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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itIlarione Petitti di Roreto, il 29 dicembre <strong>1848</strong>, da Torino fornivaa Michele Erede ragguagli interessanti intorno alla protesta militarecontro il manifesto del Buffa IO. Michelangelo Castelli ha lasciato unatestimonianza preziosa Il a proposito di quella protesta, nei primigiorni del gennaio <strong>1849</strong>, quando egli, presso la redazione del Risorgimt1ttosi era rifiutato di inserirla nel giornale (era una protesta sotto-! .pas dit et qui n'avait pas voulu entrer dans cette afiaire, réunit lui les officiers quandje fus partit et leur demanda leur signatures. Ils lui tournèrent le doso Les officierscomprirent qu'ils avaient mal fait, mais déclarent qu'ils ne se dedisent pas et ques'iIs l'ont fait une betise ils en souffriront les conséquences, les avocats d'Alexandrieles lSchaufient toujours plus et j'ai appris que cette afiaire à été menée par d'Ossena,ce fameux scélérat d'Alexandrie et le Circolo politico de Turin qui ont gagné le Colonelet le lieutenant d'Elisola un mauvais sui et, pourfaire avoir ce sufirage au Ministèretremblant de l'autre protestation. On fit aussìtòt le soir grande ovation à Tarena,en criant mOf'te al Duca di SavoialfuOf'i l'innocente I Mais il est dedans. Tout le monde,mème tous les lombards me donnent raison, Bava, Charnowski sont furieux et veulentune vengeance I (cfr. Le leitMe di Vittorio Emanuele II, raccolte da FRANCESCOCoGNASSO, Torino, 1966, voI. I, pp. 274-275) .•• I Sia persuaso (e gliel posso dir con certezza) che la protesta di cui ella miparla non venne dall'alto, dove anzi condannavasi, poiché nell'alto molto piace il Min.o.Quelle parole del proclama: La forza (l'esercito) sol vale cogli imbelli, non coi generosi,Ho Of'dinato che parla la wuppa. Spero fra due gicwni farla parlire, le quali sott'intendevanole altre tollMateli per due gicwni ancora, furono un vero brulotto per l'Armata.In due di a Torino più di mille firme. All' Armata attiva altre migliaia. Un tenenteLombardo che osava scrivere una lettera ingiuriosa per l'Armata nel giornale la DemocraziaItaliana, dai suoi istessi compagni era espulso. La protesta, legalmente estesacon molta destrezza è inattaccabile. Udita però la circolare del Min.o, che la disapprovava,coloro che l'avean raccolta convennero non darvi, per obbedienza, ulteriorcorso, andarono dal Gioberti lealmente dichiarandosene i promotOf'i. Questi molto beneli accolse, convenne che le parole usate dal Buffa Mano e infelici, e sconvtnienti, comeavea pure convenuto alle Camere; e questo loro bastò, ed arsero la protesta. Cosi tuttofu finito. L'onore militare è salvo I (Cfr. ARTURO CO<strong>DI</strong>GNOLA, Dagli albori della libertàal Proclama di Moncalieri (Lettere del Conte Ilarione Petitti di Roreto a Michele EreMdal marzo 1846 all'aprile 1850, Torino, 1931, pp. 578-580).Il È utile riportare il seguente passo del Castelli: I Eravamo in principio del<strong>1849</strong>, ed una sera, trovandomi solo nel gabi<strong>net</strong>to dell'ufficio del RisOf'gimento, entròil conte di Cavour, e mostrandomi una carta mi disse: - Questa è una protesta sottoscrittada 300 uffiziali contro il Ministero Democratico e gli ultimi fatti della guerra,che mi portò il colonnello Jaillet mio amico, onde sia domani inserita nel nostro giornale.La cosa mi riesci talmente grave che non esitai un momento a condannare taleatto, e persistendo Cavour, non trovai altro partito a prendere, fuorché dichiarargli,che nel caso di inserzione della protesta, io era deciso di licenziarmi dalla redazione,e motivando il mio ritiro per tale inserzione. Cavour taceva e passeggiava concitato,quando giunse secondo il suo solito il generale Perrone. Appena lo vidi, dissi: I È propriogiunto in tempo I e narrai di che si trattava. Il generale erasi sdraiato su di unapoltrona, ma alla parola protesttl balzò come una molla che scatta, e mettendo unamano sulla spalla di Cavour, sclamò: I E dovrà essere un avvocato che insegni a noiil primo dovere di un militare? Se io fossi Ministro non esiterei un momento a destituiretutti gli uffiziali che hanno firmato questa protesta. Sarebbe la rovina del nostroesercito e delle nostre istituzioni l. E aggiunse tutto quello che potè suggerirglil'elevatezza dell'animo suo ed il sentimento della disciplina militare. Cavour nonrispose, ma con parole tronche che dimostravano la sua commozione, usci dalla stanza.L'indomani sul far del giorno il colonnello Jaillet era da Cavour, ritirava la protestae non se ne parlò più (Cfr. LUIGI CHIALA, Ricordi di Michelangelo Castelli, Torino,1888, p. 254).48

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