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TC genn06.indd - Fraternità Sacerdotale di San Pio X

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<strong>di</strong> una fondazione pia poteva suscitare ilsospetto <strong>di</strong> commercio illecito contrarioal <strong>di</strong>vieto esplicito per gli alti funzionari<strong>di</strong> arricchirsi in qualsiasi modo durantelʼesercizio della loro carica. La celebreNovella emanata dallʼImperatore RomanoLecapeno nel 934, vietava rigorosamenteai governatori provinciali <strong>di</strong> acquisire, atitolo sia oneroso sia gratuito, beni mobilie immobili situati nella provincia, pena laconfisca della loro fortuna. Ugualmenteera loro proibito <strong>di</strong> esercitare commercio,<strong>di</strong> prestare denaro con o senza interessie <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare per proprio guadagno.Come vedremo più avanti, questa leggefu aggirata e i funzionari trovavano ilmodo per arricchirsi( 17 ), ma evitarono <strong>di</strong>farlo su un monastero, in più fondato daloro nella propria città… Eufrasio si recòdunque a Rossano per far vedere «“chiè - come <strong>di</strong>ceva - il Calogero Nilo e chilʼimperiale Eufrasio”. Ed ecco infatti checostui, creato dagli Imperatori Giu<strong>di</strong>cedʼItalia e <strong>di</strong> Calabria, con grande fasto edostentazione venne in Rossano. Tutti gliegumeni della regione accorrevano a luicon donativi e con adulazioni, per averneprotezione ed aiuto. Ma il nostro venerandoPadre Nilo, per non dare a vedere <strong>di</strong> qualidal Reale Profeta, con qualche <strong>di</strong>spregio,sono chiamati “figli degli uomini, da cuinon vʼè a sperare salvezza”, non inviòdonativi, quasi per mitigare le minacce<strong>di</strong> quellʼar<strong>di</strong>to arrogante. Se ne restòinvece nella solitu<strong>di</strong>ne del suo monastero,pregando Dio e per la salvezza <strong>di</strong> tuttoil mondo e per la salute spirituale delprincipe»( 18 ). Lʼatteggiamento del monacoaccese <strong>di</strong> sdegno lʼanimo del superboEufrasio, il quale tuttavia, colpito da unaterribile cancrena allʼapparato genitale,dovette ben presto mutare le minaccecontro il monaco in supplichevoli preghierefino a richiedere con insistenza <strong>di</strong> ricevereegli stesso, proprio per mano <strong>di</strong> Nilo lʼabitomonastico. Dopo tre lunghi anni dʼintensesuppliche san Nilo lo esau<strong>di</strong>sce e il giu<strong>di</strong>ce,rivestito dellʼabito angelico, fece una piamorte.SAN NILO SALVA LA CITTÀDALLO STERMINIORossano doveva essere punita per unagrave <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza verso lʼImperatore. Aquesto scopo venne a Rossano il MagistrosNiceforo. «Reggeva allora lʼuna e lʼaltraregione (i due temi) dʼItalia e della nostraCalabria il Maestro Niceforo, il primo elʼunico che dai pii Imperatori fu mandatonelle predette regioni insignito <strong>di</strong> così alta<strong>di</strong>gnità»( 19 ). Infatti fu una novità che unsolo magistros, comandante <strong>di</strong> tutta unaarmata governasse i due temi. Il titolo<strong>di</strong> magistros supera il quadro del tema edesigna il comandante <strong>di</strong> una armata. Lamisura eccezionale era dovuta alla urgenteriorganizzazione dellʼItalia meri<strong>di</strong>onaleche si imponeva dopo la tremenda <strong>di</strong>sfattasubita dallʼesercito bizantino da parte deiSaraceni nello Stretto <strong>di</strong> Messina neglianni 964-965. A questo scopo fu mandatoun magistros. Nella gerarchia della Corte<strong>di</strong> Bisanzio i magistroi prendevano postoimme<strong>di</strong>atamente dopo la famiglia imperiale.Niceforo nel voler riorganizzare la <strong>di</strong>fesamilitare dei due temi obbligò tutte le cittàcalabresi ad allestire esse stesse una flottacomposta da chelan<strong>di</strong>e, cioè caravelle snellee veloci. La Calabria era del tutto sfornita <strong>di</strong>questo mezzo in<strong>di</strong>spensabile per la <strong>di</strong>fesadelle coste dagli attacchi arabi provenientidalla Sicilia. «Mal tollerando una taleimposizione gli abitanti <strong>di</strong> Rossano, nonavvezzi al duro servizio delle chelan<strong>di</strong>e,dopo averle costruite, sul punto <strong>di</strong> vararle inmare, infiammati <strong>di</strong> sdegno – nel quale essisuperano tutti gli altri Calabresi – si gettanoin massa, con le faci in mano ed altamenteschiamazzando, sulle navi, ed appiccatoviil fuoco ne decapitarono i capitani»( 20 ).Consci della loro ribellione, i Rossanesi,nel dubbio se ribellarsi completamente escuotere ogni sottomissione agli imperiali ochiedere venia me<strong>di</strong>ante sborso <strong>di</strong> denaro sidecisero <strong>di</strong> chiedere a san Nilo <strong>di</strong> costituirsime<strong>di</strong>atore. <strong>San</strong> Nilo riuscì non solo arisparmiare la vita a tutti i citta<strong>di</strong>ni, ma fuanche evitato il passaggio <strong>di</strong> tutti beni dellacittà al fisco. A Niceforo il <strong>San</strong>to esposequesti suoi argomenti: «Non si può negareche fu commesso un gravissimo male edLa Tra<strong>di</strong>zioneCattolica42

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