IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itrola tra i battimani, che il circolo dispensa a tutte le parole. Egli riferisceche da buon democratico si fece un dovere di percorrere tutte le tavernee che vi ha trovato un pessimo inconveniente, cioè ignoranza in fatto delbene che farà la costituente italiana, presso la parte più eletta e più integraledel popolo, cioè presso i frequentatori delle osterie. Inorridito di questesventure, egli definirà e spiegherà all'istante la costituente, sperandoche i frequentatori delle osterie e tutti quelli che non sanno che cosa siacostituente, costituiscano e frequentino un circolo dove non si mangiae non si beve altro che costituente italiana, e quindi possano giovarsi deisuoi lumi.E il circolo e il presidente accettano il complimento ed applaudisconoe battono le mani freneticamente, grati alle spiegazioni di cui aveva bisognoil circolo, il quale è ben felice di udire dal martire Brescianini cheanche la sola teoria della costituente lo libera fin d'ora issofatto da ogniprecedente vincolo con qualunque principe e qualunque governo, e che gliuomini italiani nascono ora dalla madre Cibele per formare il contrattoprimitivo della loro associazione.Il presidente, vedendo oggi il circolo poco frequentato, propone chedopodomani si radunino in due sezioni, in due luoghi distinti, perché visia maggior capienza.Il cittadino Lomellini teme che le due sezioni possano non essere pedisseque,ed amico dello spendere, vorrebbe che con una colletta si raccogliesserodanari per allargare il locale attuale, e si evitassero così i pericolidi scissura, che potrebbero insorgere col dividere l'uditorio, e col diminuireil numero (già ristretto) degli oratori.Il popolo del circolo e il circolo del popolo lodano tutte le proposte,lodano sempre, e confidano di avere una volta o l'altra indovinato.Il presidente incomincia l'apologia del circolo contro gli ultimi attacchi.Dice che il circolo è tetragono ai colpi dei suoi nemici. Dice chel'idea dell'ex deputato e socio Pellegrini che sia sciolta la fusione coi Iornbardo-venetiperché Radetzky ha bruciati i registri delle firme, idea cheseguitò ire di giornali, è una delle idee più felici che siano uscite dalla mentedell'ex deputato. Perché, evidentemente, questi non volle dire altro senon che la fusione fu accettata per puro interesse dai lombardo-veneti,e che, sospeso l'interesse pel mal esito della campagna, non vi è più fusione.Il circolo si squatterna in applausi, e tutti sono persuasi che, ogniqualvolta cessa o si sospende l'interesse, tutti i consensi ed i contrattidevono rimanere annullati. Dice eziandio il presidente che venne dai malignimale interpretato il voto del circolo contro le capitolazioni deglisvizzeri al servizio del Bombardatore, perché il circolo non fece altro che479

www.accademiaurbense.ituna rappresentanza amicale ed insinuativa al console svizzero, mentretanti altri circoli decretarono assolutamente la interruzione delle relazionicolla Svizzera, se non si annullavano le capitolazioni. A prova dell'assuntoil presidente legge il messaggio scritto da Pellegrini al console. E tutto ilcircolo applaudisce e si chiama moderato e tutti sono persuasi della propriamitezza, e niuno si ricorda più della seduta in cui era stato approvatoche si scrivesse al console di far sapere al suo governo che o ritirasse glisvizzeri dal soldo napoletano o il popolo ed il circolo avrebbero presedelle misure contro gli svizzeri residenti in Genova.Disse finalmente il presidente che si confonde il circolo con qualchesocio. E riferì che prete Cuneo, avendo scritto ad un amico di Lavagna unbuon consiglio per l'elezione del deputato di colà, persona di Genova, conun abuso manifesto di confidenza, pubblicò la lettera e finse una rispostain cui gli elettori di Lavagna si divertono alle spese del prete Cuneo e delcircolo. Ed il circolo, abbassando la testa, come i chinesi di gesso, approvatutto ed inoltre applaudisce sgangheratamente, dimenticando, per farcosa grata al suo presidente non deputato, essere notorio che il prete Cuneonon iscrisse ad un amico, ma a casaccio al Sig. N. N. farmacista diLavagna, il quale non poteva abusare della confidenza di uno che nonconosceva, e che gli elettori di Lavagna si firmarono sulla risposta in numerodi 49.Conchiuse il presidente che il circolo non risponde dei socii, perchéognuno può farsi inscrivere socio, pagando le due lire che si richiedonoper le spese, e perché quindi molte persone possono essere nel circolo, icorrispondenti o le spie dell' Austria. E il circolo e l'uditorio furono moltoedificati di udire che un circolo politico possa formarsi di gente, che nonabbia altro requisito comune, fuorché quello di spendere due lire a benefiziodelle ciarle della presidenza.Il presidente, dopo letti alcuni articoli di giornali, invita replicatamentetutti a parlare. Sorge, dopo molte richieste, uno a leggere uno scrittoun po' rettorico, con tutte le figure del Decolonio, di cui altro non s'intende,se non che i timidi amici del vero sono la vera peste della società. Moltiapplaudirono e questa volta certamente furono d'accordo anche con gliavversarii del circolo.Il martire Brescianini ravviva la seduta languente con sensi da martirizzatore,dicendo che le parole erano già buone, ma che da un momentoall'altro chi non vuole ricadere nella servitù potrebbe essere chiamato afar dei fatti; ch'egli per non avere maggiori rischi e dispiacieri si limitanelle espressioni, ma desidera, s'intende, più di quello ch'esso dice: cheinsomma è urgente lo star pronti.480

