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N.4 Aprile 2011 - Servizio di hosting - Università degli Studi Roma Tre

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66 L’alba del Sistema solareQUADERNI DEL MUSEOSono state elaborate ipotesi sui meccanismiche hanno consentito il riscaldamentoplanetario <strong>di</strong> un oggetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensionicosì modeste. Il combustibiledel motore geologico sarebbe stato unaparticolare concentrazione all’internodel corpo dell’isotopo a breve vita 26 Al,per deca<strong>di</strong>mento ra<strong>di</strong>oattivo. La vitageologica <strong>di</strong> Vesta sarebbe durata poco,circa 10-20 milioni <strong>di</strong> anni, sufficienti,tuttavia, a produrre il vulcanismo superficiale.L’attuale fase d’indagine (High AltitudeMapping Orbit) prevede una mappaturafotografica ad elevata risoluzione daun’orbita a 600 km dalla superficie.Nella successiva fase, (Low AltitudeMapping Orbit), l’orbita sarà abbassata a160 km, per riprese fotografiche <strong>di</strong> dettaglioad altissima risoluzione. Infine,nella prossima primavera, la sonda saràricollocata alla quota <strong>di</strong> 600 km, percompletare la mappatura dell’emisferosettentrionale. Infatti nel luglio scorso ilpolo nord del pianeta era in ombra pergli effetti stagionali dovuti all’obliquità<strong>di</strong> 29° dell’asse <strong>di</strong> rotazione: le stagionisi presentano pertanto invertite rispettoa quelle della Terra. Una singolare coincidenza:da Vesta, in questo periodo, sarebbevisibile una particolare e suggestivacongiunzione planetaria (fig. 7).La missione costituisce insieme il proseguimento<strong>di</strong> oltre due secoli <strong>di</strong> lavori <strong>di</strong><strong>di</strong>verse generazioni <strong>di</strong> astronomi suipiccoli mon<strong>di</strong> del Sistema, e <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong>sulla conoscenza della genesi dei protopianetiche <strong>di</strong>edero origine alla famigliaplanetaria del Sole, <strong>di</strong> cui Vesta costituirebbel’ultimo rappresentante. Nelprossimo luglio la sonda lascerà la suaorbita e inizierà il lungo inseguimento<strong>di</strong> 1,5 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> km fino al successivoobiettivo, Cerere. Non resta che augurarsiun felice svolgimento <strong>di</strong> missionee un buon proseguimentoper il lunghissimo viaggio alla ricercadelle comuni origini.Siti web <strong>di</strong> consultazionewww.nasa.comwww.asi.itwww.ifsi-romainaf.it/virBibliografiaFigura 6 - Cartografia geologica dell’emisferomeri<strong>di</strong>onale, centrata sul picco del cratere Rheasilvia.In grigio: regolite brecciato. In colore: coperture <strong>di</strong>ejecta prodotti da impatti sulla superficie, costituitida frammenti <strong>di</strong> rocce magmatiche intrusive(eucriti e <strong>di</strong>ogeniti).AA.VV., 1998. Planetary materials. MineralogicalSociety of America.Beatty J.K., Chaikin A., 1990. The New SolarSystem. Cambridge University Press.Bell J., <strong>2011</strong>. Dawn e Vesta si sono incontrati.Le Stelle, n. 101.Fairbridge, Rhodes (a cura <strong>di</strong>), 1997.Encyclope<strong>di</strong>a of Planetary Sciences. Chapman& Hall.Moore P., 1990. Il Guinness dell’Astronomia.Rizzoli.

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