N.4 Aprile 2011 - Servizio di hosting - Università degli Studi Roma Tre
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46 I protagonistina, in favore del plutonismo, teoria propostadal geologo scozzese James Hutton(uno dei “padri” della geologia), secondoil quale nei processi generatoridelle rocce occorreva prendere in considerazioneanche i fenomeni magmatici.Quando il naturalista arrivò a Bordeaux,nell’agosto del 1804 era, assiemea Napoleone, l’uomo più famoso delmondo. Humboldt si trattenne per quasiun ventennio principalmente a Parigi,la capitale europea della scienza edella cultura, per valutare la sua spedizionee pubblicarne il resoconto.Il suo viaggio in Sud America fornì miriadidi nuove informazioni; questo ilpensiero di Jules Verne: “I risultati deiviaggi di Humboldt sono tali da permetteredi definirlo l’autentico scopritoredell’America equatoriale. Prima dilui, questa terra veniva sfruttata senzaconoscerla ed una quantità innumerevoledelle ricchezze da essa prodotteveniva assolutamente ignorata. Occorredirlo chiaramente: nessun viaggiatoreaveva mai fatto compiere un tale progressoalla geografia fisica e a tutte lescienze ad essa correlate. Humboldt èl’archetipo del Viaggiatore, nel sensopiù ampio e completo del termine”. (da“Les Voyageurs du XIX siècle”, 1880).Tra il 1807 ed il 1833 pubblicò un’operain 34 volumi in lingua francese sullaspedizione sudamericana, corredata dimolte mappe a colori e di illustrazionidi famosi incisori ramai. Questo importantelavoro dissipò quasi completamenteil suo intero capitale. Nel 1805,Humboldt divenne ciambellano del regnodi Prussia e membro dell’Accademiadelle Scienze.Nel 1822 ci fu un’importante “parentesiitaliana” nelle sue ricerche: uno degliQUADERNI DEL MUSEOFigura 5 - Federico Guglielmo III di Prussiascenari decisivi nella diatriba tra nettunistie plutonisti fu infatti una localitàdelle Dolomiti presso Predazzo, i Canzoccoli(fig. 4), già ben nota ad inizio‘800 non solo dai turisti: i graniti ed ingenerale tutte le rocce vulcaniche presentinell’area dei Monti Monzoni ciraccontano dell’esistenza di un anticovulcano nel periodo Triassico (circa 230milioni di anni fa), uno dei più grandid’Europa. Anche grazie alle precedentiintuizioni del Conte Giuseppe Marzari-Pencati, perito minerario dell’ImperoAustro-Ungarico, Humboldt volle visitarepersonalmente questa località. L’arrivodi una personalità così autorevolenella cittadina dolomitica è ancora ogginella memoria di quei luoghi: l’Albergo“Nave d’oro”, rimesso a nuovo per l’occasione,conserva con cura la firma dell’illustreospite sul proprio registro deivisitatori allora inaugurato.
