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«Ti adoro, mio Dio, ti amo con tutto il cuore, ti ... - Colle Don Bosco

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– Ma lei ha troppo da fare e poi... hoanche altri amici!– Li faccia venire!A farla breve <strong>il</strong> chierico <strong>Bosco</strong> potéportare dentro tut<strong>ti</strong> i suoi amici a godersiun buon pranzetto in allegria.A <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, sin d’allora non mancavanoné l’arguzia né l’ab<strong>il</strong>ità di ottenereciò che voleva (cf MB 1,428-431).Un curioso quadrettoA Torino <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> aveva appenatrasferito <strong>il</strong> suo Oratorio ambulantenel chiostro del Cimitero di San Pietroin Vincoli, Ed ecco ciò che <strong>il</strong> Santo nescrisse anni più tardi:«Ma in quel sito esisteva un terrib<strong>il</strong>erivale, da noi ignorato. Era ques<strong>ti</strong> nonun defunto, che in gran numero riposavanonei vicini sepolcri, ma una personavivente, la serva del cappellano. Appenacostei cominciò a udire i can<strong>ti</strong> e le vocie, dici<strong>amo</strong> anche, gli schiamazzi degliallievi, uscì fuori di casa su tutte lefurie, e colla cuffia per traverso e collemani sui fianchi si diede ad apostrofarela mol<strong>ti</strong>tudine dei trastullan<strong>ti</strong>. Con leiinveiva una ragazzina, un cane, un gatto,tutte le galline, di modo ché sembravaessere imminente una guerra europea»(MO 148).Come si può notare lo s<strong>ti</strong>le scherzosodi questo incidente che causò l’allontanamentodell’Oratorio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> costrettoa cercare un altro sito, è più cheevidente.<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> impazzito?Gli inizi dell’Oratorio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>in zona Valdocco, quando egli era giovanesacerdote a Torino, furono tutt’altroche fac<strong>il</strong>i. La difficoltà di trovare unabase sicura, la mancanza di comprensioneda parte di chi lo vedeva nella zona acapo di una banda di ragazzi di strada,la sua stessa salute, mentre egli sognavadi una sede stab<strong>il</strong>e <strong>con</strong> chiesa, locali euna fiorente at<strong>ti</strong>vità, indusse dei sacerdo<strong>ti</strong>suoi amici a credere che fosse un uomoscosso nella salute e decisero... Ma sen<strong>ti</strong><strong>amo</strong>ciò che egli stesso descrive nellesue Memorie:«Intanto prevaleva ognor più la voceche <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> era divenuto pazzo. Imiei amici si mostravano dolen<strong>ti</strong>; altri ridevano;ma tut<strong>ti</strong> si tenevano lontani dame. L’Arcivescovo lasciava fare; <strong>Don</strong>Cafasso <strong>con</strong>sigliava di temporeggiare, <strong>il</strong>Teologo Borrelli taceva. Così tut<strong>ti</strong> i mieicollaboratori mi lasciavano solo in mezzoa circa quattrocento ragazzi.In quell’occasione alcune rispettab<strong>il</strong>ipersone vollero prendersi cura della miasanità.– Questo <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, diceva uno d<strong>il</strong>oro, ha delle fissazioni, che lo <strong>con</strong>durrannoinevitab<strong>il</strong>mente alla pazzia. Forseuna cura gli farà bene. Conduci<strong>amo</strong>lo almanico<strong>mio</strong>, e colà coi dovu<strong>ti</strong> riguardi, sifarà quanto la prudenza suggerirà.Furono incarica<strong>ti</strong> due di venirmi aprendere <strong>con</strong> una carrozza e <strong>con</strong>durmial manico<strong>mio</strong>. I due messaggeri mi salutaronocortesemente; di poi, chiestemino<strong>ti</strong>zie della sanità, dell’Oratorio, del futuroedificio e chiesa, trassero infine unprofondo sospiro e proruppero in questeparole:– È vero!Dopo ciò mi invitarono di recarmi secoloro a fare una passeggiata.– Un po’ d’aria <strong>ti</strong> farà bene; vieni; abbi<strong>amo</strong>appunto la carrozza, andremo insiemeed avremo tempo a discorrere.Mi accorsi allora del gioco che mi volevanofare, e senza mostrarmene accorto,li accompagnai alla vettura, insistet<strong>ti</strong>che essi entrassero primi a prendere postonella carrozza, e invece di entrarcianch’io, ne chiusi lo sportello in fretta,dicendo al cocchiere:– Andate <strong>con</strong> tutta celerità al manico<strong>mio</strong>,dove ques<strong>ti</strong> due ecclesias<strong>ti</strong>ci sonoaspetta<strong>ti</strong>» (MO 163-164).Ciò che seguì è fac<strong>il</strong>e immaginarlo.l’angolodelle curiositàCimitero di San Pietroin Vincoli (Torino).Chiesa di Cinzano (Torino).Gli inizi dell’Oratoriodi <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>,in zona Valdocco,quando eragiovane sacerdote,furono tutt’altroche fac<strong>il</strong>i.5

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