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TC genn06.indd - Fraternità Sacerdotale di San Pio X

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<strong>di</strong> san Marco. Oltre alla formazione deglistu<strong>di</strong> dei due cicli del Trivio e del Quadrivioil giovane studente «per lʼacutezza del suoingegno e per la brama <strong>di</strong> tutto sapere»( 8 )si era provvisto <strong>di</strong> libri che trattavano le<strong>di</strong>scipline matematiche ed astronomiche tracui il Commento sul Libro della Creazionedellʼebreo Shabettai Domnolo, celebreme<strong>di</strong>co, fisico, astronomo e matematico.Sicuramente da giovane il futuro monaco siesercitò nellʼarte calligrafica <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>venteràun grande maestro. Avendo anche una buonavoce e lettura intelligente e spe<strong>di</strong>ta ricevettelʼOr<strong>di</strong>ne minore del Lettorato.IL MATRIMONIOLa morte dei genitori ed una crisispirituale gli fecero abbandonare il pensierodello stato ecclesiastico. <strong>San</strong> Bartolomeo,nel Bios, così narra dellʼabbandono dellavita clericale e del matrimonio <strong>di</strong> san Nilo:«Pertanto il demonio, prevedendo il granbene, che da lui sarebbe provenuto alleanime, e quale tremendo avversario avrebbetrovato in esso, come colui che scaltro, sadai precedenti <strong>di</strong>vinare lʼavvenire, si <strong>di</strong>edea ferire il cuore <strong>di</strong> nubili donzelle, nonsolo con la bellezza delle sue fattezze, macon quella soavissima voce, con cui eglicantava le <strong>di</strong>vine salmo<strong>di</strong>e, ed anche perla svogliatezza e lʼattitu<strong>di</strong>ne, che mostravain qualunque cosa si fosse applicato. Percui avvenne che, non avendo la forza <strong>di</strong>sfuggire ai loro molteplici lacci, qual cervoferito nel cuore, si <strong>di</strong>ede vinto ad una <strong>di</strong>esse, che per vaghezza e bellezza <strong>di</strong> formesuperava tutte le altre, ma <strong>di</strong> bassa ed umilecon<strong>di</strong>zione».( 9 ) Da questo matrimonionacque una bambina.SAN NILO ABBANDONALA FAMIGLIA E IL MONDOAllʼetà <strong>di</strong> trentʼanni <strong>di</strong>ede una svoltadefinitiva alla sua vita. Rinunciò allafamiglia e scelse la vita monastica.Secondo le leggi civili ed ecclesiastichedellʼImpero e della Chiesa Bizantina lavestizione dellʼabito angelico o grandeabito con la professione dei voti solenniperpetui permettevano, anche senza ilconsenso della consorte, lo scioglimentodel matrimonio, non solo rato, ma ancheconsumato. La sposa era libera <strong>di</strong> contrarrealtre nozze dato che secondo le leggi <strong>di</strong>Giustiniano, colui che veniva a professarela vita monastica era considerato comemorto civilmente ed ecclesiasticamente,essendo la professione monastica perpetuasolenne «in<strong>di</strong>ssolubile». Solo dopo moltisecoli il Magistero della Chiesa considereràtale prassi erronea( 10 ).Prima e dopo <strong>San</strong> Nilo molti santimonaci scelsero uno stato <strong>di</strong> vita piùperfetto, morendo al mondo. Nella prassiliturgica della Chiesa Bizantina allʼatto<strong>di</strong> emettere la professione perpetua e<strong>di</strong> ricevere lʼabito angelico, lʼegumenorivolto al neo-professante gli in<strong>di</strong>rizzale seguenti parole: «…ecco tu da questogiorno sei crocifisso e morto al mondoper seguire la vita perfetta; tu dunque,oggi rinunci ai genitori, alla moglie, aifigli …»( 11 ).Deciso dunque <strong>di</strong> consacrare tuttala sua esistenza alla ricerca della gloria <strong>di</strong>Dio, Nicola Maleina parte per raggiungere imonaci ed eremiti nella più grande eparchiamonastica in Calabria, il Mercurion.LA VITA CENOBITICA EDEREMITICA NEL MERCURIONSin dal secolo VI la Calabria attiravanumerosi monaci venuti dallʼimperobizantino. Varie erano le vicissitu<strong>di</strong>nipolitiche e religiose che causarono le spintemigratorie dalla Mesopotamia, la Siria, laPalestina e lʼEgitto. Anche dalla Sicilia,dopo lo sbarco dei Musulmani a Mazaranellʼ827, tanti monaci si rifugiavanoin Calabria. «Nel IX secolo la Calabriaappariva come una nuova Tebaide e lasua reputazione giungeva attraverso ilmondo bizantino fino a Costantinopoli eGerusalemme», ci <strong>di</strong>ce il Diehl. I monacinon si stabilirono in città ma si rifugiavanoin regioni impervie montuose e selvosee cioè nelle eparchie monastiche delMercurion e <strong>di</strong> Latiniano, <strong>di</strong> Lagonegro,nellʼAppennino Lucano, intorno almassiccio del Pollino, nelle imperviecatene del Cilento e dellʼAppenninoCampano. Soprattutto nella regione del37La Tra<strong>di</strong>zioneCattolica

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