IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itst'ultima non vi fu che verificazione dei poteri e nient'altro, cosa che annojerebbela noja medesima. Addio. Dimani o dopo dimani vi sarà forsequalche interpellanza e allora comincieranno le discussioni importanti.A tergo: Al Sig. P.rone Col.mo. Il Signor Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.243VINCENZO RICCI A BUFFAPreg.mo amICO.Torino, 7 febbraio 1849.Tra le noie del ministero vi è quella grandissima di dover sentire ediscutere con tutti i progettisti. L'idea del sig. Bellingeri in quanto si riferiscead un più ampio e generale riparto dei pesi pubblici, è buona e giusta,ma non pellegrina. La difficoltà rimane nell'applicazione del principio. Ladimanda sua di aver il cinque per cento del prodotto, come premio dell'invenzione,è ridicola, ed io non mi sentirei di proporlo alla camera. Pensoinvece di communicarlo alla commissione di finanza apena sarà nominatadalla camera, e così ho proposto al sig. Bellingeri, il quale se ne mostrasoddisfatto.Quanto alla strada ferrata, io credo che il miglior sistema assoluto siail misto, ossia la cooperazione simultanea del governo coi capitalisti. Le vieferrate hanno tale influenza sul commercio e sull'industria, che spesso gliinteressi di questi azionarii trovansi in contradizione coi generali del paese.Ciò è stato dimostrato luminosamente in Francia, per cui fu decretatonominalmente il riscatto di tutte le concessioni già fatte. Ma i governi, colmezzo delle contribuzioni, non possono che lavorare lentamente, e quindii benefìcii di queste communicazioni sarebbero riservati alle generazionifuture. Col consenso invece dei capitalisti, siffatte imprese si compionorapidamente, e con molto maggiore economia. Nella fattispecie nostra, lalinea tra Savona e Torino richiederebbe per esser ultimata dal governomolti anni, mentre coll'unione dei capitalisti lo potrebbe essere in due.Per queste considerazioni, io accoglierò con piacere tutti i progetti, che siavvicinino a questo sistema, cioè non di rimborso totale e cessione, ma diamministrazione mista.Lo scapito dei biglietti della banca è unicamente dovuto alla scarsitàdel numerario metallico. Questa deficienza poi non deriva già dall'essersi469

www.accademiaurbense.itnascosto il danaro per l'emissione dei biglietti, ma da cause più alte e gravi.La compra delle armi, di munizioni, di forniture militari d'ogni genere,fatta all'estero, ha costretto ad inviare fuori stato più di venti milioni eciò, tutto in numerario, non avendo merci e produzioni sufficienti da darein cambio. Or dunque, anche aboliti i biglietti, non crescerebbe il denaro,ed il commercio rimarrebbe nelle medesime strettezze. Se mi riesce di conchiudere,come spero, un imprestito all'estero, la circolazione del numerariosarà riattivata, e tosto cesserà lo scapito dei biglietti.Parmi convenientissima la prolungazione della linea telegrafica, epuò compiersi con poca spesa, quindi insisterò perché si faccia.Vi sarà noto che il generale Chiodo succederà a La Marmora nel ministerodi Guerra. Veggo anch'io la necessità che voi restiate in Genova, maio desidero il vostro ritorno, onde ci diate un po' d'impulso, perché siamomolto lenti.Tutti vi salutano, e con perfetta stima sono vostro aff.mo amico.Vincenzo RicciA tergo: All'Ill.mo Sig. Sig. P.rone Col.mo. Il Signor Avvocato DomenicoBuffa Ministro d'Agricoltura e Commercio R. Commissario Straordinario. Genova.244GIUSEPPE AVEZZANA ALL'INTENDENTE GENERALE DI GENOVAIll.mo Signor Intendente.Genova, 7 febbraio 1849 1 •Credo mio dovere di dover mettere a sue mani le anesse carte, che horicevuto dal Circolo Italiano, quest'oggi alle ore tre pomeridiane; e nonpotendo e non dovendo considerarle in nulla, la prego a farne quel contoche meglio giudicherà a proposito, ed aver di mira di togliere ogni inconvenienteche potesse derivarne.Ho l'onore di riverirlo distintamente.Il ColonnelloGiuseppe Avezzana1 Nell'originale è, erroneamente. scritto: 7 gennaio 1849.470

www.accademiaurbense.itst'ultima non vi fu che verificazione dei poteri e nient'altro, cosa che annojerebbela noja medesima. Addio. Dimani o dopo dimani vi sarà forsequalche interpellanza e allora comincieranno le discussioni importanti.A tergo: Al Sig. P.rone Col.mo. Il Signor Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.243VINCENZO RICCI A BUFFAPreg.mo amICO.Torino, 7 febbraio <strong>1849</strong>.Tra le noie del ministero vi è quella grandissima di dover sentire ediscutere con tutti i progettisti. L'idea del sig. Bellingeri in quanto si riferiscead un più ampio e generale riparto dei pesi pubblici, è buona e giusta,ma non pellegrina. La difficoltà rimane nell'applicazione del principio. Ladimanda sua di aver il cinque per cento del prodotto, come premio dell'invenzione,è ridicola, ed io non mi sentirei di proporlo alla camera. Pensoinvece di communicarlo alla commissione di finanza apena sarà nominatadalla camera, e così ho proposto al sig. Bellingeri, il quale se ne mostrasoddisfatto.Quanto alla strada ferrata, io credo che il miglior sistema assoluto siail misto, ossia la cooperazione simultanea del governo coi capitalisti. Le vieferrate hanno tale influenza sul commercio e sull'industria, che spesso gliinteressi di questi azionarii trovansi in contradizione coi generali del paese.Ciò è stato dimostrato luminosamente in Francia, per cui fu decretatonominalmente il riscatto di tutte le concessioni già fatte. Ma i governi, colmezzo delle contribuzioni, non possono che lavorare lentamente, e quindii benefìcii di queste communicazioni sarebbero riservati alle generazionifuture. Col consenso invece dei capitalisti, siffatte imprese si compionorapidamente, e con molto maggiore economia. Nella fattispecie nostra, lalinea tra Savona e Torino richiederebbe per esser ultimata dal governomolti anni, mentre coll'unione dei capitalisti lo potrebbe essere in due.Per queste considerazioni, io accoglierò con piacere tutti i progetti, che siavvicinino a questo sistema, cioè non di rimborso totale e cessione, ma diamministrazione mista.Lo scapito dei biglietti della banca è unicamente dovuto alla scarsitàdel numerario metallico. Questa deficienza poi non deriva già dall'essersi469

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