N.4 Aprile 2011 - Servizio di hosting - Università degli Studi Roma Tre

N.4 Aprile 2011 - Servizio di hosting - Università degli Studi Roma Tre N.4 Aprile 2011 - Servizio di hosting - Università degli Studi Roma Tre

culturalazio.it
from culturalazio.it More from this publisher
12.07.2015 Views

32Un libro alla voltaQUADERNI DEL MUSEOWalter AlvarezLe montagne di san Francescoa cura di Maurizio ChirriL’autore è noto al pubblico italiano peril volume “T. rex e il cratere dell’apocalisse”(Mondadori, 1998), in cui ha affrontatole tematiche connesse alla scopertanel 1979 del livello di iridio nellaGola del Bottaccione, unitamente a suopadre, Louis Alvarez (Premio Nobel perla Fisica) e le implicazioni con la grandeestinzione della fine del periodo Cretacico.“Le montagne di san Francesco”segna un momento di particolare riflessionenella sua carriera di geologo, svoltasiper oltre tre decenni, in gran partenel nostro paese. Il libro offre un quadrocomplesso che mescola la vicenda personalecon le ricerche condotte in diversisettori geologici nella parte d’Italiacentrale compresa fra la Campagna romanae il settore dell’Appennino umbro-marchigiano.È proprio quest’ulti-ma area a dare lo spunto al titolo del volume,con suggestive riflessioni privatesul paesaggio, sulla storia, sull’arte. Nelperiodo compreso fra il 1970 e il primodecennio del secolo, si è verificata unavera rivoluzione nella comprensionedei meccanismi geologici dell’orogenesiappenninica. La descrizione delle diversetappe e dei protagonisti dell’eccezionalefioritura di studi e ricerche chel’hanno prodotta, sono ampiamente descritticon molti riferimenti ai protagonisti.Dalle scuole geologiche toscane,con Livio Trevisan, Carlo Migliorini,Giovanni Merla, Paolo Pialli, al ruolodei geologi dei gruppi di ricerca delleuniversità romane, “La Sapienza” e“Roma Tre”, in primis Renato Funiciello.Alcuni capitoli sono dedicati alla Storiadella geologia italiana, a partire dalleosservazioni e studi in Toscana del daneseNiels Stensen, Niccolò Stenone, dimostrandocosì una sensibilità non comunenegli autori stranieri. Citando igrandi fondatori della Geologia moderna,Smith, Hutton, Lyell, l’autore dimostradi essere cosciente del problema deldebito per le acquisizioni precedenti edei molteplici contributi a loro contemporanei,su cui si sono comunquefondate le riflessioni e le scoperte deipadri nobili delle moderne Scienze dellaTerra. Vale sempre la considerazioneespressa nel detto “se abbiamo visto piùlontano, è solo perché abbiamo guardatosulle spalle di altri prima di noi”. Co-

APRILE 2011 - N. 4Un libro alla volta33sì la ricostruzione dei primordi dell’interpretazionegeologica è affidata aisuggestivi disegni di Stenone, con la suecaverne crollate e invase dal mare, concui spiegava l’aspetto delle valli e dei rilievitoscani. Si può notare che ancheStenone, per la sua interpretazione geologica,si fondava su altri prima di lui:la sua “teoria pneumatica” dei terremoti,le ingressioni marine, insieme a moltoaltro ancora, era stato descritto oltre15 secoli prima dai geografi greci. Nellesue pagine si susseguono i contributi dialtri scienziati italiani, fra cui il fondatoredella micropaleontologia, l’aretinoAmbrogio Soldani, il veronese GiovanniArduino, tra i fondatori della modernaStratigrafia, i geologi italiani di fineottocento fra cui Guido Bonarelli. Contributisuccessivi, acquisizioni più o menovalide, che comunque contribuironoprogressivamente prima a intuire e poicomprendere la complessa storia geologicadei nostri rilievi. Il lettore può seguire,con chiarezza espositiva, il succedersidelle teorie, dapprima nel quadrodi una Terra immobile, il “Fissismo”, leonde compressive e distensive dellageologia degli anni ‘50, la scoperta delruolo delle faglie inverse. Quindi in unavisione dinamica, quella della “Tettonicadelle placche”, il riconoscimento diampi sovrascorrimenti orizzontali, delruolo dei mari di neoformazione, comeil Tirreno, con i grandi vulcani che vi siaffacciano. Infine le integrazioni più recenti,che si basano su un Mediterraneodinamico dove negli ultimi 20 milionidi anni, la traslazione antioraria dellapenisola è collegata allo smembramentodella porzione meridionale della catenaalpina, formata dai blocchi sardocorsoe calabro-peloritano, capaci dimovimenti dell’ordine di molti centimetriannui, mentre alla fine del Miocenela progressiva chiusura della soglia diGibilterra generava nei fondali mediterraneiun ubiquitario orizzonte evaporitico.Le evaporiti messiniane, traccia diuna catastrofe ambientale di 6 milionidi anni fa, sono state scoperte durantegli anni ‘70 in prospezioni di geologiamarina, cui ha contribuito direttamentel’autore. L’aspetto delle nostre montagneè spiegato con teorie via via maggiormentecomplesse, più comprensivedel quadro globale in cui sono inserite:il Mediterraneo, laboratorio delle indaginipiù avanzate, quali la tomografiasismica, e delle ipotesi più innovative,come la “Teoria della delaminazionedella crosta profonda”. Il libro si leggecon grande interesse ed è in grado disvelare prospettive inusuali con cui osservareil panorama che ci circonda: lemontagne dell’Appennino, i vulcani,anche il cuore della nostra città, il Campidoglio.È il punto di vista della geologiache permette di vedere nello spazioe nel tempo profondo. Le relazioni conle molteplici vicende storiche e artistichedella penisola, che costituisconola seconda prospettiva. Infine, il terzoorizzonte, rappresentato dagli uominidi questa storia e dall’autore. Traspare,in ogni pagina, un profondo coinvolgimentoemotivo per il Bel Paese “ch’Appennin parte, e ‘l mar circonda e l’Alpe”(F. Petrarca, sonetto XCVI).Walter AlvarezLe montagnedi san FrancescoFazi Editore, 2011, 413 pp.

