TC genn06.indd - Fraternità Sacerdotale di San Pio X

TC genn06.indd - Fraternità Sacerdotale di San Pio X TC genn06.indd - Fraternità Sacerdotale di San Pio X

12.07.2015 Views

di essere maledetto dallʼumanità. Peraltrogli Ebrei definiscono Gesù di Nazaret comelʼAnticristo da duemila anni».Eppure parlare dellʼattentatore turcosolo come di un mitomane rischia di essereriduttivo: Rosario Priore, il giudice che lo hainterrogato innumerevoli volte, lo descrivecome «una delle persone più intelligentiche abbia mai conosciuto». Dopo aver lettoi proclami di Agca sullʼAnticristo, quelmagistrato ha parlato di una manifestazionedi «follia molto lucida» (la Repubblica,20/2/05).IL TERZO SEGRETO DI FATIMAE così, se non convince Agca, ancormeno convince la gerarchia ecclesiale.Cʼè qualcosa di nascosto nelle parolecuriali, in latebris avrebbero detto i latini:nellʼoscurità.La vicenda risale a cinque anni fa,quando il Vaticano rivelò alle genti il terzosegreto di Fatima: il 26 giugno del 2000.Allora persino la stampa più laica, la menointeressata a questioni di altari e di santi,reagì con un moto di stizza allʼannuncio:troppe le incongruenze, le patetichecontraddizioni fra il testo del segretorivelato e le pur smozzicate, ma comunquelimpide dichiarazioni che nei decenni scorsierano ufficialmente trapelate tramite SuorLucia e dal medesimo Vaticano.Fra lʼaltro, perché attendere il 2000per divulgare ufficialmente la profezia diun attentato verificatosi 19 anni prima?Perché attendere il 2000 per parlare dipersecuzioni anticristiane a tutti note dadecenni e decenni? Che significato avrebbepoi lo strano documento divulgato dalVaticano nel 2000, se si pensa che SuorLucia - ricorda Frère Michel de la SainteTrinité, uno dei massimi esperti di Fatima- aveva tanto insistito che si svelasse ilsegreto al tempo della propria morte o al piùtardi nel 1960 «in dipendenza dellʼeventoche si sarebbe verificato prima»? Nel ʻ60,disse infatti Suor Lucia, «sarebbe stato piùchiaro»…Con gli occhi più acuti del poi, tuttipossono constatare che se si fosse rivelato il- o meglio, questo - terzo segreto di Fatimanel 1960, non si sarebbe chiarito nulla.Si è dunque illusa Suor Lucia, opiuttosto il segreto da svelare era unaltro?Così, se le pecore di evangelicamemoria hanno accettato la versioneufficiale, in molti si sono rifiutati di credere.In fondo, considerato che l’impeccabilitànon rientra fra i munera apostolici, nonè temerario pensare che anche fra iprincipi della Chiesa alligni la piaga dellamenzogna.Uno degli analisti più seri delmessaggio di Fatima, il Cardinal Oddi,esprimendo un pensiero molto diffuso frai fatimologi, dopo aver parlato con alcunefra le (pochissime) persone che avevanoletto il testo del documento e con SuorLucia stessa, si dichiarò dell’idea che ilterzo segreto di Fatima parli della «grandeminaccia dell’apostasia nella Chiesa» (IlSabato, 17/3/1990).E di conseguenza di una punizionedivina.Cupi presagi di castighi divinisembrano in effetti aleggiare un po’ovunque su Fatima; forse proprio perquesto «Roncalli - ricorda Oddi – (che)non voleva sentire parlare di disgrazie,di punizioni», non pubblicò il segreto (30giorni, aprile 1991).ANNO DOMINI 1960: I PRODROMIDEL 1789 DELLA CHIESAIn quel 1960, fatidico a detta diSuor Lucia, le cronache della Chiesaregistrano in effetti un avvenimento diimportanza epocale: vengono istituite lecommissioni preparatorie del Concilioecumenico Vaticano II, il più imponente, ilpiù partecipato, il più innovativo conciliodella storia del cattolicesimo. La volontà diindire la storica adunanza, lʼaveva espressail 25 gennaio 1959 Giovanni XXIII, pochimesi dopo aver assunto il pontificato, nelmonastero di San Paolo fuori le mura.Il Concilio si aprì lʼ11 ottobre 1962…e fu subito il 1789 della Chiesa, comericordava il Cardinal Suenens, esponentedelle avanguardie teologiche moderniste,cogliendo appieno il significato dellarivoluzione finalmente penetrata attraversole inespugnabili mura di Roma.La TradizioneCattolica20