APRILE 2011 - N. 4I protagonisti47Le sue osservazioni sulle rocce magmatichedei Canzoccoli diedero uno deicolpi mortali alla teoria nettunista: cosìcome Plutone, l’antica divinità romanache regna nel sotterraneo mondo degliinferi, anche queste rocce si formanonel sottosuolo per processi legati a manifestazionivulcaniche. I geologi chiamanoancora oggi questo tipo di roccemagmatiche solidificatesi all’internodella crosta terrestre “plutoniche”.Nel 1827, il re Federico Guglielmo III(fig. 5) chiamò definitivamente Humboldta Berlino garantendogli un vitalizioannuo di 5000 talleri: Humboldt obbedì,anche perché era a corto di mezzieconomici.A 60 anni, Humboldt fu chiamato dallozar di Russia Nicola I che intendeva finanziareun viaggio per ottenere informazionisu possibili giacimenti minerari.Per circa sei mesi percorse a bordo diuna carrozza quasi 15.000 km in compagniadel mineralista Gustav Rose. Laspedizione lo portò nelle steppe dellaSiberia fino al confine con la Cina: studiòla natura del Mar Caspio e feceesperimenti sulla natura chimica dellesue acque, descrisse diverse famiglie dipesci, raccolse piante, misurò altitudini,temperature ed il magnetismo, presecampioni di roccia e scoprì la prima minieradi diamanti al di fuori dei tropici.Al contrario della spedizione sudamericana,quella asiatica non fu affatto libera:Humboldt si era impegnato di fronteallo zar di non commentare la situazionepolitica del paese. Tutto il suoviaggio fu sorvegliato da poliziotti efunzionari: “non potevo fare un passo,senza che mi trascinassero via comefossi stato malato”, scrisse in seguitoHumboldt. Tra il 1843 ed il 1844 vennepubblicato “Asia centrale”, il resocontodella spedizione.Ma Humboldt aveva ancora un sogno…“Ho in mente un’idea: racchiuderein un’opera tutto il mondo materiale,tutto ciò che oggi sappiamo delleapparizioni della volta celeste e dellavita sulla Terra”. Questa idea lo tenneimpegnato fino agli ultimi giorni: negliultimi 25 anni della sua vita Alexandervon Humboldt scrisse a Berlino la suaFigura 6 - Frontespizio di un’edizioneamericana del 1856 di “Kosmos”
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APRILE <strong>2011</strong> - N. 4I protagonisti47Le sue osservazioni sulle rocce magmatichedei Canzoccoli <strong>di</strong>edero uno deicolpi mortali alla teoria nettunista: cosìcome Plutone, l’antica <strong>di</strong>vinità romanache regna nel sotterraneo mondo <strong>degli</strong>inferi, anche queste rocce si formanonel sottosuolo per processi legati a manifestazionivulcaniche. I geologi chiamanoancora oggi questo tipo <strong>di</strong> roccemagmatiche soli<strong>di</strong>ficatesi all’internodella crosta terrestre “plutoniche”.Nel 1827, il re Federico Guglielmo III(fig. 5) chiamò definitivamente Humboldta Berlino garantendogli un vitalizioannuo <strong>di</strong> 5000 talleri: Humboldt obbedì,anche perché era a corto <strong>di</strong> mezzieconomici.A 60 anni, Humboldt fu chiamato dallozar <strong>di</strong> Russia Nicola I che intendeva finanziareun viaggio per ottenere informazionisu possibili giacimenti minerari.Per circa sei mesi percorse a bordo <strong>di</strong>una carrozza quasi 15.000 km in compagniadel mineralista Gustav Rose. Laspe<strong>di</strong>zione lo portò nelle steppe dellaSiberia fino al confine con la Cina: stu<strong>di</strong>òla natura del Mar Caspio e feceesperimenti sulla natura chimica dellesue acque, descrisse <strong>di</strong>verse famiglie <strong>di</strong>pesci, raccolse piante, misurò altitu<strong>di</strong>ni,temperature ed il magnetismo, presecampioni <strong>di</strong> roccia e scoprì la prima miniera<strong>di</strong> <strong>di</strong>amanti al <strong>di</strong> fuori dei tropici.Al contrario della spe<strong>di</strong>zione sudamericana,quella asiatica non fu affatto libera:Humboldt si era impegnato <strong>di</strong> fronteallo zar <strong>di</strong> non commentare la situazionepolitica del paese. Tutto il suoviaggio fu sorvegliato da poliziotti efunzionari: “non potevo fare un passo,senza che mi trascinassero via comefossi stato malato”, scrisse in seguitoHumboldt. Tra il 1843 ed il 1844 vennepubblicato “Asia centrale”, il resocontodella spe<strong>di</strong>zione.Ma Humboldt aveva ancora un sogno…“Ho in mente un’idea: racchiuderein un’opera tutto il mondo materiale,tutto ciò che oggi sappiamo delleapparizioni della volta celeste e dellavita sulla Terra”. Questa idea lo tenneimpegnato fino agli ultimi giorni: negliultimi 25 anni della sua vita Alexandervon Humboldt scrisse a Berlino la suaFigura 6 - Frontespizio <strong>di</strong> un’e<strong>di</strong>zioneamericana del 1856 <strong>di</strong> “Kosmos”