32Un libro alla voltaQUADERNI DEL MUSEOWalter AlvarezLe montagne <strong>di</strong> san Francescoa cura <strong>di</strong> Maurizio ChirriL’autore è noto al pubblico italiano peril volume “T. rex e il cratere dell’apocalisse”(Mondadori, 1998), in cui ha affrontatole tematiche connesse alla scopertanel 1979 del livello <strong>di</strong> iri<strong>di</strong>o nellaGola del Bottaccione, unitamente a suopadre, Louis Alvarez (Premio Nobel perla Fisica) e le implicazioni con la grandeestinzione della fine del periodo Cretacico.“Le montagne <strong>di</strong> san Francesco”segna un momento <strong>di</strong> particolare riflessionenella sua carriera <strong>di</strong> geologo, svoltasiper oltre tre decenni, in gran partenel nostro paese. Il libro offre un quadrocomplesso che mescola la vicenda personalecon le ricerche condotte in <strong>di</strong>versisettori geologici nella parte d’Italiacentrale compresa fra la Campagna romanae il settore dell’Appennino umbro-marchigiano.È proprio quest’ulti-ma area a dare lo spunto al titolo del volume,con suggestive riflessioni privatesul paesaggio, sulla storia, sull’arte. Nelperiodo compreso fra il 1970 e il primodecennio del secolo, si è verificata unavera rivoluzione nella comprensionedei meccanismi geologici dell’orogenesiappenninica. La descrizione delle <strong>di</strong>versetappe e dei protagonisti dell’eccezionalefioritura <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e ricerche chel’hanno prodotta, sono ampiamente descritticon molti riferimenti ai protagonisti.Dalle scuole geologiche toscane,con Livio <strong>Tre</strong>visan, Carlo Migliorini,Giovanni Merla, Paolo Pialli, al ruolodei geologi dei gruppi <strong>di</strong> ricerca delleuniversità romane, “La Sapienza” e“<strong>Roma</strong> <strong>Tre</strong>”, in primis Renato Funiciello.Alcuni capitoli sono de<strong>di</strong>cati alla Storiadella geologia italiana, a partire dalleosservazioni e stu<strong>di</strong> in Toscana del daneseNiels Stensen, Niccolò Stenone, <strong>di</strong>mostrandocosì una sensibilità non comunenegli autori stranieri. Citando igran<strong>di</strong> fondatori della Geologia moderna,Smith, Hutton, Lyell, l’autore <strong>di</strong>mostra<strong>di</strong> essere cosciente del problema deldebito per le acquisizioni precedenti edei molteplici contributi a loro contemporanei,su cui si sono comunquefondate le riflessioni e le scoperte deipadri nobili delle moderne Scienze dellaTerra. Vale sempre la considerazioneespressa nel detto “se abbiamo visto piùlontano, è solo perché abbiamo guardatosulle spalle <strong>di</strong> altri prima <strong>di</strong> noi”. Co-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!