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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itnelle idee di molti, divenne più generale. Scritti, stampe, accuse arrestiarbitrarii e maliziosi, scellerate accuse contro chiunque tentava con parolee con fatti di opporsi alle mene di quei faziosi. Ecco i primi frutti del Circolo.V. Ben presto i faziosi si crederono i padroni, infatti siccome chi nonera con essi, invece d'opporsi apertamente come facevano alcuni pochissimiindividui, intimoriti dalla paura che lor volevasi fare, stavano neghittosi,e perplessi. I faziosi, nell'ebbrezza de' loro trionfi sull'ordine e la legalitàresi audaci, pensarono di tentare un colpo, a cui eransi preparati da qualchetempo. Si era dai loro agenti tentato di sedurre i soldati, insinuando lorolo sprezzo pei loro capi, la disubbidienza, l'insubordinazione, e di questitentativi non mancarono a que' tempi gli avvisi e le prove alle autorità,che venivano avvertite e consigliate a stare in guardia ed a vigilare indefesse.Oh, quanti mali si sarebbero potuti evitare, se in mezzo a tante altreillegalità, il governo avesse preso alcune vigorose misure ed avesse datoansa al vero partito liberale; ma forse godeva di vedere così ingigantirel'anarchia! Genova unita poteva far tremare e precipitare con un voglioil ministero Pinelli; Genova disunita e lacerata da intestine discordie, neassicurava l'esistenza.Nella caserma dell'annona era aquartierato il 9° reggimento d'infanteria(brigata Regina). Sotto pretesto di indebite ritenute sulle loro paghee di altre lagnanze, una sera alcuni soldati tumultuarono; ma presto i loroufficiali li ricondussero al dovere. Ciò succedeva nell'interno della caserma,e forse il fatto neppur sarebbe venuto a cognizione della popolazione, seal momento della sommossa dei soldati, tutti i socj del Circolo Italiano nonsi fossero dati la posta con i loro seguaci sotto i finestroni del quartiere, edalle grida confuse che ne uscivano non avessero accoppiate più chiare esignificative grida. La sommossa era stata preparata mercè la loro cure,ed i faziosi gridavano « Fuora i nostri soldati, i nostri fratelli, viva la libertà,viva la repubblica » e cento altre simili grida. Molti erano i curiosi,talché l'assembramento presentava una certa consistenza. Pareto, che recavasial quartier generale suo, passando a caso, tentava invano dissiparlo;incontrato un drappello di civica e linea, ritornava alla sua testa e primacon le parole e poi colla risolutezza, cercava ricondurre all'ordine quei tumultuanti,se non che aveva poca gente seco, e questa circostanza resepiù audaci quei facinorosi, che accerchiavano il drappello e ne paralizzavanoi movimenti. Pareto, per liberarlo, ordina un bajo<strong>net</strong>ta avanti; a quesì'ordine,mille ingiurie sono scagliate contro di lui: « Come? Si assale ilpopolo sovrano! Abbasso Pareto, l'aristocratico! Abbasso! Viva Garibaldi!Morte a Pareto! Ed un mantovano, di quei certi bersaglieri detti di Carlo234

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