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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itcontro Rattazzi non risparmiò il Buffa Il. Il La Marmora vide nel comportamentodi Buffa (lo accusava di debolezza eccessiva) la causa deitumulti del marzo-aprile <strong>1849</strong>. Il generale dichiarava: « L'avvocatoDomenico Buffa era uomo onesto; ma la smania di popolarità avevaa lui, come a tanti altri, fatto perdere la testa e lo aveva fatto caderenel ridicolo, massime quando adottò la divisa di generale» 17,.C. Augusto Vecchi, basando la propria narrazione storico-aneddoticasu fonti unilaterali, affermò che il manifesto del Buffa fu unesplicito «insulto all'armata» 18. Riescono tuttavia interessanti, senova ed annunziatosi per commissario investito di tutti i poteri esecutivi della cittàdi Genova, si credette un gran che, ed immaginandosi d'aver fatto un bel rìtrovato,trasse fuori il 18 dicembre uno strafalcione in cui diceva: ... [riportava alcuni passi delproclama], e dopo aver detto ancora simili castronerie, terminava coll'ordinare ai soldatidi sgombrar da Genova, quasi fossero dei malfattori. Questo suo bel capo lavoro,degno proprio d'un poetastro da villaggio, fu fre<strong>net</strong>icamente applaudito da tutti imascalzoni che in assenza d'ogni forza speravano poter impunemente bottinare; edecco difatti che pochi giorni dopo cominciarono ad andare a zonzo per la città gridando:Morte agli aristocraticiI Era un preludio di socialismo: l'anarchia principiava.Lorenzo Pareto, generalissimo della Guardia Nazionale, rassegnava la carica e, nominatosindaco, recisamente rifiutava: dopo di lui dimettevasi un Doria Panfìli edaltri molti dei primarii ufficiali della milizia cittadina: fu forza allora al nostro buonDomenico di aggiungere ai molti altri suoi -titoli quello di capo della Guardia Nazionale:ma chiamato fuori, proprio come un bulIo sulla 'scena, da quella sfrenata bordaglia,ed essendo stato perplesso alquanto, quando alfin si decise a comparire, venneapplaudito o fischiato, secondo che andava a genio ai monelli: cominciò allora il poverouomo a capire d'aver preso un granchio nell'allontanare le truppe da Genova •. (FER­<strong>DI</strong>NANDO A. PI<strong>NEL</strong>LI, Storia militaf'e del Piemonte, Torino, 1855, vol. III, pp. 747-748).Il GIORGIO BRIANO, I ministri e la loro parlicolaf'e istof'ia. Urbano Rattazzi mi·nistf'o deU'IntMno, Torino, 1857, pp. 13-16.17 ALFONSO LA MARMORA, Un episodio del Risorgimento Italiano, Firenze, 1875,p. 14. L'opinione del La Marmora, per cui il comportamento del BulIa sia stato unadelle cause della insurrezione di Genova del marzo-aprile <strong>1849</strong>, è stata condivisa recentementeda CARLO BAU<strong>DI</strong> <strong>DI</strong> VBSMB in Genova dal luglio <strong>1848</strong> all'aprile <strong>1849</strong> nella f'elaziotudel console francese e in altri documenti, in Rassegna Storica del Risorgimento,a. XXXVII, gennaio-dicembre 1950, pp. 58-86... È utile riportare il passo ad hoc: • In sullo scorcio dell'anno il Circolo Italianodi Genova accusava il governo e le truppe d'intenzioni lesive della libertà; e per tutelarlafaceva gridare dal popolo illuso si consegnasse alla guardia nazionale il fortedetto lo Sperone. Le autorità civili e militari niegavano di farlo; ed i ministri mandavanocolà un de' loro colleghi, l'avvocato Domenico BulIa ... I! quale per calmarela elIervescenza de' pochi agitatori, proclamò con iscarsa assennatezza politica le seguentiparole [riporta alcune alIermazioni del proclama]. La rottura dello armistizioera imminente. Gli audaci detti ferivano al vivo lo esercito che già si apparecchiavaa pagare il tributo di sangue alla patria. La ufficialità protestò dignitosamente controchi si attendeva di denigrare l'armata dinanzi a pochi susurroni e dinanzi agliaustriaci. E il ministero scusò in faccia al Senato il periodo d'insulto allo esercito, dicendomal convenirsi di misurare le parole in un proclama emesso da un commissarioregio munito d'ogni potere col regolo delle circostanze ordinarie, ed essere propriodella natura di tali atti il contener frasi che ai lontani suonano troppo energiche,indispensabili e necessarie ai vicini. E l'ufficiale che aveva scritto la moderata protesta,e per il primo firmatala, siccome reo di militare indisciplina, veniva bastonato,dimesso dal servizio. SilIattamente agiva un ministero, il quale - dopo aver dichiaratasanta cosa la democrazia, più santa la guerra - dicea generosi quelli checommettevano scandali quando il paese più abbisognava di pace, ed insubordinati50

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