Nilo si recò in cattedrale per ringraziarelʼAchiropita <strong>di</strong> questo pro<strong>di</strong>gio. Per nonessere riconosciuto dalla folla indossò unmantello ed in testa si lego una pelle <strong>di</strong>volpe tanto da farsi chiamare dai ragazziniBulgaro, Franco e Armeno. I sacerdotidella cattedrale si gettarono in ginocchiopresi <strong>di</strong> stupore per questa sua venuta aRossano. Congedatili tutti, rimase solo conil suo maestro Canisca.LʼAVARIZIA DELMAESTRO CANISCAUn lungo <strong>di</strong>alogo riporta lo zelo colquale il <strong>San</strong>to tenta <strong>di</strong> liberare il maestrodal vizio dellʼavarizia. Gli <strong>di</strong>sse: «Coloroche si vedono costretti dalla necessità aprocurarsi il pane quoti<strong>di</strong>ano, giustamentedevono darsi ai negozi, ma tu che non ne haibisogno, perché sì stoltamente ti attacchia simili lordure e ne tolleri il fetore?».Il maestro, celibe né a<strong>di</strong>to alla gola, allapigrizia o altri vizi rispose che voleva datanto seguire il suo <strong>di</strong>scepolo, «ma pernon poter vivere senza il vino», decise <strong>di</strong>desistere da questo progetto. «Maestro mio,ahimè! - replicò il <strong>di</strong>scepolo - Tu alloravorrai fare penitenza, quando questa non tigioverà più!». Non passò molto tempo cheil nipote del maestro venne al monasterocon una lettera per san Nilo da parte dellozio che chiese <strong>di</strong> venire ad assisterlo mentrese ne stava morendo. Inoltre gli facevadono <strong>di</strong> tutte le sue ricchezze. Il <strong>San</strong>torispose al latore della lettera: «Cristo nonha bisogno del denaro <strong>di</strong> tuo zio, poichéEgli stesso ha detto: “Date a Cesare quelche è <strong>di</strong> Cesare, e a Dio quel che è <strong>di</strong> Dio”.Tu vaʼ pure, che forse più non lo vedrai invita”. Infatti tornato <strong>di</strong> tutta corsa lo trovògià morto, e tutto il suo avere era già andatoin mano del fisco»( 14 ).Vi fu un altro caso in cui il <strong>San</strong>to benvolentieri accettò <strong>di</strong> evitare che un beneecclesiastico vada in mano alla rapacitàed insaziabilità dei governanti. Si trattavadellʼoratorio femminile in onore <strong>di</strong> <strong>San</strong>taAnastasia, eretto dal giu<strong>di</strong>ce imperialedʼItalia e <strong>di</strong> Calabria Eufrasio e affidato alla<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> un monaco <strong>di</strong> nome Antonio.Prima <strong>di</strong> morire il monaco si rivolse a sanNilo per mettere lʼistituto in mani sicure.Con cura san Nilo prese la gestione <strong>di</strong>questo istituto e ricostituì il monastero.<strong>San</strong> Nilo era in quei tempi moltoricercato da chi aveva bisogno <strong>di</strong> aiuto,dato che san Fantino e tanti altri monaci <strong>di</strong>erano già rifugiati nel Salernitano, come<strong>di</strong>mostra lʼepiso<strong>di</strong>o seguente.UN TERRIBILE DEMONESCACCIATO DA SAN NILODa lontano venne Polieuto, un altoufficiale dellʼesercito bizantino. Stratilatesignifica che comandava le milizie stanziatenel tema <strong>di</strong> Calabria. Alle instanti preghieredel capitano il <strong>San</strong>to Monaco si allontanòper timore che una volta scacciato ildemone la fama si propagasse in tal mododa fargli perdere la tranquillità dellasolitu<strong>di</strong>ne. Visto però che per giorni ilpadre insistette, senza neanche farsi vedereor<strong>di</strong>nò al monaco del monastero insignitodellʼOr<strong>di</strong>ne sacro <strong>di</strong> pregare sul posseduto,<strong>di</strong> ungerlo con lʼolio della lampada e <strong>di</strong>licenziarlo. Narra la biografia: «Il giovanefu subito risanato, mentre il demonio gliusciva come nera caligine dagli organidei sensi»( 15 ). I miracoli perpetrati dal<strong>San</strong>to furono molto numerosi, soprattuttoquelli delle guarigioni e delle liberazionidalla possessione operate a <strong>di</strong>stanza.