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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itformazione del nuovo consiglio. Non essendogli stato possibile ungioco politico con alleanze moderate', Gioberti non ebbe alternativeal di fuori di iniziare le consultazioni tra i suoi compagni dell'opposizionedemocratica (aveva soprattutto fretta di formare il governo)',coi quali, come è noto, era legato da motivi contingenti di occasionalitàpolemica più che da uno specifico denominatore politico 6. I municipali-pinellianivedevano nelle scelte giobertiane il pericolo di unrassodamento democratico-demagogico, che certamente avrebbe operatoin una prospettiva rivoluzionaria e che il filosofo, pur sicuro dellasua autodeterminazione, non sarebbe riuscito facilmente a contenere.Ministri come Buffa, Cadorna, Sineo, indicavano per l'aristocraziasubalpina estremismo, irresponsabilità, guerra. Soprattutto Buffa, neicui interventi parlamentari recava la vibrazione del linguaggio di unapersonalità convinta, sembrava decisamente di estrema sinistra. Lavalutazione dei pinelliani era viziata nella sua sostanza: il partitoche era stato oppositore e che era salito al potere rappresentava unaspetto di quell'amalgama di forze e di tendenze politiche che operavanonel parlamento subalpino 'o• È interessante, per meglio conoscere 1f. posizione dei moderati, ricordare lalettera di Massino d'Azeglio al Doubet del 15 gennaio <strong>1849</strong>: I Eftectivement j'étaisvenu li. Turin appelè par le roi pour former le cabi<strong>net</strong>; je suis venu, mais pour déclinercet honneur. le n'aurais pas voulu faire la guerre a l'Autriche tout seui, et encoremoins faire la paix, et la signM. Outre cela l'opposition, ayant les perturbateurs deGènes li. ses gages, aurait rendu tout ministère impossible, le sien excepté. Il faut queles exaltés fassent leur temps; il faut que le pays les voie li. la besogne, les connaisseet s'en lasse, C'est ce qui commence li. arrìver, Les ministères démocratique de Rome,Florence et Turin, sont l'expression et l'ouvrage de la jeune ltalie. C'est un fait connude tout le monde, excepté de l'abbè Gioberti qui croit mener et est mené. Les républicainsont réussi, en flattant sa vanìté, li. s'en faire un instrument, et li. se couvrirde son nom et de sa réputation. Mais comme d'une c6té l'inexspérience et l'incapacitépolitiques de Gioberti sont immenses, et que de l'autre l'absurdité théories de la jeuneltalie saute aux yeux de tout le monde, une fois qu'on veut les traduire en pratìque,il en résulte que le ministère actuel a très-peu de chances de pouvoir se soutenir longtemps,mème avec une chambre de sa couleur; car l'Europe et les faits sont là pourleur donner de fameux démentis I (Cfr. Conisponàanu poliliqull IÙ Massimo d'Azllglio_pa"ull d'un inlroduclion III IÙ noles par EUGÈNERENDU, Paris, 1867, p. 51).• I Abbandonato dai conservatori - ha dichiarato Gioberti - io non mi perdeiperò d'animo; e siccome la sommossa di Genova non pativa il menomo indugio,in due giorni e mezzo fu compiuto il consiglio I (GIOBERTI, <strong>DI</strong>II Rinnovamento Civiled'Ilalia, Parigi e Torino, 1851, tomo primo, p. 376).• Il democraticismo a~timunicipalistico della sinistra moderata di Rattazzi,Buffa, Cadorna e Sineo, fu il mezzo specifico di affiatamento con Gioberti. Tale gruppopolitico ebbe in comune con Gioberti la convinzione dell'impossibilità di conseguireuna pace onorevole senza la ripresa delle ostilità, la fiducia nella costituente federativae nella monarchia legata alla democrazia. Gioberti per tale gruppo politico non erauna fede, ma un mezzo di lotta antimunicipalistica.• È interessante ricordare, per meglio comprendere alcuni aspetti della vitaparlamentare subalpina del <strong>1848</strong>, una dichiarazione di Carlo Cadorna, pubblicata inFanfulla, a. XII, n. 143 (Roma, 25 maggio 1881). È utile riportare i punti essenziali6

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