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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itsimo professata la salvezza della patria, che vorrebbe invece la camarillaveder postergata per far trionfare i suoi principi d'egoismo,col ritorno all'antico servaggio?.. Checchenesia sta, por troppo,infatti che la camarilla si insinua dapertutto, e che nell'esercito specialmente,.dove ha una forte affigliazione, produce un danno incalcolabile,a cui, se non si porta un pronto e radicale rimedio, non potràmai più la nazione, che si enormi sacrifici le impone, contaresull'esercito medesimo nell'imminente bisogno che ne ha, nelle attualisue impellenti contingenze l).La reazione dell'ufficialità dell'esercito al proclama di Buffa,se·da un lato racchiudeva un esplicito contenuto politico-polemico,dall'altro non era priva di ragioni; essa teneva conto di fondamentaliaspetti della situazione piemontese. La Marmora e Dabormida, cheerano stati i promotori di quella serie di proteste, partivano da unaponderata e realistica interpretazione dell'ambiente psicologico militare.L'esercito nella campagna di Lombardia aveva luminosamentemesso alla prova il suo valore e dimostrato il suo amore per l'Italia.Esso era rimasto alieno dalle diatribe politiche ed integralmente ligioal senso del dovere. Il proclama di Genova contribuiva ad avvilirel'esercito, a ferirlo nel suo orgoglio, a schiaffeggiarlo, a metterlo inridicolo di fronte al nemico, in un momento in cui esso era particolarmenteprezioso per continuare la guerra (quando più che mai eranecessario dargli fiducia e fare assegnamento su! suo sacrificio e su!suo onore).Il generale Bava e il Duca di Savoia non avevano posto la lorofirma alla protesta, anche se il loro atteggiamento era <strong>net</strong>tamenteostile al proclama. Alla generale protesta 'dei militari, fece eccezioneuna esigua minoranza, alla quale apparteneva il colonnello Tarena,comandante la Brigata Cuneo, che disapprovò altamente le sottoscrizioni,non risparmiando il biasimo ai suoi subalterni. Il maggioreFortunato di Terengo di quella Brigata, aveva criticato la condottadel colonnello; questi, essendone stato informato, lo mise agli arresti.Il Tarena, riunite le truppe, fece un discorso deplorando la condottadegli ufficiali che avevano firmato la protesta, giustificando il proclamae interpretandone il senso. « Quando il Duca di Savoia vennea conoscenza di questo fatto, - narra lo Spellanzon 58 - fu preso da68 Storia del Risorgimento e dell' Unità d'Italia, Milano, vol. V,1950, pp. 833-834.Sullo stesso episodio cfr. E DELLA ROCCA, Autobiografia di un veterano. Ricordi storicie atleddotici (1807-1859), Bologna, 1897, vol. I, pp, 234-235; ANTONIO MONTI, Lagiovinezza di Vittorio Emanuele II (1820-<strong>1849</strong>), Milano, 1939, pp. 191-192; LUIGI46

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