TC genn06.indd - Fraternità Sacerdotale di San Pio X

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nascondersi qualora fosse venuto a trovarlo.Per riguardo alle suppliche contenute nellalettera, il Santo scese in città per incontrarelʼalto dignitario. Questo fece al santo laproposta di venire con lui a Costantinopoli,dove dopo aver vendute le sue «immensericchezze e proprietà senza fine» avrebbefondato un monastero, preso lui stessolʼabito e procurato al santo la possibilitàdi «godere della familiarità con i piissimiImperatori». San Nilo declinò la propostadicendo che dubitava che per tonsurarecoloro che desideravano di rinunziare almondo vi fosse bisogno di lui. «Se propriotu volessi preferire la mia nullità – proseguìil santo – vieni meco nel ritiro, in cui noidimoriamo, e batti la via stretta con noi,giacché tu non potresti assolutamentedivenire povero nello spirito se primatotalmente non lo fossi nel corpo…»( 26 ).Lʼeunuco non si fece monaco.SAN NILO, MOLTO POCO“ECUMENICO”Il Metropolita di Otranto, Battone,vantava falsamente legami familiari conil Califfo dʼAfrica Al-Mouizz. Sua sorellasarebbe stata moglie del Califfo. Tuttʼalpiù invece ne fu una fra le tante schiave. Diritorno dallʼAfrica, dove si era recato perriscattare degli schiavi cristiani, approdòalla spiaggia di Rossano e chiese del Santoper ottenere il beneficio delle sue preghiere.San Nilo rispose: «Ascolta, o Signore,i miei consigli; non ti rivolgere più acodesta razza di vipere (i Saraceni); giacchéessi dopo averti ripieno di adulazioni, tipasseranno a fil di spada, e di poi berrannoanche il tuo sangue; non affaticarti per lapace della Calabria, né chiedila; ché ciò nonpiace punto al Signore dellʼuniverso». Alnipote del Vescovo che fece notare quanteanime aveva salvato il Metropolita il santoreplicò: «Non ha riscattato anime, ma corpi;alla maggior parte di costoro giova anzila tribolazione del corpo; ad essi lʼessereliberi è occasione di molti mali, comegiovano ai pazzi furiosi le restrizioni dellalibertà e del cibo prescritto loro dai medici.Questi mali, sebbene sembrino dolorosi,se non conferissero alla salute di molti,Dio non li avrebbe permessi. Ciò però nontoglie che coloro che ne hanno la possibilitànon debbano aiutare questi infelici»( 27 ).Il Metropolita non accettò i consigli delSanto, ma fu costretto a fare la fine che gliera stata profetizzata…Questo atteggiamento poco concilianteverso lʼIslam non impediva a san Nilo digodere del più grande rispetto da parte delleautorità musulmane, come, per esempio,dellʼEmiro di Palermo Aboul-el-Kasem.RISPOSTE DEL SANTOALLʼEBREO DOMNOLOIl medico Domnolo - un ebreo che ilgiovane Nicola Malena aveva frequentatoin gioventù e di cui aveva anche letto ilibri - oltre che proporre a san Nilo le suecure mediche che il Santo rifiutò, gli chieseinsieme al suo compagno di parlare lorodi Dio. Il Santo li invitava a passare inmonastero un tempo uguale a quello chepassò Mosè sul monte per poter intenderela parola di Dio. Altrimenti, «se parlassi oradi Dio io non farei che scrivere sullʼacquae seminare nel mare». I due compagnirisposero che non potevano fermarsiin monastero altrimenti sarebbero statiscacciati dalla sinagoga e lapidati dai lorocorreligionari. «È proprio per questo -rispose il Padre - che i vostri padri morirononellʼinfedeltà, come riferisce lʼEvangelista:“Molti dei capi credettero in Gesù, ma pertimore dei Giudei non lo confessarono,per non venire messi fuori della sinagoga;poiché essi amarono più la gloria degliuomini che la gloria di Dio”»( 28 ).SAN NILO ABBANDONA PERSEMPRE LA SUA PATRIAGiunto nellʼanno 978 il santo monacoseguì lʼesempio dei suoi padri, i santi Fantinoe Saba. Con i loro discepoli del Mercurionavevano raggiunto le terre longobarde nel953, dopo la distruzione di centinaia dimonasteri da parte dei Saraceni. Comenei territori bizantini, così anche in quellilongobardi i monaci italo-greci fungevanoda garanti e legittimatori dellʼautoritàcivile e nel contempo da protettori dellapopolazione rurale. Nelle vicende cheLa TradizioneCattolica44

