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N.4 Aprile 2011 - Servizio di hosting - Università degli Studi Roma Tre

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64 L’alba del Sistema solareHED, dalle iniziali delle famiglie Howar<strong>di</strong>ti,Eucriti, Diogeniti. Strappatedagli impatti <strong>di</strong> boli<strong>di</strong> alla superficie <strong>di</strong>Vesta, hanno fatto un lungo viaggio nelSistema solare e infine, attratte dallaforza <strong>di</strong> gravità, hanno attraversato ladensa atmosfera del nostro pianeta, peressere successivamente in<strong>di</strong>viduate,raccolte, stu<strong>di</strong>ate e, quin<strong>di</strong>, costituire iprimi frammenti <strong>di</strong> remotissimi mon<strong>di</strong>a <strong>di</strong>sposizione <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong>osi.Così, la superficie <strong>di</strong> Vesta risultava formatapresumibilmente da materiali simili,a quelli <strong>degli</strong> altopiani e mari lunari,costituiti da anortositi e basalti.Questa composizione petrografica suggerival’esistenza <strong>di</strong> una crosta <strong>di</strong>fferenziata,ovvero <strong>di</strong> un piccolo mondo sucui erano stati attivi quei processi geologiciche sono tipici dei pianeti terrestri:fusione dell’interno (parziale ocompleta), <strong>di</strong>fferenziazione in nucleo,mantello, crosta, forse un oceano magmaticoprimor<strong>di</strong>ale, espan<strong>di</strong>menti lavici.Dunque una storia comune ai pianetiinterni, anche se in un mondo le cui<strong>di</strong>mensioni sono appena 1/20 <strong>di</strong> quelleterrestri, e la massa (2,6 x 10 23 g) meno<strong>di</strong> 1/10000!Figura 3 - Diagramma che confrontalo spettro <strong>di</strong> Vesta, in alto, con gli spettriricavati da 3 meteoriti cosiddette HEDQUADERNI DEL MUSEOImportanti scoperte sono arrivate, apartire dagli anni ‘90, dal telescopiospaziale Hubble, che ha mostrato lamorfologia ellissoidale dell’asteroide, loschiacciamento polare, <strong>di</strong> circa 1/10(quello della Terra è 1/297), la presenza<strong>di</strong> un gigantesco cratere al polo sud, regionichiare e scure e un’albedo del35%: caratteristiche, queste ultime due,assai simili a quelle della Luna. La tabella1 riassume alcuni parametri orbitalie fisici <strong>di</strong> Vesta.■ La missione Dawn: <strong>2011</strong>-2012Le prime immagini rinviate da Dawnhanno confermato la natura eterogeneadella superficie <strong>di</strong> Vesta. La mappaturafotografica ha in<strong>di</strong>viduato singolariaspetti della morfologia, come la presenza<strong>di</strong> una fascia periequatoriale asolchi e creste (fig. 4). Il polo sud presentaun grande bacino da impatto, chiamatoRheasilvia, <strong>di</strong> oltre 450 km <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro.Al centro, un gigantesco picco sieleva per oltre 22 km sulla pianura circostante(fig. 5), costituendo la massimaaltezza montuosa nel Sistema solarenon prodotta da fenomeni vulcanici.Le caratteristiche morfologiche del piccocentrale permettono <strong>di</strong> stimare unospessore crostale del pianetino moltoelevato (oltre 1 / 4 del raggio). L’impattoche generò il cratere tra 1 e 2 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong>anni fa, ha scagliato nello spazio un cospicuovolume <strong>di</strong> materiali rocciosi. Si èprodotta così una famiglia <strong>di</strong> asteroi<strong>di</strong> icui parametri orbitali sono simili aquelli <strong>di</strong> Vesta e che costituiscono i cosiddettiasteroi<strong>di</strong> <strong>di</strong> Tipo V: da questafonte derivano le meteoriti HED.Le analisi condotte dallo spettrometro<strong>di</strong> bordo (realizzato dall’I.N.A.F.-<strong>Roma</strong>)

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