8Geo newsQUADERNI DEL MUSEOFigura 4 - La lastra <strong>di</strong> calcare litografico che contieneScipionyx samniticus (la barra corrisponde a 5 cm)pe una imponente monografia <strong>di</strong> circa300 pagine nella quale Cristiano DalSasso e Simone Maganuco, paleontologidel Museo <strong>di</strong> Storia Naturale <strong>di</strong> Milano,presentano tutti i risultati ottenuti.Le fotografie UV, le innumerevoli TACeffettuate, le analisi al microscopio elettronicoa scansione (SEM) hanno rivelatoche i tessuti dello Scipionyx samniticus(questo il nome scientifico <strong>di</strong> Ciro),tra cui vasi sanguigni e fibre muscolari,sono ottimamente conservati anche a livellocellulare e sub-cellulare, e ciò hapermesso ai ricercatori <strong>di</strong> effettuare unavera e propria “paleo-autopsia”.L’intestino, nel quale sono preservatiperfino i batteri che lo colonizzavano,ha consentito <strong>di</strong> esaminare “l’ultimopasto” del piccolo <strong>di</strong>nosauro: dei pescisimili a sar<strong>di</strong>ne ed una zampa <strong>di</strong> lucertola,quest’ultima troppo grande perchéCiro potesse averla predata da solo, segnoche Scipionyx era molto giovane edancora nutrito dai genitori con i restidei loro pasti.Altro dato rilevante riguarda infatti ladurata della vita <strong>di</strong> Ciro: la sua lunga li-sta <strong>di</strong> caratteri morfologici neonatalitestimonia come questocucciolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>nosauro, nato circa110 milioni <strong>di</strong> anni fa (CretacicoInferiore), trovò la mortepoche settimane dopo la nascita,se non ad<strong>di</strong>rittura dopo pochigiorni.L’analisi statistica <strong>di</strong> oltre 30.000caratteri ha confermato inoltrel’appartenenza <strong>di</strong> Ciro al gruppodei Teropo<strong>di</strong>, i <strong>di</strong>nosauri carnivoriche comprendevano, tragli altri, anche i famosi Tyrannosauruse Velociraptor, nonché laforte somiglianza con gli uccelli, essendocaratterizzato da ossa cave e saccheaeree come i moderni volatili. Fosse vissutofino all’età adulta, Ciro avrebberaggiunto i venti chili <strong>di</strong> peso e la lunghezza<strong>di</strong> circa un metro e mezzo.A conclusione <strong>di</strong> questa ricerca paleoinvestigativa,resta ancora da chiarire lacausa della morte: sul corpo <strong>di</strong> Ciro nonci sono tracce <strong>di</strong> traumi.È quin<strong>di</strong> probabile che il cucciolo siaannegato durante un violento nubifragio,e sia stato rapidamente seppellitodai se<strong>di</strong>menti sul fondale <strong>di</strong> un anticomare, in un ambiente che, per particolarie rare con<strong>di</strong>zioni chimico-fisiche, permettevala perfetta conservazione <strong>degli</strong>organismi.(F.G.)Per approfon<strong>di</strong>reDal Sasso C., Maganuco S., <strong>2011</strong>. Scipionyx samniticus(Theropoda: Compsognathidae) fromthe Lower Cretaceous of Italy. Memorie dellaSocietà Italiana <strong>di</strong> Scienze Naturali e del MuseoCivico <strong>di</strong> Storia Naturale <strong>di</strong> Milano, vol. 37 (1),pp. 1-282.Dal Sasso C., Brillante G., 2001. Dinosauri italiani.Marsilio E<strong>di</strong>tore, pp. 1-256, Milano.
APRILE <strong>2011</strong> - N. 4Geo news9“Bolle” <strong>di</strong> magmae megaeruzioniLa storia della Terra è marcata da alcunestraor<strong>di</strong>narie eruzioni vulcaniche, edalcune zone del pianeta sono oggi testimoni<strong>di</strong> queste “megaeruzioni”.Oltre due milioni <strong>di</strong> chilometri quadrati<strong>di</strong> materiale vulcanico, emessicirca 250 milioni <strong>di</strong> anni fa, ricopronola Siberia orientale, così come l’altopianodel Deccan, nell’In<strong>di</strong>a nord-occidentale,è interamente formato daespan<strong>di</strong>menti basaltici emessi 65 milioni<strong>di</strong> anni fa.Non è un caso che queste due “istantanee”nel tempo geologico corrispondanoa momenti <strong>di</strong> intensa crisi biologica,due dei cinque gran<strong>di</strong> eventi <strong>di</strong> estinzioneglobale della Terra.Probabilmente assieme ad altri fattoriconcomitanti, questi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> intensaattività vulcanica causarono il deteriorarsi<strong>degli</strong> ecosistemi e portarono allascomparsa della maggior parte dellespecie viventi.Matthew Jackson, geologo della BostonUniversity, ha recentemente analizzatodal punto <strong>di</strong> vista chimico rocce magmaticheprovenienti da <strong>di</strong>verse “gran<strong>di</strong>aree ignee” (fig. 5), riscontrando unacombinazione <strong>di</strong> isotopi simile a quellaipotizzata per le antichissime rocce della“neonata” Terra. Secondo Jackson, ilmantello terrestre (la porzione del pianetacompresa tra la superficiale crostaed il nucleo) non ha una composizioneomogenea, sarebbe piuttosto caratterizzatoda enormi “bolle” <strong>di</strong> magma primor<strong>di</strong>alericche <strong>di</strong> elementi ra<strong>di</strong>oattivi,quin<strong>di</strong> più calde e meno dense delle arecircostanti. Ogni qualche milione <strong>di</strong>anni, queste “bolle” si farebbero stradaverso la superficie, causando le “megaeruzioni”.(F.G.)Per approfon<strong>di</strong>reJackson M.G., Carlson R., Kurz M.D., KemptonP.D., Francis D., Blusztajn J., 2010. Evidencefor the survival of the oldest terrestrialmantle reservoir, Nature, 466, pp. 853-856.(doi: 10.1038/nature09287)Figura 5 - Le rocce basaltiche della Baia <strong>di</strong> Baffin, tra quelle analizzate da Jackson