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N.4 Aprile 2011 - Servizio di hosting - Università degli Studi Roma Tre

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72 FOTOGRAFARE IL CIELOQUADERNI DEL MUSEOGli strumentiper la ripresa planetariaSergio AlessandrelliParte prima:Telescopio e telecameraNel numero precedente della rivista abbiamovelocemente introdotto i risultatiottenibili in ambito amatoriale nelcampo dell’imaging planetario. Vogliamoora focalizzare la nostra attenzionesugli strumenti e le tecniche da usareper chi volesse cimentarsi in questa interessanteattività.Il sistema <strong>di</strong> ripresa è composto da pochielementi, in genere non eccessivamentecostosi e semplici da usare. Fondamentalmentela nostra attrezzaturasarà composta da un telescopio, da sistemi<strong>di</strong> ingran<strong>di</strong>mento, da una telecamerae da un personal computer: ve<strong>di</strong>amolinel dettaglio.Il componente fondamentale è ovviamenteil telescopio: è questo lo strumentoche consente <strong>di</strong> raccogliere laluce proveniente dai corpi celesti, formandoneuna immagine dettagliata.La scelta del telescopio è sicuramentequella che pone maggiori domande, siaper il costo che per la grande varietà <strong>di</strong>configurazioni ottiche <strong>di</strong>sponibili.Partiamo allora da quelli che devono esserei requisiti del nostro strumento. Amio parere il parametro più importanteè la facilità e l’imme<strong>di</strong>atezza d’uso. Laripresa in alta risoluzione richiede infatti<strong>di</strong> poter sfruttare il massimo numeroSergio Alessandrelli: Ingegnere informatico.Gruppo Astrofili HipparcosFigura 1 - Schmidt-Cassegrain da 9.25”,un ottimo strumento planetario<strong>di</strong> serate <strong>di</strong> cielo sereno, in modo da aumentarela probabilità <strong>di</strong> trovarci in unamomento <strong>di</strong> buon seeing (visibilità, turbolenza),in cui i dettagli del pianeta sianovisibili al meglio. Per questo non abbiamobisogno <strong>di</strong> un grande <strong>di</strong>ametro.Uno specchio tra i 20 ed i 30 cm, benlavorato e a bassa ostruzione, sarà quantoal massimo riusciremo a sfruttarein con<strong>di</strong>zioni normali <strong>di</strong> seeing. Fondamentalesarà curare la collimazione <strong>degli</strong>specchi e l’acclimatamento del tubo,ossia dare tempo al telescopio <strong>di</strong> raggiungerel’equilibrio termico con l’ambienteche lo circonda.L’ideale a questo proposito è lasciare iltelescopio all’aperto per almeno due oreprima <strong>di</strong> iniziare le riprese, specie se siopera con tubi chiusi e <strong>di</strong> grande <strong>di</strong>ametro,caratterizzati da una maggiorecapacità ed inerzia termica.

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