Il 1789 della Chiesa: il Concilio Vaticano II.La grande novità emersa da quellastorica assemblea, fu in effetti quella dellarivoluzione umanista, riassunta nella felicesintesi di chiusura del Concilio fatta dalsuccessore di Giovanni XIII, Paolo VI. Unasintesi tanto conosciuta negli ambienti della“contestazione” ecclesiale, quanto ignotaai più: «La Chiesa del Concilio, è vero, siè assai occupata, oltreché di se stessa e delrapporto che a Dio la unisce, dellʼuomoquale oggi in realtà si presenta: lʼuomovivo, lʼuomo tutto interamente occupatodi sé, lʼuomo che non solo si fa il centro diogni interesse, ma anche che non teme diaffermare di essere il principio e la ragionedi ogni realtà. (…) Lʼumanesimo laico eprofano è infine apparso nella sua terribilestatura e ha, in un certo senso, sfidatoil Concilio. La religione di Dio che si èfatto uomo si è incontrata con la religione(perché tale è) di un uomo che si fa Dio.Cosa è successo? Un urto, una lotta, unanatema? Questo poteva succedere, ma nonè avvenuto». Anzi, il Concilio è stato «tuttopervaso» da una «simpatia immensa» per lareligione dellʼuomo che si fa Dio, sostenneMontini, e concluse: «sappiate riconoscereil nostro nuovo umanesimo, anche noi,noi più di chiunque altro abbiamo il cultodellʼuomo».Non erano parole del tutto nuove quelledi Paolo VI: Giuseppe Mazzini in persona,già nel 1854, aveva gioito immaginando unarivoluzione pacifica da cui sarebbe scaturitala nuova Roma, umanista, antropocentricadella «trasformazione religiosa che ilmondo si aspetta e avrà», la Roma della«sintesi unificatrice […] proclamatricein nome del mondo e per mezzo di unconcilio degli intelletti virtuosi dʼEuropa edʼAmerica, dellʼera della nuova fede». Lanuova «Chiesa Santa di Dio», profetizzavalʼillustre congiurato, avrebbe camminato«[…] verso lʼumanità guidata liberamentedal genio e dalla verità, nellʼimmortalitàdella vita, nella santità della terra…» (Lamassoneria speculativa, Sac. VincenzoLongo, ed. Fassicomo e Scotti, Genova1896, vol. I, pagg. 63/64).In unʼottica diametralmente opposta,la gerarchia romana più conservatrice avevadato una lettura pessimistica dellʼeventoconciliare: lʼeccessivo umanesimo delConcilio puzzava di eresia agli occhidi molti padri conciliari tradizionalisti.Concilium haeresim sapiens: un concilioche sa di eresia, mormoravano scandalizzatii presuli più ortodossi…Fra i prelati dellʼavanguardiatradizionalista che osteggiava il nuovocorso, in quegli anni, spiccava in particolareil Cardinal Ottaviani.Ottaviani era un vecchio carabinieredella Chiesa, come lui stesso amavadefinirsi: di famiglia umile, uomo dipopolo, era salito sino ai vertici della Curiaromana e negli anni del Concilio VaticanoII rimaneva il più autorevole e coriaceoesponente dellʼala “pacelliana”.Sotto Giovanni XXIII e Paolo VI, salvoeccezioni, il peso dei prelati fedeli a Pacelliera sfumato in dissolvenza: Ottaviani,Prefetto del SantʼUffizio, residuava comeuno degli ultimi sopravvissuti eccellenti.Un vecchio ormai cieco, un innocuo ricordodel passato. O almeno, così qualcunopoteva pensare.A dispetto delle sue infermità, invece,il vecchio leone semi-cieco si era battuto21La TradizioneCattolica

