IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net
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www.accademiaurbense.itstrazione di Sicurezza Pubblica, se questa non è provveduta di una forzaconsiderabile. Ma la posizione è ancora aggravata da altri due elementidi disordine più che gli altri potenti, che procedono dallo stato anormalee convulsivo della nostra patria; questi elementi sono la presenza dei profughiitaliani e quella degli oziosi e sospetti di tutto lo stato, già confinati. in Sardegna. Questi ultimi, recentemente rifatti liberi di scegliere un domicilioper decisione del Parlamento, vennero rimessi in terraferma, e invecedi dirigersi verso i luoghi della loro nascita, credettero trovare nelluogo del loro sbarco un campo atto alle loro operazioni. Forse non erae non è intenzione di tutti di abbandonarsi all'ozio e perciò alla rapina;ma le abitudini cattive e sospette che li fecero mandare a confino, il bisognodi una sussistenza, la facilità delle tentazioni di mal fare, li trascinanoagevolmente per una via lubrica. Molti di essi accrescono la probabilitàdi andare impuniti, quando commettono furti, scegliendo a complici giovinettidel popolo ch'essi sanno addestrare e che dirigono nelle operazionimanuali necessarie alla consumazione del delitto, mentre da lontano veglianoe si sanno all'uopo salvare.I primi, cioè i profughi, in mezzo alla giusta compassione che la loromisera condizione deve ispirare, sono e devono essere un oggetto di allarmeper l'amministrazione. La massa degl'insorti in Lombardia si compose,come dappertutto di giovani ardenti e pieni di nobili spiriti, di faccendiericonfidenti d'ottenere con azioni magnanime un giusto premio ai loro pericoli,ed anche di furbi desiderosi di pescare nel torbido. È doloroso di dovere,enumerando le classi diverse di coloro che militavano volontarii nellaguerra del popolo italiano, notarvi una mano di scioperati, ma quando siparla nell'interesse dell'ordine pubblico non giova, né puossi dissimulare.Per peggior caso a costoro si unirono, quando le cose italiane volsero amale gran numero di facinorosi di Milano e delle province lombardo-venete,che durante l'amministrazione del governo provvisorio erano statiil martello di ogni buona misura, e che o maneggiati dall'Austria, o facendoper sé, avevano cagionati i mali umori e le sedizioni di Milano. Tutti questisi dispersero dopo il 4 agosto per le provincie di qua dal Ticino, ed ognunodi essi con più o meno di ragione di rappresentare l'emigrazione italianae di ricevere un'amorevole ospitalità. Ma tra di loro i facinorosi, i vagabondiantichi, e gli spiriti esaltati sono ospiti troppo pericolosi, ai qualisi vogliono applicare le pratiche di una assoluta e continua vigilanza, appenaattuabile da un'amministrazione che fosse non solo da qualche tempoorganizzata, ma che avesse leggi e nonne di condotta sicure e si trovasseforte di potenza morale e materiale.La presenza di un numero di essi più considerabile dell'ordinario in'::C4
www.accademiaurbense.itGenova è sempre il segnale di prossimi disordini, e la presenza di qualchedisordine accusa reciprocamente la recente comparsa di qualche loro brigata.Aggiungasi che da qualche tempo i capi del repubblicanismo e delcomunismo italiano sembrano avere designato Genova come uno dei lorocentri di operazione. Oltre parecchi di minor conto, il D'Urbino, arrestatonella notte dal 16 al 17 corrente, vi giunse il lO. Costoro hanno a loro disposizionepassaporti con nomi mentiti: hanno corrispondenze e danaro. Iprogetti e le lettere trovate nelle carte dell'Urbino parlano di somme ingenti,e sono tali da non lasciar dubbio che la quiete dei paesi, ove eglinosi fermano possa essere durevole.Quali siano le intenzioni di costoro e dei loro adepti è conosciutoabbastanza e se occorresse farlo conoscere con una prova indestruttibile,basterebbe leggere la protesta contro il governo del re, scritta dal famigeratoBrescianini per l'arresto dell'Urbino a nome della moglie di costui.Questa protesta tanto temeraria quanto insidiosa, mostra se qualche cosapossa sperarsi da simili italiani, e quale politica debba seco loro adoperarsi.Ad edificare i signori Ministri sopra il contenuto di questo documento, sene unisce un esemplare alla presente memoria. A radunare e dirigere moltidi questi faziosi, e ad esserne a tempo e luogo l'agente ad un tempo ed ilfautore, fu destinato il Circolo Italiano, dove si leggono e si improvvisanospesso i discorsi più provocanti e più sediziosi che si possono immaginare,con un'audacia ben diversa dal nobile ardimento degli uomini liberi. Ivisiedesi a scranna e si decide come in un consesso governativo; e se i processiverbali che se ne stampano talvolta, nulla contengono di assolutamenteintollerabile, ciò accade perché i processi verbali non sono semprel'espressione genuina delle cose dette ed occorse.I membri più influenti del circolo, non contenti delle sedute pubbliche,ne tengono delle segrete, a cui non sono ammessi che i pochi iniziati: questesono pressocché quotidiane in casa Cambiaso, né certamente si può credereche le sedute segrete siano più moderate delle pubbliche. Intanto da questimembri del circolo e dalle loro creature si cercano di screditare nell'opinionegenerale tutte le persone che possono avere qualche influenzasulla moltitudine in tempi difficili. Lorenzo Pareto, Vincenzo Ricci, edogni altro nel quale si ripose finora la fiducia dei genovesi, sono apertamentebiasimati non solo, ma all'uopo vilipesi con ingiurie e detrazioni pubbliche.Ad aggravare l'apparenza dell'orizzonte politico nostrale, si aggiungela comparsa sulla scena di strani faccendieri, delle intenzioni dei qualinulla si potrebbe asserire di certo, se non che devono essere avverse allenostre libertà. Tra questi ha il primo luogo Agostino Scassi, e devesi pureannoverare il sacerdote Cuneo, messo in moto dai fratelli Crovo. Basti365
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