opposero o ravvicinarono la corte diCostantinopoli a quella sassone degli Ottoniintervenivano, prima dellʼarrivo di san Nilonelle terre longobardi, i santi Saba e Luca.I governatori bizantini chiesero a san Sabadi intervenire presso Ottone II affinchénon intervenisse in Italia meridionale.Ottone II considerò lʼItalia meridionalecome la dote di sua moglie Teofano, figliadellʼImperatore Romano II. Anche ilprincipe di Salerno si rivolse a san Sabaper ottenere da Ottone la liberazione di suofiglio, tenuto in ostaggio alla corte sassone.Il territorio longobardo si prestava moltobene allʼufficio di mediatori e pacificatoriche svolsero i santi monaci. Infatti i potentiprincipati longobardi confinavano al nordcon lo Stato Pontificio e col Ducato diSpoleto e a sud con i territori bizantini.Come si è già detto gravitarono oraintorno allʼastro bizantino ed ora a quellogermanico a seconda dei propri interessi odelle circostanze.SAN NILO IN TERRITORIOLONGOBARDOIl principe di Capua, Pandolfo ICapodiferro, accoglie San Nilo con il disegnodi farlo elevare a quella sede arcivescovile.Con quella di Rossano fu la seconda voltache il monaco rifiutò una sede vescovile.Lasciata Capua, più di sessanta monaci alseguito di san Nilo si recarono al monasterodi Vallelucio, nei pressi di Monte Cassino.Aligerno, santo e dotto abate di MonteCassino, per espresso desiderio concesseai monaci quel monastero. Lʼincontrofra le due comunità monastiche, quellaoccidentale di san Benedetto e quella grecadi san Nilo, rappresenta uno dei momentisalienti nella vita del Santo, fondatoreappunto del più importante monastero grecoa Roma: Grottaferrata. Arrivato a MonteCassino «gli venne incontro sino ai piedidel monte tutta la Comunità dei monaci,anche i sacerdoti ed i diaconi, rivestiti degliabiti sacri come in giorno festivo, recandoin mano ceri e gli incensieri; e con questapompa introdussero il Beato nel monastero.Sembrava loro di ascoltare e di vedere o ilgrande Antonio venuto da Alessandria, omeglio, il grande Benedetto, il divino lorolegislatore e maestro, risorto dai morti».In unʼaltra occasione salì al monasteroe cantò per tutta la notte lʼUfficiaturacomposta da lui in onore di san Benedetto.A lungo sʼintrattenne con ciascuno deimonaci, rispondendo alle loro domandee formulando la celebre definizione dellavita monastica: “Il monaco o è angelo odemonio”.SANTʼADALBERTO DI PRAGA,POSTULANTE A VALLELUCIORitornato al monastero di Vallelucioricevette la visita di santʼAdalberto,Arcivescovo di Praga. Desideroso di farsimonaco a Monte Cassino, fu deluso dalclima che vi regnava sotto il nuovo abateMansone e decise di prendere lʼabito aVallelucio. San Bartolomeo non riportalʼepisodio dellʼincontro dei due santi. Ilbiografo del santo Vescovo, GiovanniCanapaio, invece narra il fatto. SanNilo rispose alla richiesta del Vescovodi farsi monaco: «Figlio carissimo, io tiriceverei molto volentieri, purché questatua ammissione non portasse nocumentoa me ed i miei, e fosse di giovamento a te.Giacché, come ti attestano questʼabito ed ipeli della mia barba, io non sono indigeno,ma greco, e quel tanto di terra che io ed imiei coltivano, è proprietà di coloro, cui,per altro, tu fai bene a sfuggire»( 29 ). SanNilo, con una lettera di raccomandazione,lo indirizza al monastero dei SS. Alessio eBonifazio sullʼAventino.Un altro candidato fu invece subitoaccolto a braccia aperte. Si tratta delgiovane Basilio di Rossano, fuggitoallʼinsaputa dei suoi per mettersi sotto laguida del suo grande conterraneo Nilo.Fu il monaco prediletto del Santo al qualediede il nome di Bartolomeo. Sarà perlʼultima decina di anni lʼaccompagnatorefedelissimo di san Nilo, il suo biografo eco-fondatore di Grottaferrata.TRASFERIMENTO DALPRINCIPATO DI CAPUA A GAETANel 994 la comunità cenobiticaniliana raggiunse lʼultima tappa primadella fondazione di Grottaferrata. Oramaii rapporti con lʼabate Mansone si erano45La TradizioneCattolica

opposero o ravvicinarono la corte <strong>di</strong>Costantinopoli a quella sassone degli Ottoniintervenivano, prima dellʼarrivo <strong>di</strong> san Nilonelle terre longobar<strong>di</strong>, i santi Saba e Luca.I governatori bizantini chiesero a san Saba<strong>di</strong> intervenire presso Ottone II affinchénon intervenisse in Italia meri<strong>di</strong>onale.Ottone II considerò lʼItalia meri<strong>di</strong>onalecome la dote <strong>di</strong> sua moglie Teofano, figliadellʼImperatore Romano II. Anche ilprincipe <strong>di</strong> Salerno si rivolse a san Sabaper ottenere da Ottone la liberazione <strong>di</strong> suofiglio, tenuto in ostaggio alla