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«Ti adoro, mio Dio, ti amo con tutto il cuore, ti ... - Colle Don Bosco

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ChiesaLa redazioneQuadro di van Gogh.Va’ e anche tu fa’ cosìDal Messaggio di Benedetto XVI per laGiornata Mondiale del Malato (11 febbraio2010)«Con l’annuale Giornata Mondiale delMalato, scrive <strong>il</strong> Papa, la Chiesa intendesensib<strong>il</strong>izzare cap<strong>il</strong>larmente la comunitàecclesiale circa l’importanza del servizionel vasto mondo della salute, servizio chefa parte integrante della sua missione…Gesù, Medico divino “passò beneficandoe risanando tut<strong>ti</strong> coloro oche stavano sotto<strong>il</strong> potere del diavolo” (At 10,38). Nelmistero della sua passione, morte e risurrezione,l’umana sofferenza at<strong>ti</strong>nge sensoe pienezza di luce».«Il Signore Gesù nell’Ul<strong>ti</strong>ma Cena,si è chinato a lavare i piedi degli Apostoli,an<strong>ti</strong>cipando <strong>il</strong> supremo atto di <strong>amo</strong>redella Croce. Con tale gesto ha invitato isuoi discepoli ad entrare nella sua medesimalogica dell’<strong>amo</strong>re che si dona specialmenteai più piccoli e ai bisognosi (cfGv 13,12-17).Seguendo <strong>il</strong> suo esempio, ogni cris<strong>ti</strong>anoè chiamato a rivivere, in <strong>con</strong>tes<strong>ti</strong> diversie sempre nuovi, la parabola del BuonSamaritano, <strong>il</strong> quale, passando accanto adun uomo lasciato mezzo morto dai brigan<strong>ti</strong>sul ciglio della strada, “vide e ne ebbecompassione. Gli si fece vicino, gli fasciòle ferite, versandovi olio e vino; po<strong>il</strong>o caricò sulla sua cavalcatura, lo portòin un albergo e si prese cura di lui…”(Lc 10,33-35). A <strong>con</strong>clusione della parabolaGesù dice: “va’ e anche tu fa così”.Con queste parole si rivolge anche anoi. Ci esorta a chinarci sulle ferite delcorpo e dello spirito di tan<strong>ti</strong> nostri fratellie sorelle che in<strong>con</strong>tri<strong>amo</strong> sulle strade delmondo; ci aiuta a comprendere che, <strong>con</strong>la grazia di <strong>Dio</strong> accolta e vissuta nella vitadi ogni giorno, l’esperienza della malat<strong>ti</strong>ae della sofferenza può diventare scuola disperanza… Non è la fuga davan<strong>ti</strong> al doloreche guarisce l’uomo, ma la capacità diaccettare la tribolazione e in essa di maturare,di trovare senso mediante l’unione<strong>con</strong> Cristo che ha sofferto <strong>con</strong> infinito<strong>amo</strong>re (cf Enciclica Spe salvi, 37).Nell’attuale momento storico-culturale,si avverte anche più l’esigenza di unapresenza ecclesiale nella società capacedi trasmettere in maniera efficace i valorievangelici a tutela della vita umana in tuttele fasi, dal suo <strong>con</strong>cepimento alla suafine naturale».Il Papa ricorda ancora <strong>il</strong> messaggio aipoveri dato dai Padri Conc<strong>il</strong>iari al terminedel Conc<strong>il</strong>io Ecumenico Va<strong>ti</strong>cano II:“Voi tut<strong>ti</strong> che sen<strong>ti</strong>te più gravemente <strong>il</strong>peso della croce… riprendete coraggio:voi siete i preferi<strong>ti</strong> del regno di <strong>Dio</strong>, sietei fratelli del Cristo sofferente; e <strong>con</strong> lui,se lo volete, voi salvate <strong>il</strong> mondo” (Ench.Vat., I, 523).18Infine Benedetto XVI rivolge poi uncaldo ringraziamento «a quan<strong>ti</strong>, ognigiorno, svolgono <strong>il</strong> servizio verso i mala<strong>ti</strong>e i sofferen<strong>ti</strong>», e <strong>con</strong>clude <strong>con</strong> un invitoforte e paterno ai sacerdo<strong>ti</strong> «a non risparmiarsinel dare <strong>con</strong>forto e cura a chi soffre.Il tempo trascorso accanto a chi è nellaprova, scrive, si rivela fe<strong>con</strong>do di graziaper tutte le dimensioni della pastorale».E ai mala<strong>ti</strong>: «Vi domando di pregare eoffrire le vostre sofferenze per i sacerdo<strong>ti</strong>,perché possano mantenersi fedeli alla lorovocazione e <strong>il</strong> loro ministero sia riccodi frut<strong>ti</strong> spirituali, a beneficio di tutta laChiesa».

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