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«Ti adoro, mio Dio, ti amo con tutto il cuore, ti ... - Colle Don Bosco

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l’angolodelle curiositàNataleCERRATOFacezie giovan<strong>il</strong>i<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, già in Seminario a Chierie poi nei primi anni torinesi, non mancòdi rivelare <strong>il</strong> suo gusto per la battutascherzosa, la descrizione umoris<strong>ti</strong>ca anchedelle sue più serie avventure. Ce nedanno tes<strong>ti</strong>monianza le ben note MemorieBiografiche (MB) e le sue personaliMemorie dell’Oratorio (MO).<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, foto del 1878(par<strong>ti</strong>colare).Il rasoio di legnoDa giovane seminarista a Chieri, Giovannisapeva tenere allegri i compagni<strong>con</strong> la sua <strong>con</strong>versazione ricca di spun<strong>ti</strong>umoris<strong>ti</strong>ci.Un giorno annunziò loro di essere capacea farsi la barba <strong>con</strong> un rasoio di legno.I compagni, benché abitua<strong>ti</strong> ai suoischerzi di parola, ne rimasero sorpresi egli risposero che era impossib<strong>il</strong>e. Ma <strong>il</strong>chierico Giovanni <strong>Bosco</strong> (Bòsch in piemontese)lo affermò risolutamente. Siscommesse ed all’ora fissata i compagnine fecero la prova. Corsero nella cameratae lo trovarono occupato a radersi labarba <strong>con</strong> un rasoio auten<strong>ti</strong>camente metallico:– E dov’è <strong>il</strong> rasoio di legno?– Oh, bella! Il <strong>mio</strong> cognome qual è?– <strong>Bosco</strong>!– Questo rasoio di chi è?– E tuo!– Dunque è rasoio di <strong>Bosco</strong>, e voiavete perduto la scommessa!Scommessa e dialogo, naturalmentevennero fat<strong>ti</strong> in piemontese e in piemontese“bòsch” significa “legno”. I compagni,rimas<strong>ti</strong> sorpresi, dovettero dargli ragione!(cf MB 1,387).Castello di Cinzano (Torino).Uno scherzo tra amici questa volta enon più una battuta mordace. Giovanniaveva davvero fatto un bel progresso.A Cinzano in casa del prevostoNell’estate del 1837 durante le vacanzees<strong>ti</strong>ve <strong>il</strong> chierico <strong>Bosco</strong> si recò ingita <strong>con</strong> degli amici a Cinzano per visitare<strong>il</strong> prevosto, zio del suo amico LuigiComollo. Giunto in paese venne a sapereche <strong>il</strong> prevosto era assente. La gitaera avviata e bisognava pur far qualcosa.Il chierico <strong>Bosco</strong> s’informò del nomedella donna di servizio di <strong>Don</strong> Comollo.Gli dissero che si chiamava Maddalena.Bussò alla porta della canonica, ma ladomes<strong>ti</strong>ca non l’aveva mai visto e l’accolsefreddamente.– Mi rincresce – le disse <strong>il</strong> chierico<strong>Bosco</strong> –, perché <strong>Don</strong> Comollo è <strong>mio</strong>grande amico e poi ero venuto anche per<strong>con</strong>oscere la signora Maddalena che midissero essere una persona molto gen<strong>ti</strong>le!– Maddalena sono io!– Oh, lei, la padrona?– Che padrona! Io sono una poveraserva!– Non dica questo. <strong>Don</strong> Comollo nonha parole per lodarsi di lei!– Tutta bontà sua! Faccio quello cheposso!– Mi rincresce proprio; avevo fatto<strong>con</strong>to di passare la giornata <strong>con</strong> lui, mapazienza!– Ma no. Ha già pranzato? Non facciacomplimen<strong>ti</strong>, si accomodi!

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