IL REGNO DI SARDEGNA NEL 1848-1849 - archiviostorico.net
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www.accademiaurbense.itsoppressi i circoli dello stato ecc. ecc. ma. cose senza alcun fondamento.G. Giordani l mi ha dato questa sera al caffè i tuoi Alcuni cenni giordafUSchi.Me li son divorati con piacere, studiandovi il tuo modo di dire.lo pure già scrissi la mia memoria di quanto operò ne' sette anni che funel posto. E quando forse del 'SO pubblicheremo gli Atti dell'Accademiadel 1848 e '49 (se del 'SO saremo quieti) pubblicherò insieme alcune sue letteree altro che mi par bello ed utile a pubblicarsi. lo spero da ora ad allorache ci rivedremo, e porrò il tutto sotto la tua lima. M'è spiaciuto il cartellinonella coperta dell'opuscolo che dice non avere avuto da un pezzo mia lettera.Per Dio I mi dispiace, perché mi fa temere che l'ultima mia letteragiornale,di tre pagine zeppe, non l'abbia avuta, e sia stato violato il segretopostale, o si sia smarrita. Basta. Vo' sperare che a quest'ora l'avrairicevuta. E poi, per Dio sagrato, cos'è quest'etichetta fra compari ed amici?Se qualche volta non scrivo io, scrivi tu, che sei sempre colla penna in mano,e non monti la guardia. Addio.1 Gaetano Giordani di Budrio (18()()"1873), ispettore della pinacoteca di Bologna.AUegato IINARRAZIONE VERA DEL FATTO ACCADUTO SOTTO IL PALAZZO TURSILA SERA DEL 28 OTTOBRE 1848 1Conoscendo io questo fatto, successo sotto al palazzo Tursi, cosi erroneamentedescritto nel supplemento della gazzetta di Genova, e nel CorriereMercantite, cosi svisatamente raccontato, come nei meno veri manifestifirmati Pareto (io dico non veri perché i fatti compiuti ne provanoabbastanza la studiata inesattezza), io, per amore della verità, e per nonveder più oltre ingannati i miei concittadini, mi fo un dovere di raccontareil fatto puramente come sta, essendo io stesso testimonio oculare,assieme a parecchie centinaia d'altri cittadini.Anzi tutto è utile sapere come il giorno avanti una massa di onoraticittadini, volendo inaugurare la costituente proclamata in Toscana, percorrevapacificamente le principali vie della città, alzando grida giulive diviva la Costituente Italiana, ed abbasso il ministero Pinelli, arrivata vicinoalla darsena, venne improvvisamente barrata la strada da varie compagniedi soldati. Un generoso cittadino alzava la parola per dire che non sipoteva impedire il libero passo, né sciogliere una pacifica riunione di cittadiniquando cercano di manifestare più colle parole che con scritti le libereloro opinioni: l'ufficiale comandante i soldati, benché detta qualche parola138
www.accademiaurbense.itin contrario, intese però il diritto del popolo e lasciava liberamente transitarela comitiva, che indi a poco, tranquillamente si sciolse.Il domani tutti ben sanno, come volendo inaugurare il fausto avvenimentodella Toscana si stampavano varii cartelli con viva la CostituenteItaliana e venivano pubblicamente affissida uno dei soliti uomini di piazza:quest'uomo, io dico, avrà forse sbagliato! ma se mai avrà sbagliato comequelli che affiggevanoi cartelloni di viva Giobertie viva Pareto, poiché questitali, per quanto io mi sappia, non presero nemmen loro il permesso dall'intendente.Il fatto si sta che questi scritti venivano lacerati e staccati dacarabinieri assistiti (curiosa a dirsi) da guardie nazionali; quale impressionepoteva fare un atto simile, lascio considerarlo ai veri Italiani ed ai piùmoderati cittadini. Non basta: si passava poi all'illegale arresto del poveruomo che affiggeva i noti cartelli. Venne la sera allora che una numerosìssimacomitiva di eletto popolo, (giacché la qualità degl'infelici feriti emorti dimostra bastantemente, di quali onorate persone era formata) procedevaquesta comitiva con grida viva la Costituente Italiana, nanti ilpalazzo ex gesuiti, ora Guardia Nazionale, quando fermatasi sotto le finestredello stato maggiore, si pose a gridare viva Pareto per chiamarloalla finestra, il quale si affacciò, ed allora varii individui presero alternativamentela parola, facendo conoscere con modeste parole l'illegalità delnominato arresto, e che il popolo conosceva i suoi diritti e che domandavala libertà di quell'uomo; il generale Lorenzo Pareto, secondo il solito, rispondevacon melate parole, ma diceva che anzi crederebbe atto incostituzionalela liberazione di quell'individuo, il sig. Federici appoggiava purele parole del sig. Pareto, ed in questo modo divenivano sempre più vivele parole del popolo con quelle del generale, credendolo suo difensore, chefermo non volle mai cedere ad una cosi semplice concessione; che avrebbeforse evitata tanta effusione del sangue fraterno.Finalmente, vedendo come l'effervescenza cresceva nella moltitudine,invitava due o tre della comitiva, i quali subito si accinsero persalire; ma appena presentatisi sulla soglia, perché forse seguiti da molti altri,gli fu chiusa la porta in faccia, vibrando varie puntate di spada o baionettaferendo già vari individui, tra i quali l'ornatissimo giovane Chiozza. Si èallora che crebbe l'ira del popolo, e si sfogava con rompere una sediach'era sulla porta, lanciando qualche pezzo della stessa alle finestre (ionon approvo in nessun modo atti di simile violenza), ma pure era questo,dopo tante provocazioni il solo delitto di quella moltitudine, quandoSatanna consigliava senza nessun avviso il fuoco omicida sopra i proprifratelli, scintilla di fuoco, forse di chi sa quale incendio!Il primo colpo di fucile partiva dal terrazzo a ponente da uno che139
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