IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.it· circolo è conosciuto, ove noI fosse, eccolo. Siamo democratici, siamo delpopolo. Non perciò siamo esclusivi; per popolo intendiamo col Montanellila società in senso collettivo, cioè di tutti coloro che intendono al bene dellapatria. Noi non siamo impazienti; il nostro avvenire sfavilla da tutte leparti, e non siamo tali da rimetterei al caso, quando Dio ci assiste, perchéDio è col popolo. Noi non combattiamo per impieghi, per denaro, peregoismo. Non siamo di coloro che si opponevano al progetto di rendereGenova tutta portotranco perché non diminuissero di valore i magazzinidi portofrancoI Nostra fede è di camminare colla maggioranza della nazione.Dove sono governi stabiliti, noi diciamo loro: Camminate colla nazionee saremo d'accordo a camminare con voi. Se il governo farà il suo dovere,noi saremo contenti; non badiamo all'amor proprio, ma agli effetti utilialla patria.Qui il presidente accenna al grave errore che commetterebbero coloroi quali eccitassero tumulti, o disordini. Niuno del Circolo Italiano potècadere in tale errore; perchè ben vede il pretesto che ne trarrebbe il ministeroper colorire la pace che vuolsi imporre all'Italia; ei direbbe: comefare la guerra contra il tedesco se Genova si ribella,' se deesi invece ridurreall'ordine una città, che, coperta di favori non vuole star all'obbedienza.Non poter quindi il Circolo Italiano esser accusato. Molto meno delle coseavvenute ieri nel nono reggimento di fanteria. Qui narra le cause del malcontentodei soldati, e si lagna egli medesimo del crudele trattamento chericevono. Se i soldati, diceva, non poterono sostenere il sacco ed il cappotto,ciò dipese dalla fame orribile che loro'si era fatta soffrire. Per questa fameessi furono invece esposti a sostenere l'ignominia di tutta l'Europa, se noinon avessimo aperto gli occhi, e lavata l'ignominia dalla fronte dell'armata.L'ignominia è tutta di coloro che reggevano e reggono l'armata, i quali,dopo aver tolto all'armata una gloria immancabile al suo valore, li lascianoora nella paglia, e nella tortura degl'insetti. A siffatto malcontento si devonoi sussurri d'ieri sera. E se i soldati gridarono viva Genova,'viva il popokJ,ben'a ragione coloro che passavano dovevano soffermarsi per rispondereviva la brigata Regina.E qui il circolo tutto si leva irrompendo in tale un grido viva la brigataRegina, da vincer ogni altra eloquente dimostrazione di amor ai nostrifratelli, i soldati.Dopo ciò, continuava il presidente, sopraggiunsero guardie nazionalimiste a soldati condotti dal generale Pareto, mosso, non dubitiamo, dall'amorpatrio ad impedir disordini I Ma il popolo non voleva che corrispondereai soldati, e dare la mano fraterna allo stesso. Quindi altro battaglione;e poi altro battaglione; ma a che fare? Nulla, perché nulla era da far colà.148

www.accademiaurbense.itSolo si confermò che truppe e popolo sono uniti; ed è ciò che tutti i buonidesiderano, perchè coll'unione d'entrambi può prodursi il bene della patria.Adesso s'imputa al circolo di avere sedotti i soldati. Menzogna orribile lIl circolo sa che non dee mettersi a repentaglio per nulla tutta la cittàINoi sappiamo esser qui concentrata la rivoluzione! ma non di congiure,bensl nella parola, e quale? quella diretta a non rimaner incerti sulle nostresorti, e sulla nostra libertà e indipendenza. Se non vi sarà una pace benestabilita, non vi sarà mai sicurezza nel commercio! Noi sappiamo che suicampi lombardi giacciono cadaveri di fratelli che chiedono vendetta; vogliamoscuotere i governi dalla inerzia, o dalla perfidia. Noi vogliamo lacacciata dello straniero; perché senza questo, né commercio fìorido, nécampagne sicure. Se la parola non basterà, all'opera; ma niuna colpa potràmai apporsi a noi. Noi vogliamo esser rivoluzionarii, come lo fu CarloAlberto entrando nei campi lombardil Ma poi è forse il Circolo Italiano cheabbia diminuita la paga ai' soldàti, o fatto loro sofirire la fame? Di chi lacolpa; a lui l'accusa. Conchiuse invitando tutti a camminare diritti nellavia propostaci del bene della patria.Lazotti sorge e mostra l'ostinato sistema di voler non solo calunniareil Circolo Italiano, ma anche i 'lombardi, perché dei fatti avvenuti ieri serasi voleva dare la colpa agli emigrati. Spiega che questo sistema combinachiaramente coll'amnistia recentemente pubblicata a favore dei lombardida Radetzky. Si vuole a qualunque costo dal partito retrogrado che i lombardirìtomino alle case loro a baciar la mano del crudele oppressore.Ma che, grida l'oratore, Radetzkey è forse ora diverso da quel Radetzkycui si concedeva una misteriosa vittoria? Il ministero però non vuolevederli davanti a' suoi occhi; essi rappresentano la più viva protesta control'armistizio Salasco] Essi rinnovano colla loro presenza i rimorsi di que'tradimenti che non si vogliono scoprire. Ecco perché si calunniano. Maperché loro imputare anche cose assurde? Che hanno essi che fare con ciòche fa alzar grida di querela dai nostri soldati? Se i soldati hanno avutoper ricompensa paglia e pidocchi; se loro si toglie il necessario, ciò è dovutoai lombardi? Qual assurditàI I lombardi non possono accusarci chedi essere nel numero delle vittime come i soldati, perché invece dellacorona civica dovuta a valorosi combattenti per l'italiana indipendenza,si disputa ad essi accanitamente e barbaramente quell'elemosina che noiarrossiamo pel governo di vederli costretti a ricevere. L'oratore qui soggiunseche egli non vuole attaccare Pareto; esser sicuro del cuor del generaledella guardia nazionale, eletto dal popolo; ma non perciò dovereadulare l'ex-ministro degli affari esteri dell'opportunità di tutti i suoi attianche nella carica assegnatagli dal popolo. La voce pubblica sparsa per la149

