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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itdisposizioni da Torino, dichiarava che il Consiglio doveva tener contodell'esperienza ch'egli aveva fatto in Genova. Egli osservava chel'ambigua politica pinelliana, nelle sue oscillazioni tra forza e debolezza,..aveva aggravato la situazione genovese, rafforzando il CircoloItaliano e concedendogli la possibilità di acquistare audacia, e gettandola città nel panico; la quale, giunta alla disperazione per gliinevitabili tumulti, era ormai rassegnata a subire lo stato d'assedio.Il lunedì, 18 dicembre, doveva essere la rivoluzione, sospesa da unamossa militare del De Launay e dal manifesto (l imprudente»; giuntonella notte il commissario, che godeva di una certa stima «si cominciòa sperare, e rimasero alquanto sospesi gli animi ». Il giovaneministro aveva, inevitabilmente, davanti a sè due strade per agire:«Conoscendo il terreno - egli scriveva - m'accorsi che non rimanevanoche due spedienti: o lo stato d'assedio, o spingere tanto innanzila generosità del governo, da togliere ogni pretesto di turbolenzaal partito de' repubblicani ad ogni costo. Il primo spedìente,al quale Pinelli inclinava, e che dalla paura de' cittadini era da moltotempo invocato, mi parve e mi pare il peggiore ». Egli riteneva necessariosollevare la città da quello stato di abbattimento morale, eper riuscirvi era indispensabile qualche giorno di quiete, allontanarel'incubo della paura, incoraggiarla ad acquistare forza; ciò potevaessere conseguito, togliendo al Circolo Italiano ogni pretesto di sedizione.La città si sollevò alquanto, e anche il direttivo del circoloparlò del commissario «con parche lodi », e gli mandò una sua deputazione,che fu contenta del colloquio avuto. Qualcuno del circolodichiarò che il commissario sarebbe stato sostenuto, e assicurò latranquillità (anche nel circolo c'era qualche elemento moderato trala base degli iscritti). Il circolo tentò una dimostrazione antiministeriale,ma non ci riusei. La città, dopo qualche giorno, non aveva tuttaviaripreso quel vigore sperato dal Buffa, ma andava risollevandosi;il circolo comprese che non era il momento di ripetere le dimostrazioni,cambiò tattica e profilò una limitata simpatia verso il commissario,sperando, che, riscontrata la normalità della situazione, ripartisse.(Buffa aveva capito il gioco del circolo: (l aspetta ch'io me nevada, per rifarsi da capo, ma cadrà nella fossa che scava a me »). Ilcommissario aveva promesso lo Sperone alla guardia nazionale, perchéil parere dei generali ch'egli aveva consultati giustificava le suedichiarazioni ed egli non avrebbe compromesso la difesa della cittàconcedendo ciò che era stato chiesto dalla guardia nazionale. «Letruppe partiranno ad un battaglione per giorno - proseguiva il64

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