IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.it208GIULIO REZASCO A BUFFAAmico.Borghetto, 30 gennaio 1849.Il signor Lanza, innanzi d'imbarcarsi per Genova, mi scrisse intornoalla soluzione della quistione particolare di Lunigiana una lettera cheschizza fiele e fumo da ogni lato; non so perché. Per vostra norma, vi mandocopia della mia risposta.E vengo a cosa che riguarda la mia povera persona.lo sono della Spezia. Compiuta l'educazione letteraria, vaghezza d'oscuritàe di solitudine e l'amore intenso di studi pacifici, mi condusse a ritirarmia Giovagallo, paesello oscurissimo di Lunigiana, ove sono gli unicimiei parenti. Sopraggiunsero gli avvenimenti del marzo e Giovagallo, amaggioranza di voti, chiese ed ottenne il protettorato sardo. Siccome ciòpiaceva a me ed ai miei parenti, noi ne fummo tenuti per autori, quindi il27 aprile i toscaneggianti, riscaldati dalle autorità toscane, fecero a noitale dimostrazione d'iniquità, che per poco non fu bruciata la casa e noinon ci lasciammo tutti la vita. In que' primi giorni di libertà, io esulai, edesularono i miei parenti. Voi sapete che il governo sardo protettore nonsi mosse a quell'infamia, e lasciò noi insultati, insultata la protezione, insultatoil voto popolare; onde, spaventati e abbandonati, i giovagallesi sivolsero alla Toscana, anzi furono fatti volgere colla forza: delle quali cose,voi faceste parola in parlamento. I miei parenti dopo molto tempo ritornaronoin Giovagallo, ove sono continuamente bistrattati dai dominatori.lo non ritornai, ma volli andare a Bagnone, non potendo credere che talibrutture procedessero direttamente dal governo toscano, ma bensì da unasetta privata di ribaldi. E credetti assai male, perché, tosto giunto colà,fui subito accerchiato da spie, codiato da' soldati; e, preso pretesto da unmio articolo mitissimo sovra il decreto granducale del 12 maggio, furonoinvitati, e forse prezzolati, otto mascalzoni, i quali m'assaltarono ad ingiurie,e dai quali io mi liberai dai fatti colle pistole alla mano. Che il governotoscano questo sapesse anticipatamente è certissimo, perché anticipatamentevi era voce pubblica, e me ne avvisò lo stesso capitano dellacivica, che non provvide a nulla. Che poi il governo sardo nulla cura siprenda de' suoi cittadini internerati, anche questo è certo, perché di quell'insultoio ne mossi querela al parlamento, il parlamento rimandò la querelaal ministero, il ministero la depose nel dimenticatoio. Per opera vostraparlò di questo fatto l'Opinione.416

www.accademiaurbense.itLaonde, abbandonai Bagnone e, invitato da un mio amico, rifuggiialla Rocchetta presso il Borghetto, paesello che sarà tosto piemontese. Equi aspettavo che la quistione lunigianese pigliasse una piega favorevole;la quale curai con tanta delicatezza, disinteresse e spirito di sacrificio cheappresso non mossi mai parola di Giovagallo, ed, anzi, lodo i commissari,benché Giovagallo, incastonato nel cantone di Calice, duri sempre nellostato antico.Ma oggi che sono assai dilungate le speranze, io dico a me stesso:è prudente ch'io ritorni a Giovagallo? Sarò fatto rispettare dalle autoritàtoscane? Continueranno a provocare e lasciar fare i ribaldi contro di me?Che posso attendere dalla protezione del mio governo? E non si dice chela Toscana m'abbia onorato del mandato di cattura, come il parroco diParana ed altri? Confesso, caro Buffa, ch'io non so rispondere nulla a mestesso, perché i fatti antichi mi stanno sugli occhi; fatti, non supposizioni,e deplorabili fatti.D'altra parte, io non posso, né debbo durare lungamente ove sono,e non ritornando a casa mia, sarei forzato d'impetrare un impiego: cosaassai dura, si perché l'animo mio è sdegnoso d'ogni freno e soggezione,che non sia puramente affettuosa, si perché non accetterei uffizio, che nonfosse onorevole e i primi uffizi non sono.In questa condizione io mi trovo. A voi m'apro, non già (intendiamocibene), non già come a ministro, ma come ad amico; ed in nome dellasanta amicizia, vi prego e scongiuro di consigliarmi.Ciò basti a un pari vostro. Voi certo ruberete un bricciolo di tempoalle cure pubbliche per consigliarmi: il tempo speso negli affetti savi èsacro. Addio. Il vostro aff.mo amicoGiulio RezascoP.S. Temevo di dovervi tosto vedere a Torino. A malgrado della miarenitenza, gli spezini mi volevano a loro deputato. Pensate se il marcheseOldoini era uomo da stare colle mani a cintola: sconvolse cielo e terra,ed ebbe 128 voti, io 78. Ringrazio di cuore le brighe marchionali.2ì417

