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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itl'ora eransi tenuti in varii punti della città de' tavolini per raccorre firme,che si dissero ascendessero a 7.000, e tutti ne conoscono la scandalosaistoria. Vi fu chi si firmò per 20, per 30, e andava vantandosene apertamenteper le vie! Infamia nuova.IX. La deputazione non era ancor giunta in Torino che già vociferavasiper Genova che se al sabbato non giungessero nuove favorevoli,il popolo sarebbe ricorso all'ultima delle sue ragioni, alla rivolta. I buonisperavano che la deputazione non sarebbe da nessuno ricevuta, che il governomostrerebbe risoluzione, e già dicevasi che molte truppe fosseroin marcia contro la città. Fatto sta che nel frattempo il ministero Pinelliaveva dato in massa la sua dimessione e cadeva, non dinanzi ai moti genovesi,ma sotto il peso de' troppo facili suoi trionfi e per lo smacco provatodal ministro dell'Istruzione pubblica Boncompagni. Vi ebbe però una brevecrisi ministeriale e intanto in Genova succedevano seralmente altri tumulti.Si facevano sortire le truppe, non si osava impiegarle ne' modi che la leggestabiliva, e ciò dava luogo a nuove provocazioni; e se le truppe erano ritirate,con un po' di civica si scioglievano gli assembramenti.Avvicinavasi il sabbato; con minacciosi scritti s'istigava il popolo aribellione e si andava dicendo che facile era il prendere i cannoni all'arsenale,onde prepararsi all'attacco delle truppe, ed a far le barricate, ed arespingere a forza quelle che vorrebbero entrare nuovamente in città. Ipiù audaci, i più decisi erano gli artiglieri civici ed in specie quelli dellala compagnia, tutta composta, o quasi tutta d'individui famigerati e facinorosi.Si preparava un nuovo moto e chi lo dirigeva, sapendo benissimoche la deputazione non sarebbe ricevuta e ritornerebbe colle pive nel sacco,pensava forse di profittare di questa emergenza onde persuadere al popoloch'essendo disprezzato né suoi rappresentanti, doveva sottrarsi da ungoverno tirannico ed oppressore.Eravi certamente una trama, e le autorità dovevano sapere alcunche dei progetti de' faziosi. La domenica 17 leggevasi sugli angoli dellevie di Genova quel provocante e minaccioso proclama ai Genovesi delgenerale De Launay. Se questo scritto altamente irritava una gran partedella popolazione, poiché, a dir vero, potevasi risparmiare, servi non pertanto meravigliosamente a far conoscere ai facinorosi che si vegliava sudi loro e che si era preparati a rispingere ogni attacco. Dicemmo che potevasirisparmiare quel proclama; ora diremo che anzi dovevasi, e che fuimprudente ed impolitico, poiché il generale s'era, come crediamo, autorizzatoa prender quelle misure che lo stato delle cose richiedeva; non dovevaavvisarne gli avversarii ed aspettarne in silenzio l'attacco; e sel'attacco succedeva, era quello il momento di finirla una volta per sempre244

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