Corti e diritti, in tempi di crisi - Gruppo di Pisa

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12.07.2015 Views

18interordinamentali che ha la sua più fedele e genuina rappresentazione l’immagine di un“vertice”… orizzontale, nel quale – per riprendere un’espressione oggi di moda – si disponeuna “rete” di organi dalle mutue, incessanti implicazioni di ordine strutturale e funzionale.Da tempo mi faccio patrocinatore di un modello di ordine “intercostituzionale”; ancora direcente, poi, ho avuto modo di precisare 29 che ogni Costituzione di stampoliberaldemocratico (e, tra queste, perciò anche la nostra) è – se ci si pensa – una“intercostituzione”, volendo con ciò rendere l’idea per cui nella sua stessa struttura siimmettono materiali normativi provenienti ab extra, coi quali i materiali originari dellaCarta costituzionale fanno “sistema”, tutti quindi volgendosi al servizio dei diritti. E il veroè che la Costituzione confessa di non farcela da sola a far fronte alla domanda pressante ecrescente di appagamento dei bisogni elementari dell’uomo che – come si è veduto –reclamano riconoscimento e tutela; e chiede pertanto di appoggiarsi ad altre Carte, di origineesterna, al fine di apprestare la tutela stessa, la più adeguata alle condizioni oggettive dicontesto. Dal loro canto, anche tali Carte non possono non attingere ai documenticostituzionali, specie alle c.d. “tradizioni costituzionali comuni”, dalle quali traggonocostante alimento e sostegno al fine della loro incessante rigenerazione semantica.È nel circolo interpretativo, quale prende corpo non già a questo o quell’ordinamento,l’uno separato dall’altro, bensì al piano delle relazioni interordinamentali, che si rendevisibile e si apprezza questo mutuo “dare-avere” tra le Carte (e, per ciò pure, come sidiceva, in buona sostanza, tra le Corti).L’idea, largamente accreditata, di una “Costituzione-totale”, come la si è altrovechiamata, che dica “tutto su tutto” in quanto in sé perfetta ed autosufficiente, fa tutt’uno conquella immagine piramidale, al cui vertice si situa in sovrana solitudine una sola Corte, chetutti potenzialmente controlla e da nessuno è controllata. L’una e l’altra però costituisconodelle palesi deformazioni del modello, ove si convenga che dei principi fondamentali chestanno a base dell’ordine costituzionale (… “intercostituzionale”) fa parte quellodell’apertura al diritto internazionale e sovranazionale, col quale dunque il canone che vuoleSPADARO, Contributo per una teoria della Costituzione, I, Fra democrazia relativista e assolutismo etico,Milano 1994, e G. SILVESTRI, Lo Stato senza principe. La sovranità dei valori nelle democrazie pluraliste,Torino 2005).29 … in Prospettiva prescrittiva e prospettiva descrittiva nello studio dei rapporti tra Corte costituzionalee Corte EDU, cit.

19sottratte ad ogni impugnazione le decisioni del giudice costituzionale è obbligato aconfrontarsi (e, se del caso, a bilanciarsi). La qual cosa, poi, si giustifica proprio nel fattoche è solo per il tramite dell’apertura suddetta che possono trovare adeguato appagamento idiritti.In un orizzonte teorico-ricostruttivo siffatto non v’è spazio alcuno per una “Supercorte”,interna o esterna che sia, cui possa riconoscersi un primato incondizionato, per sistema,sulle altre Corti.Questa conclusione è, a mia opinione, da tener ferma anche nella prospettivadell’adesione dell’Unione alla CEDU. Il timore, da molti paventato 30 , che la Corte diStrasburgo possa porsi quale il più alto punto di chiusura delle relazioni interordinamentali(o, col linguaggio da me preferito, dell’ordine “intercostituzionale”) può essere parato,sempre che i rapporti tra i giudici europei per un verso, di questi coi giudici nazionali per unaltro, si ispirino al principio – autentica Grundnorm dei rapporti medesimi – per cui ogniCorte ha una sua propria specificità da far valere e appieno salvaguardare, allo stesso tempotuttavia essendo chiamata a confrontarsi con le altre Corti e da esse attingere quanto di più odi meglio esse sono in grado di offrire al servizio dei diritti.La regola, vero e proprio canone metodico di azione e di relazione, è che tutte le Cortisono perciò sollecitate ad una sana competizione, al fine di poter apprestare – come sidiceva – la più adeguata, in ragione del caso, tutela ai diritti.In questo quadro, non v’è, non può esservi, né un vertice né una base ma solo un pianoorizzontale al quale si dispongono in circolo, ricercando le forme ottimali del mutuosostegno, tutte le Corti, giudici comuni compresi, il cui ruolo, opportunamente sottolineatoda una sensibile dottrina 31 , è sovente sottostimato, laddove ha invece modo di spiegarsi,seppure in un clima spesso ovattato e discreto, con esiti di sostanziale rilievo e non pocogratificanti per i diritti.30 … e che, però, per altri, è un auspicio, propugnandosi l’avvento proprio della “Supercorte” di cui sidiscorre nel testo, che si vorrebbe situata a Strasburgo.31 Il richiamo, doveroso, è, ancora una volta, alla riflessione di R. CONTI, negli scritti dietro citt.