corte sassone.Il territorio longobardo si prestava moltobene allʼufficio <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atori e pacificatoriche svolsero i santi monaci. Infatti i potentiprincipati longobar<strong>di</strong> confinavano al nordcon lo Stato Pontificio e col Ducato <strong>di</strong>Spoleto e a sud con i territori bizantini.Come si è già detto gravitarono oraintorno allʼastro bizantino ed ora a quellogermanico a seconda dei propri interessi odelle circostanze.SAN NILO IN TERRITORIOLONGOBARDOIl principe <strong>di</strong> Capua, Pandolfo ICapo<strong>di</strong>ferro, accoglie <strong>San</strong> Nilo con il <strong>di</strong>segno<strong>di</strong> farlo elevare a quella sede arcivescovile.Con quella <strong>di</strong> Rossano fu la seconda voltache il monaco rifiutò una sede vescovile.Lasciata Capua, più <strong>di</strong> sessanta monaci alseguito <strong>di</strong> san Nilo si recarono al monastero<strong>di</strong> Vallelucio, nei pressi <strong>di</strong> Monte Cassino.Aligerno, santo e dotto abate <strong>di</strong> MonteCassino, per espresso desiderio concesseai monaci quel monastero. Lʼincontrofra le due comunità monastiche, quellaoccidentale <strong>di</strong> san Benedetto e quella greca<strong>di</strong> san Nilo, rappresenta uno dei momentisalienti nella vita del <strong>San</strong>to, fondatoreappunto del più importante monastero grecoa Roma: Grottaferrata. Arrivato a MonteCassino «gli venne incontro sino ai pie<strong>di</strong>del monte tutta la Comunità dei monaci,anche i sacerdoti ed i <strong>di</strong>aconi, rivestiti degliabiti sacri come in giorno festivo, recandoin mano ceri e gli incensieri; e con questapompa introdussero il Beato nel monastero.Sembrava loro <strong>di</strong> ascoltare e <strong>di</strong> vedere o ilgrande Antonio venuto da Alessandria, omeglio, il grande Benedetto, il <strong>di</strong>vino lorolegislatore e maestro, risorto dai morti».In unʼaltra occasione salì al monasteroe cantò per tutta la notte lʼUfficiaturacomposta da lui in onore <strong>di</strong> san Benedetto.A lungo sʼintrattenne con ciascuno deimonaci, rispondendo alle loro domandee formulando la celebre definizione dellavita monastica: “Il monaco o è angelo odemonio”.SANTʼADALBERTO DI PRAGA,POSTULANTE A VALLELUCIORitornato al monastero <strong>di</strong> Vallelucioricevette la visita <strong>di</strong> santʼAdalberto,Arcivescovo <strong>di</strong> Praga. Desideroso <strong>di</strong> farsimonaco a Monte Cassino, fu deluso dalclima che vi regnava sotto il nuovo abateMansone e decise <strong>di</strong> prendere lʼabito aVallelucio. <strong>San</strong> Bartolomeo non riportalʼepiso<strong>di</strong>o dellʼincontro dei due santi. Ilbiografo del santo Vescovo, GiovanniCanapaio, invece narra il fatto. <strong>San</strong>Nilo rispose alla richiesta del Vescovo<strong>di</strong> farsi monaco: «Figlio carissimo, io tiriceverei molto volentieri, purché questatua ammissione non portasse nocumentoa me ed i miei, e fosse <strong>di</strong> giovamento a te.Giacché, come ti attestano questʼabito ed ipeli della mia barba, io non sono in<strong>di</strong>geno,ma greco, e quel tanto <strong>di</strong> terra che io ed imiei coltivano, è proprietà <strong>di</strong> coloro, cui,per altro, tu fai bene a sfuggire»( 29 ). <strong>San</strong>Nilo, con una lettera <strong>di</strong> raccomandazione,lo in<strong>di</strong>rizza al monastero dei SS. Alessio eBonifazio sullʼAventino.Un altro can<strong>di</strong>dato fu invece subitoaccolto a braccia aperte. Si tratta delgiovane Basilio <strong>di</strong> Rossano, fuggitoallʼinsaputa dei suoi per mettersi sotto laguida del suo grande conterraneo Nilo.Fu il monaco pre<strong>di</strong>letto del <strong>San</strong>to al quale<strong>di</strong>ede il nome <strong>di</strong> Bartolomeo. Sarà perlʼultima decina <strong>di</strong> anni lʼaccompagnatorefedelissimo <strong>di</strong> san Nilo, il suo biografo eco-fondatore <strong>di</strong> Grottaferrata.TRASFERIMENTO DALPRINCIPATO DI CAPUA A GAETANel 994 la comunità cenobiticaniliana raggiunse lʼultima tappa primadella fondazione <strong>di</strong> Grottaferrata. Oramaii rapporti con lʼabate Mansone si erano45La Tra<strong>di</strong>zioneCattolica

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