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IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itnova. Non sarà quindi il consiglio per suggerire mai di allontanarsi dalsistema intrapreso, che, non dubita, raggiungerà lo scopo proposto. Lecognizioni, per altro, che da ogni parte pervengono al gabi<strong>net</strong>to, non glipermettono di recedere dalla persuasione che l'abbandono, anche parziale,dello Sperone che si facesse dalle truppe regolari, produrrebbe gravipericoli esterni, e serie perturbazioni nello Stato nostro.Non è senza fondamento il sospetto che Radetzky pensi ad assalirci.La concentrazione di nuove truppe in Piacenza è un fatto reale, e questapiazza non dista da Genova che 35 miglia. Per la valle della Trebbia edel Bisagno, un assalto od una sorpresa non sarebbero affatto assurdi.Quindi, sarebbe contrario alle più volgari regole di prudenza il non tenerei forti esterni di Genova nella miglior guardia, e come è consueto nei tempidi guerra. Il trascurarlo sarebbe troppo grave carico al ministero. Anzi,egli crede suo dovere il verificare se la condizione materiale dei forti siatale da resistere ad ogni improvviso attacco, ad un colpo di mano, ed atal uopo si spedisce il generale Quaglia. In una parola, la custodia regolaredei forti è il pensiero supremo del governo, e per togliere ogni posizioneequivoca al regio commissario, si spedisce al medesimo un ordine,o dichiarazione ostensibile. Quanto alle disposizioni intorno al CircoloItaliano, ai profughi e facinorosi estranei, il consiglio apprezza, ed approvapienamente la condotta propostasi dal regio commissario.Senza dubbio la fede, che è dovuta, e che il consiglio manterrà sempreinviolata alle parole ed al contegno del regio commissario, non permetterebbedi opporre fatti passati ai membri del Circolo Italiano, ed ilcensurarli ora, ed accusarli pei medesimi. Ma alcuni membri di esso, estraneialla città, notorii facinorosi, e di pessima fama, non potrebbero certamenteesser coperti dalla condotta politica del regio commissario.In genere, il consiglio è persuaso che, fintantochè il Circolo Italianoavrà un'esistenza legale, dopo un intervallo più o meno lungo di quiete,risorgerà sempre pericoloso ed anarchico. Lasciando pertanto, come già:si scrisse, alla prudenza del regio commissario il coglier l'occasione, ed ilricercare i modi più opportuni e convenienti, vede il consiglio indispensabileche prima della sua partenza cessi di avere un'esistenza legale il suddettocircolo e sia assolutamente sciolto di diritto.1 Senza data. Non reca in calce alcuna firma. La grafia è autografa di CarloCadorna.195

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