www.accademiaurbense.it208GIULIO REZASCO A BUFFAAmico.Borghetto, 30 gennaio <strong>1849</strong>.Il signor Lanza, innanzi d'imbarcarsi per Genova, mi scrisse intornoalla soluzione della quistione particolare di Lunigiana una lettera cheschizza fiele e fumo da ogni lato; non so perché. Per vostra norma, vi mandocopia della mia risposta.E vengo a cosa che riguarda la mia povera persona.lo sono della Spezia. Compiuta l'educazione letteraria, vaghezza d'oscuritàe di solitudine e l'amore intenso di studi pacifici, mi condusse a ritirarmia Giovagallo, paesello oscurissimo di Lunigiana, ove sono gli unicimiei parenti. Sopraggiunsero gli avvenimenti del marzo e Giovagallo, amaggioranza di voti, chiese ed ottenne il protettorato sardo. Siccome ciòpiaceva a me ed ai miei parenti, noi ne fummo tenuti per autori, quindi il27 aprile i toscaneggianti, riscaldati dalle autorità toscane, fecero a noitale dimostrazione d'iniquità, che per poco non fu bruciata la casa e noinon ci lasciammo tutti la vita. In que' primi giorni di libertà, io esulai, edesularono i miei parenti. Voi sapete che il governo sardo protettore nonsi mosse a quell'infamia, e lasciò noi insultati, insultata la protezione, insultatoil voto popolare; onde, spaventati e abbandonati, i giovagallesi sivolsero alla Toscana, anzi furono fatti volgere colla forza: delle quali cose,voi faceste parola in parlamento. I miei parenti dopo molto tempo ritornaronoin Giovagallo, ove sono continuamente bistrattati dai dominatori.lo non ritornai, ma volli andare a Bagnone, non potendo credere che talibrutture procedessero direttamente dal governo toscano, ma bensì da unasetta privata di ribaldi. E credetti assai male, perché, tosto giunto colà,fui subito accerchiato da spie, codiato da' soldati; e, preso pretesto da unmio articolo mitissimo sovra il decreto granducale del 12 maggio, furonoinvitati, e forse prezzolati, otto mascalzoni, i quali m'assaltarono ad ingiurie,e dai quali io mi liberai dai fatti colle pistole alla mano. Che il governotoscano questo sapesse anticipatamente è certissimo, perché anticipatamentevi era voce pubblica, e me ne avvisò lo stesso capitano dellacivica, che non provvide a nulla. Che poi il governo sardo nulla cura siprenda de' suoi cittadini internerati, anche questo è certo, perché di quell'insultoio ne mossi querela al parlamento, il parlamento rimandò la querelaal ministero, il ministero la depose nel dimenticatoio. Per opera vostraparlò di questo fatto l'Opinione.416

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