www.accademiaurbense.it· circolo è conosciuto, ove noI fosse, eccolo. Siamo democratici, siamo delpopolo. Non perciò siamo esclusivi; per popolo intendiamo col Montanellila società in senso collettivo, cioè di tutti coloro che intendono al bene dellapatria. Noi non siamo impazienti; il nostro avvenire sfavilla da tutte leparti, e non siamo tali da rimetterei al caso, quando Dio ci assiste, perchéDio è col popolo. Noi non combattiamo per impieghi, per denaro, peregoismo. Non siamo di coloro che si opponevano al progetto di rendereGenova tutta portotranco perché non diminuissero di valore i magazzinidi portofrancoI Nostra fede è di camminare colla maggioranza della nazione.Dove sono governi stabiliti, noi diciamo loro: Camminate colla nazionee saremo d'accordo a camminare con voi. Se il governo farà il suo dovere,noi saremo contenti; non badiamo all'amor proprio, ma agli effetti utilialla patria.Qui il presidente accenna al grave errore che commetterebbero coloroi quali eccitassero tumulti, o disordini. Niuno del Circolo Italiano potècadere in tale errore; perchè ben vede il pretesto che ne trarrebbe il ministeroper colorire la pace che vuolsi imporre all'Italia; ei direbbe: comefare la guerra contra il tedesco se Genova si ribella,' se deesi invece ridurreall'ordine una città, che, coperta di favori non vuole star all'obbedienza.Non poter quindi il Circolo Italiano esser accusato. Molto meno delle coseavvenute ieri nel nono reggimento di fanteria. Qui narra le cause del malcontentodei soldati, e si lagna egli medesimo del crudele trattamento chericevono. Se i soldati, diceva, non poterono sostenere il sacco ed il cappotto,ciò dipese dalla fame orribile che loro'si era fatta soffrire. Per questa fameessi furono invece esposti a sostenere l'ignominia di tutta l'Europa, se noinon avessimo aperto gli occhi, e lavata l'ignominia dalla fronte dell'armata.L'ignominia è tutta di coloro che reggevano e reggono l'armata, i quali,dopo aver tolto all'armata una gloria immancabile al suo valore, li lascianoora nella paglia, e nella tortura degl'insetti. A siffatto malcontento si devonoi sussurri d'ieri sera. E se i soldati gridarono viva Genova,'viva il popokJ,ben'a ragione coloro che passavano dovevano soffermarsi per rispondereviva la brigata Regina.E qui il circolo tutto si leva irrompendo in tale un grido viva la brigataRegina, da vincer ogni altra eloquente dimostrazione di amor ai nostrifratelli, i soldati.Dopo ciò, continuava il presidente, sopraggiunsero guardie nazionalimiste a soldati condotti dal generale Pareto, mosso, non dubitiamo, dall'amorpatrio ad impedir disordini I Ma il popolo non voleva che corrispondereai soldati, e dare la mano fraterna allo stesso. Quindi altro battaglione;e poi altro battaglione; ma a che fare? Nulla, perché nulla era da far colà.148

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