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TC genn06.indd - Fraternità Sacerdotale di San Pio X

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iposare alquanto i sensi affaticati dallalunga giornata, richiamando anche sullelabbra il detto dellʼApostolo: “Le invisibiligrandezze <strong>di</strong> Dio si rendono visibiliallʼintelligenza per mezzo delle cosecreate”; e cioè che noi compren<strong>di</strong>amo ilCreatore dalle sue creature […]. Dopo iltramonto del sole si sedeva alla mensa, laquale consisteva in una pietra assai grossa;sopra per piatto era un relitto <strong>di</strong> coccio;[…] si cibava <strong>di</strong> semplice pane ed acqua,[…] talora legumi cotti. Nel tempo poi, incui gli alberi fruttificano, si cibava soltantodei loro frutti […]. In verità i quarantagiorni non li passò mai <strong>di</strong>giuno, sia perchétemeva il fascino delle lo<strong>di</strong> umane, siaper spezzare la terribile potenza dellasuperbia. Del resto trascorse sessanta giornimangiando soltanto due volte durantequesto tempo […]. Tutto il suo vestireconsisteva in un sacco <strong>di</strong> pelle <strong>di</strong> capra; elo mutava ogni anno, possedendone due;la cintura era una fune, che non scioglievase non una volta allʼanno sostenendo conpazienza e senza infasti<strong>di</strong>rsi il prurito <strong>di</strong>innumerevoli fasti<strong>di</strong>osi insetti. Di frontealla spelonca vʼera un cespuglio, nel qualeaveva fatto il nido un grande formicaio.In questo il <strong>San</strong>to appendeva il suo sacco<strong>di</strong> pelle, purificandolo così da quei vermi,come conviene chiamarli, per essere statitanto insolenti per un anno, i quali perciòvenivano giustamente puniti dalle formichedel tormento recato a quel Giusto […].Così il <strong>San</strong>to praticò le virtù <strong>di</strong> povertà,la mortificazione, le veglie e lʼorazione,la solitu<strong>di</strong>ne e la castità, lʼumiltà e tuttele altre virtù, per cui mezzo si <strong>di</strong>vieneimmagine e simili a Dio»( 12 ).A questa vita <strong>di</strong> penitenza sʼaggiunserole tentazioni interne e le vessazioni esternedel Demonio, che «gli appare in forma <strong>di</strong>etiope, armato dʼuna poderosa mazza, econ essa gli assesta sul capo tale colpoda farlo stramazzare a terra e lasciarlomezzo morto»( 13 ). La severità verso sestesso rese lʼatleta <strong>di</strong> Dio caritatevoleverso i suoi famigliari <strong>di</strong> cui si prese cura,saggio e anche energico verso i suoi primi<strong>di</strong>scepoli.I CARISMI DI SAN NILO ED ILSUO PRIMO CENOBIOOltre le virtù riguardo al prossimo,frutto della ricerca primaria <strong>di</strong> Dio e dellasua gloria, lʼeremita ricevette i più sublimicarismi, tra cui il dono delle guarigioni,della profezia, della penetrazione deicuori ed il potere sugli stessi spiritiinfernali. Presto si manifestò il dono dellaprofezia. Già al monastero <strong>di</strong> <strong>San</strong> Nazariopre<strong>di</strong>sse lʼimminente misera fine ad unimpu<strong>di</strong>co baronetto del posto il quale sibeffò della profezia vantandosi <strong>di</strong> viveree peccare altri <strong>di</strong>eci anni. Dieci giornidopo morì come profetizzò il <strong>San</strong>to.Unʼaltra profezia fu quella della famosaincursione dei Saraceni nel Mercurion:«Le chiese sarebbero <strong>di</strong>venute stalle <strong>di</strong>asini e <strong>di</strong> giumenti e profanate; i monasteriverrebbero dati alle fiamme e <strong>di</strong>strutti, e<strong>di</strong> libri, corrosi dalle muffe, <strong>di</strong>verrebberoinservibili ed illeggibili». Così avverrànel 952. In seguito alle incursioni sanNilo si trasferì con i suoi <strong>di</strong>scepoli in unaproprietà appartenente alla sua famiglia.Non molto <strong>di</strong>stante da Rossano, attornoad un tempietto in onore dei santi MartiriAdriano e Natalia si formò il primo cenobioniliano nel quale il <strong>San</strong>to visse con i suoi<strong>di</strong>scepoli durante venticinque anni nellapiù estrema povertà. Presto si adunaronoattorno a lui una dozzina <strong>di</strong> nuovi <strong>di</strong>scepoli.Rimanevano coloro che non rifuggivano laregola laboriosa e la vita austera «perché- come narra san Bartolomeo - amanti<strong>di</strong> Dio, sostenevano vigorosamente esopportavano generosamente ogni travaglioper il regno dei cieli». In questo lungoperiodo san Nilo solo eccezionalmente sirecò in città. Soprattutto riceveva la visita<strong>di</strong> malati, posseduti dal demonio ed anche<strong>di</strong> personaggi <strong>di</strong> spicco.IL TERREMOTO A ROSSANONON FA NESSUNA VITTIMANel 970 avvenne uno spaventosoterremoto a Rossano. Le incessanti pioggefecero franare la parte alta della città,seppellendo case e chiese della parteinferiore. Ma non vi furono vittime néfra gli uomini né fra gli animali. <strong>San</strong>39La Tra<strong>di</strong>zioneCattolica

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