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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itUn raggio appena di libertà ci rese ancor più infelici, in quanto che,conosciamo i tradimenti e gl'inganni de' principi, senza conoscer la stradae la forza per poterei schermire.Si, o fratelli, compisce ora un anno che gl'inganni, le ipocrisie, i raggiri,i tradimenti si sono accavalcati con tanta furia un sopra l'altro, cheardua impresa sarebbe chi volesse enumerarne la triste loro serie, ed èper questo che la diffidenza si è impadronita di tutti i buoni che vannosempre tentone per afferrar quel filo che solo può farli escire da questovergognoso laberinto; e non è senza ragione se i buoni diffidano sempre ditutti quei che sono dai principi messi al potere. Ora veniamo al nostroproposito.Non vi prenda perciò maraviglia, o fratelli, se io che sono un sempliceartista v'imprenda a parlare del ministero Gioberti, tanto più che io intendoparlare non parole di lode e di adulazione, ma parole di biasimo edi censura. Chi mi conosce sa che io non sono né un codino né un aristocratico,non oso dire di essere repubblicano, perché non ho tanta virtù, mavivo colla speranza di divenirlo un giorno se non di merito, almeno di fatto.lo v'ho anticipate queste parole, perché io so che esistono molti buoni chesono ancora nella ferma credenza che chi parla contro l'attuale ministeronon possono essere che codini e aristocratici, con queste mie parole volsifar vedere a questi miei concittadini che s'ingannano, e che queste opinionie queste credenze non sono che una semenza sparsa dai sensali di Gioberti,per carpire in questo modo anche il voto dei buoni e veri democratici,come ora vedremo.Non è la prima volta, o fratelli, che il nome di Gioberti risuonavain questo stesso recinto e per dir la verità, non troppo gloriosamente; visovverrete quando due sommi italiani si presentavano al banco di questapresidenza, cioè il principe di Canino e il vecchio Romeo da Calabria, visovverrete che dopo averci invitati a mandare due deputati a quella celebreconfederazione, ossia Babilonia (ora andata in fumo), noi generosamenteci rifiutammo dappoiché non era cosa compatibile col nostro programma.Si fu allora che fra tante altre energiche parole del venerando vecchioRomeo, se bene mi ricordo, disse anche queste, che monarchia l che Gioberti,per me monarchia e Gioberti sono bestemmie; io mi ricordo ancora,o generosi fratelli, come a tali parole faceste echeggiare questa volta daivostri fragorosi applausi, ed io ero con voi, o fratelli l e sono sempre lo stesso,perché io non vedo in Gioberti il vero nemico dell'Austria, il nemico dell'aristocraziae dei gesuiti, ma io vedo in lui il nemico dell'Italia repubblicana,il più accanito nemico dei veri democratici ossia repubblicani, iovedo che tutti i suoi sforzi, tutti i suoi conati non sono rivolti che per tra-265

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