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N.4 Aprile 2011 - Servizio di hosting - Università degli Studi Roma Tre

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APRILE <strong>2011</strong> - N. 4I Fossili del Museo “Ar<strong>di</strong>to Desio”191965 Actaeonella (Trochactaeon) conica - Lupu, p. 56, tav. 4, figg. 31a,b1976 Mesotrochactaeon ellipsoides - Hacobjan, p. 327, tav. 73, figg. 3-51987 Trochactaeon matensis - Kollmann, pp. 51-52, tav. 3, figg. 32-341990 Trochactaeon ghazirensis - Galvani, pp. 59-63, fig. su p. 611997 Trochactaeon matensis - Galvani, p. 28La specie Trochactaeon matensis è unaspecie <strong>di</strong> gasteropode fossile appartenentealla Famiglia Actaeonidae, unadelle famiglie <strong>di</strong> molluschi più <strong>di</strong>ffusenel Cretacico Superiore in ambiente <strong>di</strong>margine <strong>di</strong> piattaforma, in associazionecon le nerinee e le ru<strong>di</strong>ste (la figura 1 illustrala struttura generale dei gasteropo<strong>di</strong>e della famiglia Actaeonidae).T. matensis è stata istituita dal me<strong>di</strong>co enaturalista Emilio Fittipal<strong>di</strong> ad iniziodel ‘900 nei terreni del Matese, ed è caratterizzatoda una robusta conchiglia<strong>di</strong> forma ovale, subellittica, raramentebulbosa, con il labbro columellare marcatoda 3 pieghe, carattere comune amolte specie appartenenti a questa famiglia.Gli in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> T. matensis mostranouna spiccata variabilità <strong>di</strong>mensionale,con l’altezza da circa 3 a 10 centimetri euna spira generalmente molto pronunciatama a volte corta e debolmentesporgente: in questi casi, l’ultimo girooccupa quasi per intero l’altezza dellaconchiglia.In Tavola I:1 è illustrato un particolaredel calcare ad acteoni<strong>di</strong> presenti all’iniziodella via <strong>di</strong> Genazzano, dove le sezionivariamente orientate mostrano lanotevole abbondanza <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>viduipresenti, tanto da costituire, con l’accumulodei loro gusci, i principali componenti<strong>di</strong> alcuni corpi rocciosi. In I:2 siFrancesco Grossi: PhD, Dipartimento ScienzeGeologiche Università <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> “<strong>Roma</strong> <strong>Tre</strong>”;E-mail: fgrossi@uniroma3.itosserva invece la sezione longitu<strong>di</strong>nale<strong>di</strong> un singolo esemplare <strong>di</strong> T. matensis.T. matensis, come tutti gli acteoni<strong>di</strong>, abitavale zone <strong>di</strong> retroscogliera e lagunainterna, settori caratterizzati dall’energiadel moto ondoso meno elevata rispettoalla zona <strong>di</strong> scogliera. Inoltre, cometutte le specie riferibili al genere Trochactaeon,anche T. matensis è epibionte,ossia viveva all’interfaccia acqua-substrato,al contrario del genere Actaeonella,il quale, dopo lo sviluppo post-larvale,assume una modalità <strong>di</strong> vita endobionte,ossia infossata nel se<strong>di</strong>mento.Da ciò deriva anche la maggiore variabilitàmorfologica e <strong>di</strong>mensionale inTrochactaeon, “esposto” maggiormente avariazioni ambientali rispetto ad Actaeonella.Per quanto riguarda la <strong>di</strong>stribuzionecronostratigrafica, T. matensis è segnalatonei depositi del Cenomaniano e delTuroniano (da circa 100 a 90 milioni <strong>di</strong>anni fa) <strong>di</strong> Rocca <strong>di</strong> Cave, dei Monti delMatese (Molise), del Carso triestino esloveno, in <strong>Roma</strong>nia, Grecia e Caucaso.BibliografiaCarbone F., Praturlon A., Sirna G., 1971. TheCenomanian shelf-edge of Rocca <strong>di</strong> Cave(Prenestini Mts., Latium). Geologica <strong>Roma</strong>na,10, pp. 131-198.Fittipal<strong>di</strong> C.F., 1901. La fauna coralligena delCretaceo dei monti d’Ocre. Memorie Descrittivedella Carta Geologica d’Italia, 5: 3-235.Galvani R., 1997. Le principali malacofaune delCretacico Superiore del Carso. Atti del MuseoCarsico Geol. Paleont., 2, pp. 1-30.

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