54 Paleontologia dei vertebratiQUADERNI DEL MUSEOFigura 2 - Paleogeografia del Lazio centrale al passaggio tra Pleistocene inferiore e me<strong>di</strong>o(<strong>di</strong>segno <strong>di</strong> M. Parotto)rispondente approssimativamente adun intervallo temporale da 3,3 m.a. finoa 1.1 m.a.), Galeriano (fra circa 1,1 m.a.e 0,4 m.a.) e Aureliano (fra circa 0,4 m.a.e l’inizio dell’Olocene, cioè circa 10.000anni fa).La più antica fauna del Villafranchianoè rappresentata in Italia da varie specielegate con l’ambiente forestale (mastodonti,rinoceronti, cervi<strong>di</strong> appartenentia generi estinti, bovi<strong>di</strong> del genere Leptobos).Intorno 2,6 m.a. avviene un eventochiamato dai paleontologi l’Evento dell’Elefantee del Cavallo poiché per laprima volta compaiono nella penisolaspecie appartenenti alla famiglia Elephantidaee al genere Equus. Durante ilperiodo seguente varie forme <strong>di</strong> originepliocenica si estinguono e intorno a 2,0m.a. un altro evento, chiamato l’Eventodel Lupo, porta in Italia, leggermentescaglionate nel tempo, una serie <strong>di</strong> speciedella famiglia Canidae e la iena gigantedel genere Pachycrocuta. La scomparsadelle antilopi e <strong>di</strong> varie altre speciee la comparsa dell’ippopotamo e <strong>di</strong>cervi<strong>di</strong> e bovi<strong>di</strong> più evoluti caratterizzanol’ultima parte del Villafranchiano.Alla fine <strong>di</strong> questo periodo una serie <strong>di</strong>estinzioni, scaglionate nel tempo, costituisceinsieme con la comparsa del cervidegigante Praemegaceros verticornis e<strong>di</strong> alcune altre specie, il cosi detto EventoFine-Villafranchiano.Nell’area laziale, alla più antica fase delVillafranchiano (3,3 – 2,6 m.a.) risale unresto <strong>di</strong> un tapiro, Tapirus arvernensis,raccolto in una località imprecisa dellaSabina, resto che testimonia a favore <strong>di</strong>un ambiente forestale. Di età poco piùrecente è una fauna raccolta a Collepardo,nel bacino <strong>di</strong> Anagni (Valle del Sacco),nella quale sono presenti una tigre
APRILE <strong>2011</strong> - N. 4Paleontologia dei vertebrati55con i denti a sciabola (Megantereon cultridens),un cane viverrino (Nyctereutesmegamastoides) simile a quello che attualmentevive in Asia e alcuni erbivorifra i quali un rinoceronte <strong>di</strong> tipo pliocenico(Stephanorhinus cf. S. jeanvireti) (1) .Con<strong>di</strong>zioni simili ma con presenza <strong>di</strong>spazi aperti sono quelli che caratterizzanoil Villafranchiano me<strong>di</strong>o (2,6 - 1,9m.a.), testimoniati nel Lazio nella regionedella Sabina (questa volta le localitàdei ritrovamenti sono note) dalla presenza<strong>di</strong> un mastodonte, Anancus arvernensis,<strong>di</strong> alcuni cervi<strong>di</strong> e <strong>di</strong> un topocampagnolo primitivo (Mimomys polonicus).Una fauna della stessa età è stataraccolta a Costa San Giacomo, nellaValle del Sacco.Essa è caratterizzata dalla presenzasempre dello stesso mastodonte, dallaprima comparsa <strong>di</strong> un rappresentantedel genere Canis (Canis sp.) (2) , un grossosuide (Sus strozii), una gazzella (Gazellospiratorticornis), un bue <strong>di</strong> piccole<strong>di</strong>mensioni (Leptobos furtivus), un rinoceronte(Stephanorhinus cf. S. etruscus),più evoluto rispetto alla forma presentea Collepardo, e un grosso istrice(Hystrix cf. H. refossa). Al Villafranchianosuperiore (1,9 - 1,1 m.a.) possono essereattribuiti i fossili trovati a MonteRiccio (Tarquinia), assegnati a un lupoprimitivo (Canis etruscus), ad una volpe–––––––––(1)La sigla “cf.” fra il nome del genere equello della specie significa che i resti non permettonouna classificazione sicura ma che comunque,molto probabilmente, si tratta dellaspecie riportata.(2)Se dopo il nome generico seguono le lettere“sp.”, cioè specie, significa che il materialefossile è sufficiente per un’attribuzione genericama non specifica.primitiva (Vulpes cf. V. alopecoides), a unequide <strong>di</strong> tipo zebrino (Equus stenonis),ad un cervide simile agli Axis attualidell’In<strong>di</strong>a e ad una specie estinta <strong>di</strong> ippopotamo(Hippopotamus antiquus).In fasi più recenti del Villafranchianosuperiore appartengono i resti <strong>di</strong> unmammut primitivo (Mammuthus meri<strong>di</strong>onalis),molto <strong>di</strong>fferente rispetto al bennoto mammut peloso delle ultime fasidel Pleistocene, dell’ippopotamo antico,del rinoceronte etrusco e <strong>di</strong> alcunicervi<strong>di</strong>, raccolti nella zona della Sabina,lo scheletro quasi completo dell’ippopotamoantico raccolto a Sant’Oreste,alle pen<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Monte Soratte, e un molaredell’elefante meri<strong>di</strong>onale raccoltonel XIX secolo alla sommità <strong>di</strong> MonteMario a <strong>Roma</strong>. Alle fasi finali del Villafranchianosi possono attribuire duescheletri parziali <strong>di</strong> Axis farnetensis euno scheletro completo <strong>di</strong> un bisonteprimitivo, Bison degiulii, raccolti a Capena(durante i lavori per la costruzionedella <strong>di</strong>rettissima <strong>Roma</strong>-Firenze nel1970).Durante il Galeriano compaiono in Italia,in fasi successive, elefanti (Elephasantiquus, Mammuthus trogontherii), rinoceronti(Stephanorhinus kirchbergensis,Stephanorhinus hemitoechus), un ippopotamo(Hippopotamus amphibius), cervi<strong>di</strong><strong>di</strong> grande taglia (Praemegaceros verticornis,Megaloceros savini), cervi<strong>di</strong> <strong>di</strong> piccolae me<strong>di</strong>a taglia (Capreolus capreolus,Cervus elaphus, Dama clactoniana), bovi<strong>di</strong><strong>di</strong> grande (Hemibos galerianus, Bisonschoetensacki, Bos primigenius, fig. 3) eme<strong>di</strong>a taglia (Hemitragus bonali, Ovisammon), equi<strong>di</strong> (Equus altidens, Equusferus) e fra i carnivori ieni<strong>di</strong> (Crocutacrocuta, “Hyaena prisca”), feli<strong>di</strong> (Panthe-