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N.4 Aprile 2011 - Servizio di hosting - Università degli Studi Roma Tre

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APRILE <strong>2011</strong> - N. 4L’alba del Sistema solare63■ La scopertaA gettare il primo sguardo sul piccoloastro <strong>di</strong> magnitu<strong>di</strong>ne 6,2 fu un me<strong>di</strong>co<strong>di</strong> Brema, Heinrich Wilhelm Olbers, chedal proprio osservatorio, nella notte del29 marzo 1807, ne osservò il lento movimentosullo sfondo della costellazionedella Vergine (fig. 1). Olbers, che nel1802 aveva già scoperto il pianetino Juno,fu aiutato da Friedrich Gauss per ilcalcolo dei parametri orbitali: il semiassemaggiore risultò <strong>di</strong> 2,8 U. A., il periodo<strong>di</strong> circa 3,6 anni, e fu Gauss a scegliereil nome della dea romana del focolare,Vesta. Quei dati apparvero un’ulterioreconferma della cosiddetta Legge<strong>di</strong> Titius-Bode, sull’esistenza <strong>di</strong> un pianetainterme<strong>di</strong>o fra Marte e Giove. A seguito<strong>di</strong> queste scoperte, fra gli astronomieuropei si costituì un coor<strong>di</strong>namentoosservativo denominato “Himmelpolizei”(polizia celeste), il cui compito eral’in<strong>di</strong>viduazione del maggior numerodei corpi in orbita fra Marte e Giove. Fuproprio Olbers a sostenere che i piccolipianeti fossero i frammenti del pianetaprevisto dalla sequenza <strong>di</strong> Titius-Bode,<strong>di</strong>sgregatosi in una catastrofe primor<strong>di</strong>ale.Almeno dalla prima metà del XXsecolo è noto che la miriade <strong>di</strong> piccolicorpi della Fascia principale sono in effettiil materiale residuale della costruzionedei pianeti, dunque una preziosatestimonianza sulle fasi più antiche dell’evoluzionedel Sistema solare.■ 1807-2007:due secoli <strong>di</strong> scoperteGli stu<strong>di</strong> su Vesta sono proseguiti percirca 200 anni con vari tipi <strong>di</strong> osservazioni.Già nella seconda metà del XIXsecolo le tecniche fotometriche avevanoconsentito una stima atten<strong>di</strong>bile del <strong>di</strong>ametro,circa 500 km (Pickering, 1879),del periodo <strong>di</strong> rotazione, <strong>di</strong> oltre 5 ore,dell’elevata albedo superficiale. Tramitele perturbazioni gravitazionali indottesull’asteroide 197 Arete, si è ricavata laprima stima della massa: 1,3 10 23 g, euna valutazione della densità me<strong>di</strong>a: 3g/cm 3 (Hertz, 1966). Una campagna osservativain coincidenza dell’occultazionedella stella SAO 93228 nel 1991, hapermesso <strong>di</strong> dedurne la forma schiacciata.Le osservazioni spettroscopicheavevano in<strong>di</strong>cato una probabile naturabasaltica delle rocce, costituenti un“unicum” fra tutti gli asteroi<strong>di</strong> che hanno,per la gran parte, una composizionesuperficiale assai simile a quella dellemeteoriti chiamate Condriti or<strong>di</strong>narie.In effetti una famiglia <strong>di</strong> meteoriti, leEucriti, appartenenti alle Acondriti, hacaratteristiche spettrali perfettamentesovrapponibili a quella <strong>di</strong> Vesta (McCord et alii, 1970; Drake e Consolmagno,1977) (figg. 2 e 3). Queste meteoriti,che presentano fra loro piccole variazioni<strong>di</strong> composizione, sono collettivamentenote agli stu<strong>di</strong>osi con l’acronimoFigura 2 - Eucrite, meteorite acondriticaprobabilmente proveniente da Vesta,caduta a Pasamonte, New Mexico, USA

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