza, e l'Uniane sia la bandiera che ci raccolga tutti a prestar la mano e l'ingegnoalla santa Libertà ••70

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