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Corti e diritti, in tempi di crisi - Gruppo di Pisa

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11impreve<strong>di</strong>bile e <strong>di</strong>pendente unicamente dal caso e dalle mobili comb<strong>in</strong>azioni <strong>di</strong> ord<strong>in</strong>eassiologico dallo stesso sollecitate a formarsi), appaiono a conti fatti riducibili abilanciamenti endocostituzionali, una volta che <strong>in</strong> premessa si convenga a riguardo della“copertura” offerta alle norme <strong>in</strong> campo, quale che ne sia l’estrazione, dalla coppiaassiologica <strong>di</strong> cui agli artt. 2 e 3.La partita, <strong>in</strong>somma, resta sempre aperta; ed ogni Carta è chiamata a dar fondo a tutte lerisorse <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>spone per potersi esprimere ed affermare al meglio <strong>di</strong> sé, alle con<strong>di</strong>zionioggettive <strong>di</strong> contesto, senza alcun ord<strong>in</strong>e precostituito, <strong>di</strong> stampo formale-astratto, che portia dare la prevalenza a questa o quella Carta (e, per naturale conseguenza, a questa o quellaCorte), <strong>in</strong><strong>di</strong>pendentemente dalla “qualità” delle norme, dalla loro attitud<strong>in</strong>e cioè a porsi alservizio dei <strong><strong>di</strong>ritti</strong> offrendovi la più adeguata tutela.Costituisce ad ogni buon conto un dato <strong>di</strong> comune esperienza quello per cui il raffrontonon va fatto <strong>in</strong> vitro bensì <strong>in</strong> vivo: le Carte restano <strong>in</strong>fatti mute f<strong>in</strong>tantoché non viene dataloro voce dalle <strong>Corti</strong>, a mezzo delle quali il <strong>di</strong>ritto vigente si commuta <strong>in</strong> <strong>di</strong>ritto vivente,affermandosi e ra<strong>di</strong>candosi nel terreno dell’ord<strong>in</strong>amento.2. Il tasso assai elevato <strong>di</strong> carenza <strong>di</strong> “democraticità” dell’ord<strong>in</strong>amento, il problemacruciale della “democratizzazione” della struttura dei processi, sia costituzionali cheord<strong>in</strong>ari (<strong>in</strong> particolare, l’annosa, irrisolta questione dell’apertura del contrad<strong>di</strong>ttorio), laparimenti <strong>in</strong>sod<strong>di</strong>sfatta istanza per uno stabile ed uniforme utilizzo delle tecniche decisorieDi qui una duplice, complessa, cruciale questione, riassumibile nei due <strong>in</strong>terrogativiseguenti: a) che rapporto o, se si vuole, quale equilibrio (o squilibrio…) viene ad <strong>in</strong>staurarsitra giu<strong>di</strong>ci e legislatore al piano del riconoscimento e della salvaguar<strong>di</strong>a dei <strong><strong>di</strong>ritti</strong>?; b) laconformazione della struttura dei processi appare esser adeguata allo scopo <strong>di</strong> assicurare lasalvaguar<strong>di</strong>a stessa?Interrogativi – come si sa – antichi, che non<strong>di</strong>meno non cessano <strong>di</strong> riproporsi conscottante attualità e crescente gravità, il cui esame richiederebbe uno spazio ben più esteso<strong>di</strong> quello ora <strong>di</strong>sponibile per il suo (non <strong>di</strong>co compiuto ma <strong>in</strong> qualche modo) appagantesvolgimento.

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