IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itPRO MEMORIA[Torino, 28 dicembre 1848]1Procurare di far sentire alla guardia nazionale di Genova che, inseguito alla determinazione che dovette prendere il ministero di metterei forti in istato di difesa esterna sul piede di guerra, la guardia nazionale,ove dovesse farne essa il servizio, si troverebbe nell'impossibilità di mandarload effetto, poiché sarebbe gravissimo. Questa circostanza è nuova,perché è sopravvenuta all'adesione prestata dalla guardia nazionale a prenderein custodia i forti. La guardia nazionale poi si screditerebbe essastessa, se, dopo di avere accettato il servizio, si trovasse costretta (e losarebbe certamente), per la sua gravezza, a ritirarsi.-1 Senza data e eenza firma. La grafia è autografa di Carlo Cadoma.66URBANO RATTAZZI A BUFFAAmico car.mo,Torino, 29 dicembre 1848.Vi scrivo non come membro del consiglio, ma come amico. Voi scriveteche assolutamente non potete desistere dal pensiero di consegnareil forte dello Sperone alla guardia nazionale e che a preferenza sareste determinatodi dare la vostra demissione. Scusatemi, ma né l'una, né l'altradeliberazione sarebbe conveniente: ci comprometterebbe tutti, e con noicomprometterebbe la causa italiana. La consegna del forte non potrebbea meno di far irrompere l'eccitazione dell'esercito, la quale pare ormaiassopita, anche senza far caso che sarebbe un'imprudenza grandissima,avuto riguardo alla nostra condizione rispetto all'Austria. D'altra partenon vedo come questo rifiuto di consegnare il forte possa comprometterevoi e noi, quasicchè siamo mancatori di parola. Le circostanze che sopragiunseroci hanno costretti a mutare pensiero; il cambiamento non è dunquenostro: tanto meno può dirsi che vi sia mala fede dal vostro canto.Voi poi in particolare, potendo rendere pubblico l'ordine che avete ricevutodal consiglio, siete al sicuro da qualunque attacco, e non potete essere196

www.accademiaurbense.itredarguito da cbichesia. Anzi, vorreste prendere su di voi le consegu~di un passo falso, quando, ceduto il forte alla guardia nazionale, si dovessesubire un assalto dal canto dell'Austria sopra codesta città? Di più, tuttiquelli che sono di buona fede, e che formano la grande maggioranza dellapopolazione, non potranno a meno di essere a noi propensi e collauderannoil nostro contegno. Riguardo a quelli che non sono di buona fede e cercanodi pescare nel torbido, non bisogna andargli indietro: anzi, è meglioresistere ad essi, valendocl dei mezzi. che la legge attribuisce.La vostra decisione poi oltrecché darebbe a noi tutti gravissimo dispiacere,sarebbe una determinazione nociva, nel senso che parrebbe una remissionefatta a tutto il partito aristocratico, il quale la desidera e quasila pretende; di più, farebbe supporre una scissura fra di noi. Lascierebbel'idea che la causa addotta per ricusare la concessione del forte non siasincera, ma ricercata. E voi credete che ciò non potrebbe a menodi renderei maggiormente deboli. Conosco abbastanza i vostri sentimentiper non porci in questa difficile condizione. Comprendo che la posizionevostra è difficile; non pensate che neppure noi siamo in mezzo alle rose.Tuttavia ci rimaniamo perché ci sembra che ritirandoci, le cose andrebberopeggio: abbiate, dunque, anche voi pazienza. Amatemi e credetemi, vostroaff.moRattazziA tMgO: All'Onorevole Sig. Domenico Bulla Ministro di Agricoltura e Commercio,Regio Commissario. Genova.67RICCARDO SINEO A BUFFAAmico mio.Torino, 29 dicembre 1848.Parecchi fra i nostri colleghi si sono assunti di rispondere al tuo dispacciod'ieri. Forse le cose scritte di qua con la staffetta d'ieri avrannomodificati i tuoi pensieri. Mi pare che tu possa trovare nella missione diQuaglia un ottimo disimpegno. La prima necessità è di difenderci dalnemico; tutti ne debbono essere persuasi. Mando per la posta Verga aFarcito, che me lo ha domandato. Vi manderemo ugualmente tutto ciòche tu e l'intendente potrete desiderare. Se possiamo combinare questoaffare di Genova in modo da acquietare i cittadini e l'esercito, avremo197

www.accademiaurbense.itPRO MEMORIA[Torino, 28 dicembre <strong>1848</strong>]1Procurare di far sentire alla guardia nazionale di Genova che, inseguito alla determinazione che dovette prendere il ministero di metterei forti in istato di difesa esterna sul piede di guerra, la guardia nazionale,ove dovesse farne essa il servizio, si troverebbe nell'impossibilità di mandarload effetto, poiché sarebbe gravissimo. Questa circostanza è nuova,perché è sopravvenuta all'adesione prestata dalla guardia nazionale a prenderein custodia i forti. La guardia nazionale poi si screditerebbe essastessa, se, dopo di avere accettato il servizio, si trovasse costretta (e losarebbe certamente), per la sua gravezza, a ritirarsi.-1 Senza data e eenza firma. La grafia è autografa di Carlo Cadoma.66URBANO RATTAZZI A BUFFAAmico car.mo,Torino, 29 dicembre <strong>1848</strong>.Vi scrivo non come membro del consiglio, ma come amico. Voi scriveteche assolutamente non potete desistere dal pensiero di consegnareil forte dello Sperone alla guardia nazionale e che a preferenza sareste determinatodi dare la vostra demissione. Scusatemi, ma né l'una, né l'altradeliberazione sarebbe conveniente: ci comprometterebbe tutti, e con noicomprometterebbe la causa italiana. La consegna del forte non potrebbea meno di far irrompere l'eccitazione dell'esercito, la quale pare ormaiassopita, anche senza far caso che sarebbe un'imprudenza grandissima,avuto riguardo alla nostra condizione rispetto all'Austria. D'altra partenon vedo come questo rifiuto di consegnare il forte possa comprometterevoi e noi, quasicchè siamo mancatori di parola. Le circostanze che sopragiunseroci hanno costretti a mutare pensiero; il cambiamento non è dunquenostro: tanto meno può dirsi che vi sia mala fede dal vostro canto.Voi poi in particolare, potendo rendere pubblico l'ordine che avete ricevutodal consiglio, siete al sicuro da qualunque attacco, e non potete essere196

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