18<strong>in</strong>terord<strong>in</strong>amentali che ha la sua più fedele e genu<strong>in</strong>a rappresentazione l’immag<strong>in</strong>e <strong>di</strong> un“vertice”… orizzontale, nel quale – per riprendere un’espressione oggi <strong>di</strong> moda – si <strong>di</strong>sponeuna “rete” <strong>di</strong> organi dalle mutue, <strong>in</strong>cessanti implicazioni <strong>di</strong> ord<strong>in</strong>e strutturale e funzionale.Da tempo mi faccio patroc<strong>in</strong>atore <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> ord<strong>in</strong>e “<strong>in</strong>tercostituzionale”; ancora <strong>di</strong>recente, poi, ho avuto modo <strong>di</strong> precisare 29 che ogni Costituzione <strong>di</strong> stampoliberaldemocratico (e, tra queste, perciò anche la nostra) è – se ci si pensa – una“<strong>in</strong>tercostituzione”, volendo con ciò rendere l’idea per cui nella sua stessa struttura siimmettono materiali normativi provenienti ab extra, coi quali i materiali orig<strong>in</strong>ari dellaCarta costituzionale fanno “sistema”, tutti qu<strong>in</strong><strong>di</strong> volgendosi al servizio dei <strong><strong>di</strong>ritti</strong>. E il veroè che la Costituzione confessa <strong>di</strong> non farcela da sola a far fronte alla domanda pressante ecrescente <strong>di</strong> appagamento dei bisogni elementari dell’uomo che – come si è veduto –reclamano riconoscimento e tutela; e chiede pertanto <strong>di</strong> appoggiarsi ad altre Carte, <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>eesterna, al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> apprestare la tutela stessa, la più adeguata alle con<strong>di</strong>zioni oggettive <strong>di</strong>contesto. Dal loro canto, anche tali Carte non possono non att<strong>in</strong>gere ai documenticostituzionali, specie alle c.d. “tra<strong>di</strong>zioni costituzionali comuni”, dalle quali traggonocostante alimento e sostegno al f<strong>in</strong>e della loro <strong>in</strong>cessante rigenerazione semantica.È nel circolo <strong>in</strong>terpretativo, quale prende corpo non già a questo o quell’ord<strong>in</strong>amento,l’uno separato dall’altro, bensì al piano delle relazioni <strong>in</strong>terord<strong>in</strong>amentali, che si rendevisibile e si apprezza questo mutuo “dare-avere” tra le Carte (e, per ciò pure, come si<strong>di</strong>ceva, <strong>in</strong> buona sostanza, tra le <strong>Corti</strong>).L’idea, largamente accre<strong>di</strong>tata, <strong>di</strong> una “Costituzione-totale”, come la si è altrovechiamata, che <strong>di</strong>ca “tutto su tutto” <strong>in</strong> quanto <strong>in</strong> sé perfetta ed autosufficiente, fa tutt’uno conquella immag<strong>in</strong>e piramidale, al cui vertice si situa <strong>in</strong> sovrana solitud<strong>in</strong>e una sola Corte, chetutti potenzialmente controlla e da nessuno è controllata. L’una e l’altra però costituisconodelle palesi deformazioni del modello, ove si convenga che dei pr<strong>in</strong>cipi fondamentali chestanno a base dell’ord<strong>in</strong>e costituzionale (… “<strong>in</strong>tercostituzionale”) fa parte quellodell’apertura al <strong>di</strong>ritto <strong>in</strong>ternazionale e sovranazionale, col quale dunque il canone che vuoleSPADARO, Contributo per una teoria della Costituzione, I, Fra democrazia relativista e assolutismo etico,Milano 1994, e G. SILVESTRI, Lo Stato senza pr<strong>in</strong>cipe. La sovranità dei valori nelle democrazie pluraliste,Tor<strong>in</strong>o 2005).29 … <strong>in</strong> Prospettiva prescrittiva e prospettiva descrittiva nello stu<strong>di</strong>o dei rapporti tra Corte costituzionalee Corte EDU, cit.

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