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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itciavano i circolisti a dichiarare che anche in questo anno dovevasi solennizzarequella ricorrenza col recarsi in Oregina, non festosi come l'annoaddietro, ma con segni di lutto per le vittime spente nella guerra, e comenovella protesta contro il ministero, inimico dell'italiana indipendenza.E tosto tutti applaudivano e la presidenza progettava il programma delnuovo anniversario, il cui festeggiamento sperava di dirigere e regolare asuo talento. Di ciò avvertito a tempo il generale della civica, e cosi consigliatoda tutti i buoni, se la intendeva col municipio, che si fece a sua voltail promotore ed il direttore del festeggiamento. Infatti pubblicava il municipioun bellissimo programma, saggiamente scritto e che, se fosse statofedelmente eseguito, non si avrebbero avuti a deplorare i fatti che ci restanoa narrare.La teoria, stando al programma, dopo esser salita al santuario, dovevascenderne silenziosa e dignitosamente sciogliersi, siccome s'addiceva adun popolo addolorato, ma pur costante nel generoso suo proposito. Ma ifaziosi, non cosi l'intendevano davvero, e poi volevano sfogare la loro rabbiadi vedersi tratto di mano dal municipio un mezzo sicuro di farsi avantied atteggiarsi a guidatore del popolo, siccome se ne vantavano i veri rappresentanti.La sera del 9 decembre, il circolo adunavasi e decideva che nonin corpo, ma quai semplici cittadini, i suoi socj avrebbero preso parte allafesta del lO. L'emigrazione, che qui ha un suo centro, un comitato, or dettod'insurrezione (s'intende lombarda), or di emigrazione, che ha fondi e distribuiscesoccorsi, quantunque assotigliata per la mancanza di molti e moltiche lasciarono la città dopo le sere dell'ottobre, decise di prender partealla festa, perché festa italiana. Noi non tratteggeremo la giornata del lOdecembre <strong>1848</strong>, che forse, favorita da bellissimo tempo, non era quella dell'anno'47,del vero santissimo anniversario; allora tutto spirava pace, amore,concordia, unione e deliberato proposito, fronti aperte e giulive; in questa,o dimessi volti o volti concitati. Si osservava da tutti la poca parte che viprendeva la popolazione, la quale, con indifferenza e freddezza, faceva daspettatrice. Il disordine delle poche falangi, che componevano il corteoera un emblema vivente della disunione e del disaccordo degli animi di tutti.Il clero, e non tutto, la civica, e non tutta, senz'armi; il municipio, gli studentie pochi altri drappelli; non fanciulli ordinati a schiere, non donne,non corporazioni, non armonia di parti .non maestà d'insieme.Però non mancavano le bandiere, ma non tante, non si bene e diligentementedistribuite come l'anno precedente. Eravi quella del 1746 inmezzo ad una deputazione popolana; non mancavano quelle col mottodi guerra e d'indipendenza; una grandissima con quello di evviva la CostituenteItaliana, ed un'altra nuova affatto, che si portava ben spiegata, ed240

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