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Corti e diritti, in tempi di crisi - Gruppo di Pisa

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17il quale l’ord<strong>in</strong>amento non sarebbe lo stesso (e, per ciò che qui maggiormente importa, i<strong><strong>di</strong>ritti</strong> ne soffrirebbero f<strong>in</strong>o al punto <strong>di</strong> restare smarriti). E, tuttavia, l’<strong>in</strong>quietante quesitoche, già molti secoli ad<strong>di</strong>etro, Giovenale si poneva a riguardo <strong>di</strong> quis custo<strong>di</strong>et ipsoscustodes resta <strong>in</strong> tutta la sua scottante, drammatica attualità.Non ho idee ben def<strong>in</strong>ite al riguardo, specie per ciò che si possa ancora fare (ammesso,ma non concesso, che sia possibile fare…) allo scopo <strong>di</strong> contenere almeno <strong>in</strong> parte i guasti emettere perciò al riparo dai più gravi <strong>di</strong> essi sia l’equilibrio <strong>di</strong> ord<strong>in</strong>e istituzionale che gli<strong>in</strong>teressi costituzionalmente protetti. Di una sola cosa, tuttavia, mi sento sufficientementesicuro; ed è che la questione riconsiderata da Don<strong>di</strong> richiede <strong>di</strong> essere rivista non soltantoentro la cornice dell’ord<strong>in</strong>amento nazionale (e sia pure dall’angolo visuale più ampio epromettente <strong>in</strong>teressanti esiti ricostruttivi della comparazione), com’è stato <strong>in</strong> buonasostanza s<strong>in</strong> qui, ma anche (e, forse, soprattutto) nella prospettiva dei rapporti<strong>in</strong>terord<strong>in</strong>amentali.Mi limito a due sole osservazioni sul punto, con riserva degli opportuni approfon<strong>di</strong>mentialtrove.La prima.Una delle più efficaci risorse avverso l’arbitrio dei massimi garanti è, a mia op<strong>in</strong>ione, <strong>in</strong>un mutamento <strong>di</strong> mentalità, <strong>di</strong> modo <strong>di</strong> <strong>in</strong>tendere le d<strong>in</strong>amiche istituzionali e <strong>di</strong> ricostruirel’<strong>in</strong>tero ord<strong>in</strong>amento <strong>in</strong> seno al quale esse s’<strong>in</strong>scrivono e svolgono.Ogni immag<strong>in</strong>e piramidale, che veda un solo organo al vertice dell’e<strong>di</strong>ficioord<strong>in</strong>amentale, chiamato al compito <strong>di</strong> controllare senza essere controllato, conduce <strong>di</strong>rittoall’esito fatale prefigurato da Giovenale, <strong>in</strong> f<strong>in</strong> dei conti facendo – come mi è venuto <strong>di</strong> <strong>di</strong>re<strong>in</strong> altre occasioni – del massimo garante della legalità costituzionale una sorta <strong>di</strong> mostruosopotere costituente permanente. Se, <strong>di</strong> contro, l’e<strong>di</strong>ficio assume le sembianze <strong>di</strong> una piramidemozza, al piano superiore della quale si <strong>di</strong>spongono <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> parità più se<strong>di</strong>istituzionali abilitate a controllarsi a vicenda, il rischio dell’esito suddetto può essere fugato,sempre che poi si riesca davvero ad attivare gli anticorpi necessari a farvi fronte.La mia idea è che nessun ord<strong>in</strong>amento ormai più possa <strong>di</strong>rsi davvero <strong>in</strong><strong>di</strong>pendente daglialtri (<strong>di</strong>ciamo pure, pleno iure “sovrano”) 28 . Ed è proprio al piano delle relazioni28 Sullo Stato costituzionale come Stato senza sovrano i punti <strong>di</strong> vista, pur laddove apparentementeconvergenti a sostegno <strong>di</strong> questa affermazione, sono nella sostanza non poco <strong>di</strong>stanti (così, ad es., è per A.

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