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«Ti adoro, mio Dio, ti amo con tutto il cuore, ti ... - Colle Don Bosco

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<strong>Don</strong> Domenico Ricca.Ecco, quando individuano qualcuno chese<strong>con</strong>do loro va bene, in base a criterianche diffic<strong>il</strong>i da decodificare, possonoesserne soggioga<strong>ti</strong>. Anche un docenteun po’ svitato, ma realmente appassionatodella sua materia, diventa un puntodi riferimento, una risorsa. Gli altri adul<strong>ti</strong>– quelli opachi – non sono <strong>con</strong>testa<strong>ti</strong>,non sono avversari da abbattere, semplicementerimangono del <strong>tutto</strong> irr<strong>il</strong>evan<strong>ti</strong>.Penso ad adul<strong>ti</strong> che sappiano aiutarea dar senso ai significa<strong>ti</strong>, che sappiano<strong>con</strong>iugare <strong>amo</strong>re-tenerezza <strong>con</strong> <strong>amo</strong>refermezza.Un figlio deve in<strong>con</strong>trare anche, crescendo,l’<strong>amo</strong>re‐fermezza, ossia una seriedi regole coeren<strong>ti</strong>, adeguate all’età, euna guida. Le regole danno sicurezza e<strong>con</strong>sentono di fare delle previsioni; indicanoche i genitori hanno <strong>il</strong> <strong>con</strong>trollo dellasituazione, che sanno che cosa è beneper loro e che cosa si aspettano da loro.L’<strong>amo</strong>re fermezza (che è l’oppostodella durezza, della freddezza e dell’indifferenza),ha come obiet<strong>ti</strong>vo l’apprendimentograduale dell’arte di vivere,l’acquisizione di una progressivaautonomia e fiducia in se stessi.Penso ad adul<strong>ti</strong> che aiu<strong>ti</strong>no i ragazziad accogliere e accompagnare le emozioni.Oggi l’educazione emo<strong>ti</strong>va è lasciataal caso e tut<strong>ti</strong> gli studi e le sta<strong>ti</strong>s<strong>ti</strong>che<strong>con</strong>cordano nel segnalare la tendenza,nell’attuale generazione, ad avere unmaggior numero di problemi emozionalirispetto a quelle preceden<strong>ti</strong>.Questo anche perché oggi i giovanissimisono più soli e più depressi, più rabbiosie ribelli, più imprepara<strong>ti</strong> alla vita,perché privi di quegli strumen<strong>ti</strong> emo<strong>ti</strong>viindispensab<strong>il</strong>i per dare avvio a quei comportamen<strong>ti</strong>quali l’auto<strong>con</strong>sapevolezza,l’auto<strong>con</strong>trollo, l’empa<strong>ti</strong>a, senza i qualisaranno sì capaci di parlare, ma non diascoltare, di risolvere i <strong>con</strong>flit<strong>ti</strong>, di cooperare.E allora quale pedagogia oggi?Senza fiducia, non c’è educazione.Solo l’instaurazione di questa relazionedi fiducia tra <strong>il</strong> giovane e l’educatore permettedi costruire l’autorità di quest’ul<strong>ti</strong>mo.L’elaborazione di una relazione educa<strong>ti</strong>vabasata sulla fiducia per permettereal giovane di proiettarsi verso <strong>il</strong> futuroessendo tes<strong>ti</strong>moni di speranza. Dobbi<strong>amo</strong>imparare a vivere insieme tra giovanie <strong>con</strong> gli adul<strong>ti</strong> stab<strong>il</strong>endo delle alleanze.Sono tre le parole chiave dell’educazionealla maniera di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>: fiducia,speranza, alleanza.Come costruire questa fiducia?<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> non raccomanda nessunatecnica educa<strong>ti</strong>va par<strong>ti</strong>colare, rispondesolamente attraverso l’affetto. <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>è l’educatore che, nel XIX secolo davan<strong>ti</strong>a tutte le corren<strong>ti</strong> pedagogiche iperrazionalistedel secolo dei lumi, ha riab<strong>il</strong>itatol’affet<strong>ti</strong>vità, l’<strong>amo</strong>re nella relazioneeduca<strong>ti</strong>va. Senza affetto, non c’è fiducia.Senza fiducia non c’è educazione.Un’educazione fondata sulla fiduciaè un’educazione basata sulla ragione.L’educatore agisce in maniera ragionevole,sempre <strong>con</strong>vinto che <strong>il</strong> giovane èdotato di ragione ed è capace di comprenderedove si trova <strong>il</strong> suo interesse. Èsu questa <strong>con</strong>vinzione che si fonda <strong>il</strong> sistemapreven<strong>ti</strong>vo.Infine, un’educazione fondata sullafiducia è basata su una fede indefet<strong>ti</strong>b<strong>il</strong>enell’educab<strong>il</strong>ità del giovane qualsiasisiano le sue difficoltà nel presente.Credere nel giovane è accogliere <strong>il</strong>giovane, anche immigrato, come una opportunitàdi crescita per <strong>il</strong> gruppo e per lasocietà e non come un peso.Quando sono dentro una relazione<strong>con</strong> un adulto abbastanza competente,sono molto e<strong>ti</strong>ci.A dispetto delle apparenze, sono affet<strong>ti</strong>vi:ad esempio, la loro vita di coppiaè molto più evoluta di quella degliadolescen<strong>ti</strong> di un tempo, hanno un livellodi autonomia reciproca elevato, a vantaggiodi una certa pacatezza e stab<strong>il</strong>ità.Soprat<strong>tutto</strong> hanno introdotto unaparite<strong>ti</strong>cità reale tra masch<strong>il</strong>e e femmin<strong>il</strong>eche senz’altro avrà una ricadutasui loro rappor<strong>ti</strong> più maturi, sulla genitorialitàfutura, sulla vita fam<strong>il</strong>iare e neirappor<strong>ti</strong> <strong>con</strong> i figli...A me non sembra poco. emergenzaeduca<strong>ti</strong>vaLe regoledanno sicurezzae <strong>con</strong>sentonodi faredelle previsioni.Senza fiducianon c’è educazione.L’adulto educatorecompetenteè coluiche sa <strong>con</strong>iugare<strong>amo</strong>re-tenerezza<strong>con</strong> <strong>amo</strong>re-fermezza.17

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