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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itCOSTITUENTE ITALIANAPerché un accreditato giornale di Torino, l'Opinione, si scaglia semprecon tant'ira contro Mazzini? L'ingratitudine umana può giungeretant'oltre? Ma chi vi fece quel che siete, se non Mazzini e la Giovine Italia?Non esponemmo noi, e vita e beni, non vegliammo noi soli per 18 anni alsacro deposito della libertà, e dell'Indipendenza, quando tutta Italia duravanel sonno, e nella vergogna! Mazzini vuoI la Repubblica? ed è questauna ragione per infamarlo, per mettere a confronto gli agenti di Mazzinicon quelli di Radetzky? Oh per Dio, cessi la contumelia e la calunnia controuno dei più puri nostri Italiani, contro chi d'ogni ora della sua vitafece un sacrificio all'Italia. Egli è ancor misero ed esule, mentre voi nuotatenell'oro, ed occupate alti posti, eppure, I'ingegno di Mazzini vi avrebbetutti prostrati, se egli avesse voluto sacrificare al vostro idolo, a Carlo Alberto.Soste<strong>net</strong>e le vostre opinioni, ma non calunniate quelle degli altri.Non vi bastano le fusioni e l'armistizio Salasco? non vi basta l'eccidioche si prepara a Venezia, mentre l'esercito vostro attende sulle spondedel Ticino i resultati della mediazione?Difensori del Re! non obliate ch'essi hanno distrutta l'insurrezionenazionale e perduta la patria!Per la DirezioneG. LA CEC<strong>IL</strong>IAl Carta intestata: Consolato Generale di S. M. il Re di Sardegna. N0 d'ordine:1666. N0 del registro: riservate. Oggetto: Notizie locali, brani stampati.195SEBASTIANO TECCHIO A BUFFAAmico carissimo.Torino, 28 gennaio <strong>1849</strong>.Quando vidi la letterra di prete Paganini, ho proposto immediatamentein consiglio che fosse spiccato per istaffetta l'ordine ministeriale perl'arresto, e per la successiva impiccatura. Se non impicchiamo costui, italiano,che tradisce si infamemente la patria, io credo che su questa terranon v'abbiamo più né delitti né pene. Alcuno lo scusava trattandolo d'imbecille.Solita scusa pei traditori. Veggo con assai gioia che tu sei pienamentedel mio avviso. Non bisogna perdonargli: no, no, e poi no. Quanto391

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