Il 1789 della Chiesa: il Concilio Vaticano II.La grande novità emersa da quellastorica assemblea, fu in effetti quella dellarivoluzione umanista, riassunta nella felicesintesi <strong>di</strong> chiusura del Concilio fatta dalsuccessore <strong>di</strong> Giovanni XIII, Paolo VI. Unasintesi tanto conosciuta negli ambienti della“contestazione” ecclesiale, quanto ignotaai più: «La Chiesa del Concilio, è vero, siè assai occupata, oltreché <strong>di</strong> se stessa e delrapporto che a Dio la unisce, dellʼuomoquale oggi in realtà si presenta: lʼuomovivo, lʼuomo tutto interamente occupato<strong>di</strong> sé, lʼuomo che non solo si fa il centro <strong>di</strong>ogni interesse, ma anche che non teme <strong>di</strong>affermare <strong>di</strong> essere il principio e la ragione<strong>di</strong> ogni realtà. (…) Lʼumanesimo laico eprofano è infine apparso nella sua terribilestatura e ha, in un certo senso, sfidatoil Concilio. La religione <strong>di</strong> Dio che si èfatto uomo si è incontrata con la religione(perché tale è) <strong>di</strong> un uomo che si fa Dio.Cosa è successo? Un urto, una lotta, unanatema? Questo poteva succedere, ma nonè avvenuto». Anzi, il Concilio è stato «tuttopervaso» da una «simpatia immensa» per lareligione dellʼuomo che si fa Dio, sostenneMontini, e concluse: «sappiate riconoscereil nostro nuovo umanesimo, anche noi,noi più <strong>di</strong> chiunque altro abbiamo il cultodellʼuomo».Non erano parole del tutto nuove quelle<strong>di</strong> Paolo VI: Giuseppe Mazzini in persona,già nel 1854, aveva gioito immaginando unarivoluzione pacifica da cui sarebbe scaturitala nuova Roma, umanista, antropocentricadella «trasformazione religiosa che ilmondo si aspetta e avrà», la Roma della«sintesi unificatrice […] proclamatricein nome del mondo e per mezzo <strong>di</strong> unconcilio degli intelletti virtuosi dʼEuropa edʼAmerica, dellʼera della nuova fede». Lanuova «Chiesa <strong>San</strong>ta <strong>di</strong> Dio», profetizzavalʼillustre congiurato, avrebbe camminato«[…] verso lʼumanità guidata liberamentedal genio e dalla verità, nellʼimmortalitàdella vita, nella santità della terra…» (Lamassoneria speculativa, Sac. VincenzoLongo, ed. Fassicomo e Scotti, Genova1896, vol. I, pagg. 63/64).In unʼottica <strong>di</strong>ametralmente opposta,la gerarchia romana più conservatrice avevadato una lettura pessimistica dellʼeventoconciliare: lʼeccessivo umanesimo delConcilio puzzava <strong>di</strong> eresia agli occhi<strong>di</strong> molti padri conciliari tra<strong>di</strong>zionalisti.Concilium haeresim sapiens: un concilioche sa <strong>di</strong> eresia, mormoravano scandalizzatii presuli più ortodossi…Fra i prelati dellʼavanguar<strong>di</strong>atra<strong>di</strong>zionalista che osteggiava il nuovocorso, in quegli anni, spiccava in particolareil Car<strong>di</strong>nal Ottaviani.Ottaviani era un vecchio carabinieredella Chiesa, come lui stesso amavadefinirsi: <strong>di</strong> famiglia umile, uomo <strong>di</strong>popolo, era salito sino ai vertici della Curiaromana e negli anni del Concilio VaticanoII rimaneva il più autorevole e coriaceoesponente dellʼala “pacelliana”.Sotto Giovanni XXIII e Paolo VI, salvoeccezioni, il peso dei prelati fedeli a Pacelliera sfumato in <strong>di</strong>ssolvenza: Ottaviani,Prefetto del <strong>San</strong>tʼUffizio, residuava comeuno degli ultimi sopravvissuti eccellenti.Un vecchio ormai cieco, un innocuo ricordodel passato. O almeno, così qualcunopoteva pensare.A <strong>di</strong>spetto delle sue infermità, invece,il vecchio leone semi-cieco si era battuto21La Tra<strong>di</strong>zioneCattolica

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!