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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itI giornali e i bullettini dell'armata più volte lodarono il valore della nostracolonna, ripetendo il mio nome con elogio. Il 30 di aprile, al fatto di Pastrengofui ferito in volto da una palla di fucile che mi attraversò la guanciadestra, mentre alla testa de' miei, eccitavali a combattere valorosamente.Costretto a ritirarmi dal campo per la ferita avuta, rinunziai a quel comando,ma dopo cinquanta giorni, non del tutto ancora risanato, vi ritornai adassumervi il comando dell'artiglieria parmense. Con questa presi partea tutti i combattimenti in ritirata del 2° corpo d'armata dal giorno 23luglio al 5 agosto, per cui venni fregiato della medaglia in argento. ACerano, in Piemonte, il giorno 9 agosto, epoca di tristissima ricordanza, sidisciolse la nostra poca artiglieria, ed io che aveva imbrandite le armisoltanto per l'indipendenza italiana, me ne tornai alla vita privata, sospirandosempre e anelando col desiderio il dì della riscossa.Ora questo dì si avvicina, ed ogni italiano, cui palpita il cuore per santoamore di patria, deve con ogni mezzo coadjuvare alla buona riuscita diquesto estremo sforzo. Non conviene però che ci illudiamo; anzi misuriamoa mente fredda tutte le difficoltà, contro delle quali avremo a lottare disperatamente.Noi saremo soli a combattere contro l'Austria. La Franciastarà spettatrice indolente, se pure non tenterà invadere la Savoja sottopretesto di garantire le sue frontiere. L'Inghilterra, al solito, con occhiogeloso guarderà la Francia, ed ave questa non intervenga non interverràneppur essa direttamente, ma già sappiamo che le sue simpatie sarannosempre per Austria, siccome quella potenza che non le inspirerà mai timoresul mare. La Prussia, contenta di acquistare preponderanza in Germaniaa danno della sua rivale, vedrà volentieri ch'ella si compensi nell'Italia.La Russia infine, che da un anno allestisce armate di terra e di mare, staaspettando il momento propizio in cui pesare colla sua spada sui destinidell'intera Europa. Noi dunque saremo soli cogli ungheresi nella gran lotta:lotta disperata in cui si racchiude tutto l'avvenire della nostra Italia. Dipiù abbiamo contro di noi il Borbone di Napoli, tutti i codini e l'immensamaggioranza dei pusillanimi e indifferenti. Ma non per ciò dobbiamo disperaredella salute della Patria. A mali estremi voglionsi estremi rimedj:guerra e pronta. Questo è a parer mio il solo scampo che ne rimane. L'armatapiemontese dicesi in oggi di 120 mila uomini: toltine 20 mila pergli ammalati negli ospedali, per i depositi e le amministrazioni, e 20 milaper guarnire i forti della Savoja, di Genova e Alessandria unitamente alleguardie nazionali di quei paesi, rimangono disponibili 80 mila uomini.Di questi 30 mila sul Ticino renderebbero vano ogni tentativo di passarloper parte degli austriaci: cogli altri 50 mila invadere i Ducati allacorsa e, rincacciati di là del Po gli inimici in numero oggi di circa 18 mila,284

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