«E se particolarmente io volessi quiregistrare tutti questi pro<strong>di</strong>gi – scrive sanBartolomeo – non mi basterebbe il tempo,pur sorvolandoli solamente. Si contentinole anime pie <strong>di</strong> averne appreso almenouna piccola parte, come “dalle unghie siriconosce il leone”»( 16 ).LE ALTE CARICHE DELLAGERARCHIA BIZANTINA INVISITA DALLʼEREMITA<strong>San</strong> Nilo ricevette la visita da <strong>di</strong>gnitaricon titoli come Stratega, giu<strong>di</strong>ce imperiale,cubiculario, domestico, stratilate, etc.,delle quali occorre spiegare le funzioninel quadro e nella struttura della societàbizantina. Alla fine del secolo VI, dopo laguerra gotica ebbe luogo la così detta primacolonizzazione bizantina: lʼistituzionedellʼesarcato <strong>di</strong> Ravenna e del tema <strong>di</strong>La Tra<strong>di</strong>zioneCattolica40
Interno della chiesa <strong>di</strong> <strong>San</strong>Giovanni Theresti (sec. XI)in stile bizantino con influssonormanno (Bivongi, RC).Questo gioiello, salvato dalloscisma <strong>di</strong> mille anni fa, è statorecentemente consegnato agliscismatici del Monte Athos...Sicilia. Nella seconda metà del secolo IX,durante le incursioni arabe e le lotte frabizantini e Longobar<strong>di</strong> per la predominanzain Italia meri<strong>di</strong>onale, ebbe luogo laseconda colonizzazione. In questo periodo,specialmente dopo lʼoccupazione bizantina<strong>di</strong> Bari (876) fu riformata lʼorganizzazionedelle province o temi. Furono creati i giànominati temi <strong>di</strong> Calabria e Longobar<strong>di</strong>ao dʼItalia ai quali fu poi sovrapposto nelsecolo X il Catepanato con sede a Bari.Il tema era un territorio sul qualeBisanzio esercitava una specie <strong>di</strong>governatorato militare. Vi era <strong>di</strong> stanzapermanente una guarnigione con il compito<strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere il territorio in questione. LoStratega, capo militare e civile del temalo governava alle <strong>di</strong>rette <strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong>Costantinopoli. Nel suo compito lo Strategaera coa<strong>di</strong>uvato da tre Giu<strong>di</strong>ci imperiali:lʼEparca o Prefetto della Capitale che neisecoli nono e decimo fu uno dei personaggipiù considerevoli dellʼImpero, il Questoreed il Prefetto delle istanze. Un altrocoa<strong>di</strong>utore del governatore, il Domestico,era come il Capo <strong>di</strong> Stato Maggiore,addetto al reclutamento, allʼintendenza edallʼamministrazione militare. Comandavai tagmata ossia i reggimenti dellaguar<strong>di</strong>a imperiale, ed i themata ossiai reggimenti delle province. I quadridellʼamministrazione civile locale con ifunzionari presi dalle famiglie nobiliarilocali furono mantenuti, ma soggetti alleautorità militari. Venivano quin<strong>di</strong> altriufficiali subalterni, addetti ad uffici militarie civili <strong>di</strong> minor grado. Verso tutti questi<strong>di</strong>gnitari, san Nilo non si lasciò mai sedurredal rispetto umano.IL DOMESTICO LEONE CON ILPROSTOSPATARIO NICOLAIn una lunga conversazione il santomonaco cercò <strong>di</strong> attirarli alla vita monastica.Senza aver ottenuto alcun risultato il <strong>San</strong>tosi ritirò mentre i due visitatori si miseroa indossare con irriverenza lʼabito <strong>di</strong> unmonaco. «Ebbene - <strong>di</strong>sse loro - verrà tempoche voi bramerete rivestire ciò che ora<strong>di</strong>sprezzate, ma non ne sarete fatti degni».Il giorno stesso il Domestico morì. Nonebbe neanche il tempo <strong>di</strong> chiamare unsacerdote.Non meno severo fu il trattamento chesubì il personaggio che segue.IL GIUDICE IMPERIALE EUFRASIODi origine rossanese fu il fondatoredel monastero <strong>di</strong> <strong>San</strong>tʼAnastasia <strong>di</strong>cui trattammo prima e che san Niloprese in gestione. Eufrasio risiedeva aCostantinopoli quando gli arrivò alleorecchie la calunnia secondo la quale <strong>San</strong>Nilo si sarebbe arricchito in modo illecitocon il monastero. Per un alto <strong>di</strong>gnitarioalla corte imperiale la cattiva gestione41La Tra<strong>di</strong>zioneCattolica