www.accademiaurbense.ituna rappresentanza amicale ed insinuativa al console svizzero, mentretanti altri circoli decretarono assolutamente la interruzione delle relazionicolla Svizzera, se non si annullavano le capitolazioni. A prova dell'assuntoil presidente legge il messaggio scritto da Pellegrini al console. E tutto ilcircolo applaudisce e si chiama moderato e tutti sono persuasi della propriamitezza, e niuno si ricorda più della seduta in cui era stato approvatoche si scrivesse al console di far sapere al suo governo che o ritirasse glisvizzeri dal soldo napoletano o il popolo ed il circolo avrebbero presedelle misure contro gli svizzeri residenti in Genova.Disse finalmente il presidente che si confonde il circolo con qualchesocio. E riferì che prete Cuneo, avendo scritto ad un amico di Lavagna unbuon consiglio per l'elezione del deputato di colà, persona di Genova, conun abuso manifesto di confidenza, pubblicò la lettera e finse una rispostain cui gli elettori di Lavagna si divertono alle spese del prete Cuneo e delcircolo. Ed il circolo, abbassando la testa, come i chinesi di gesso, approvatutto ed inoltre applaudisce sgangheratamente, dimenticando, per farcosa grata al suo presidente non deputato, essere notorio che il prete Cuneonon iscrisse ad un amico, ma a casaccio al Sig. N. N. farmacista diLavagna, il quale non poteva abusare della confidenza di uno che nonconosceva, e che gli elettori di Lavagna si firmarono sulla risposta in numerodi 49.Conchiuse il presidente che il circolo non risponde dei socii, perchéognuno può farsi inscrivere socio, pagando le due lire che si richiedonoper le spese, e perché quindi molte persone possono essere nel circolo, icorrispondenti o le spie dell' Austria. E il circolo e l'uditorio furono moltoedificati di udire che un circolo politico possa formarsi di gente, che nonabbia altro requisito comune, fuorché quello di spendere due lire a benefiziodelle ciarle della presidenza.Il presidente, dopo letti alcuni articoli di giornali, invita replicatamentetutti a parlare. Sorge, dopo molte richieste, uno a leggere uno scrittoun po' rettorico, con tutte le figure del Decolonio, di cui altro non s'intende,se non che i timidi amici del vero sono la vera peste della società. Moltiapplaudirono e questa volta certamente furono d'accordo anche con gliavversarii del circolo.Il martire Brescianini ravviva la seduta languente con sensi da martirizzatore,dicendo che le parole erano già buone, ma che da un momentoall'altro chi non vuole ricadere nella servitù potrebbe essere chiamato afar dei fatti; ch'egli per non avere maggiori rischi e dispiacieri si limitanelle espressioni, ma desidera, s'intende, più di quello ch'esso dice: cheinsomma è urgente lo star pronti.480

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