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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itindicativo stile popolare di tono guerrazzìano e additava quel testoa modello per le autorità, nel quale erano fusi i motivi più validi dellinguaggio di una politica veramente democratica. Questo giornale,che era strumento di propaganda repubblicana, sulla cui testatarecava, sotto il titolo, l'indicativa affermazione «Viva la CostituenteItaliana &, che sostanzialmente era l'organo ufficiale del Circolo Italiano,impostò una effettiva azione sostenitrice del ministero giobertiano,puntualizzando, però, esplicitamente la tematica limitativadel programma: soprattutto rilevò le aporie di una costituente senzasuffragio universale. Il Circolo Italiano, all'arrivo di Buffa, impostòuna nuova campagna di propaganda politica: bisognava. aspettareche il ministero muovesse verso qualche realizzazione. Il linguaggiodel commissario racchiudeva accenti di sincerità (era conosciutocome uomo onesto); bisognava corrispondere alle promesse con uncontegno equilibrato e dignitoso, e poiché si conoscevano i legamitra il circolo e il giornale, era utile che questo accogliesse (sia purecon moderato entusiasmo) con linguaggio apparentemente elogiativoil contenuto del manifesto. All'occhio esperto dei circolisti eranoapparse chiaramente le difficoltà di un dialogo sereno con il governosulla costituente, che era il tema-leva dell'azione democratico-repubblicana.Il circolo doveva dimostrarsi ufficialmente soddisfatto delministero, lodarne i componenti, i quali erano stati tra i più attivimembri dell'opposizione al gabi<strong>net</strong>to pinelliano, e nel contempo dovevaesprimere la propria speranza in un impegno veramente fatdiaCivica si portò a complimentare il cittadino ministro che l'accolse con dolci maniere.Disse che affidato sul senno del popolo genovese egli avea preso sovra se stesso la risponsabilitàdell'ordine pubblico: e che perciò invoca la cooperazione de' cittadini.Egli affidarsi più a' fatti che alle parole; ed ai fatti vedrebbero i Genovesi quali fosseroi sensi del suo animo. Sarebbe all'istante allontanato da Genova il soperchio delle milizieche stanziano fra noi. Se la Guardia Nazionale volesse i Forti in sue mani, averegli facoltà di consegnare i forti, purché lo affidassero del loro zelo e del loro buonvolere. A tutto esser presto il Governo, purché si rientrasse nell'ordine. Genova, ilbaluardo dello stato, dover essere una sola famiglia: e giacché sono imminenti le festedel Santo Natale, doversi i cittadini apprestare ad una gran festa, i cui proventi sarebberola strenna da mandarsi in dono alla gran mendica Venezia. Altri aggiunsenobili e magnanime parole, che lontani non potemmo raccogliere. Duolci però amaramenteche il Colomiello Odini abbia, ad instanza dell'officialità della Guardia, dimostrodesiderio che un San Martino rimanga .fra noi. Ma il senno dell'egregio Buffavedrà che fra San Martino ed il Popolo, si è alzato gigante un muro di bronzo, anziun abisso.Ecco il Proclama del nuovo Ministro. È questa una bella risposta al feroce Delaunay,più bella ancora al quondam ministro Pinelli travisatore inverecondo dei fattidi Genova. Egli è questo un vero stile popolare, un manifesto alla GUERRAZZI. Noilo proponiamo per modello a tutte le autorità presenti e future. Viva il galantuomo,il Ministro democratico f Gli auguriamo perseveranza e coraggio; il popolo sarà conlui t. (Il Pensiwo Italiano, a I, n. 260, martedì, 19 Dicembre <strong>1848</strong>\,34

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