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È scomparso il Prof. Massimo Chiariello IN MEMORIAM - Giornale ...

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<strong>IN</strong> <strong>MEMORIAM</strong><strong>È</strong> <strong>scomparso</strong><strong>il</strong> <strong>Prof</strong>. <strong>Massimo</strong> <strong>Chiariello</strong>Il 23 marzo 2010 <strong>il</strong> <strong>Prof</strong>. <strong>Massimo</strong> <strong>Chiariello</strong> haperso, nella sua casa napoletana, la battagliacon la malattia, lasciando un vuoto incolmab<strong>il</strong>eper la famiglia, per la Cardiologia Italiana eper quanti lo hanno conosciuto. <strong>Massimo</strong><strong>Chiariello</strong> era <strong>Prof</strong>essore Ordinario di Cardiologia,Direttore della Scuola di Specializzazionee Dipartimento di Medicina Clinica, ScienzeCardiovascolari ed Immunologiche dell’Universitàdegli Studi “Federico II” di Napoli.Raccontare e ricordare <strong>Massimo</strong> significaavere, e mostrare oggi, anche dopo la suascomparsa, un’infinita riconoscenza personaleche credo sia condivisa da tanti Cardiologiche lo hanno conosciuto. <strong>Massimo</strong> è stato unbr<strong>il</strong>lante scienziato, un professore autorevole,un clinico non comune e, soprattutto, per mee per tutti i Cardiologi formatisi sotto la suasupervisione, un mentore eccezionale. Il suoinsegnamento è stato sempre quello di guardareall’eccellenza e mirare agli alti standarddi qualità, qualsiasi fosse l’argomento. Centinaiadi Cardiologi che si sono formati nellasua Scuola gli sono riconoscenti per quantohanno imparato e per gli insegnamenti ricevuti.Non sorprende che oggi molti di essi ricopranoimportanti ruoli assistenziali ed accademiciin tutto <strong>il</strong> territorio nazionale ed internazionale.<strong>È</strong> stato un uomo pragmatico e concretocome pochi. Per dare un esempio di questesue caratteristiche peculiari mi ritorna in menteun episodio. Recentemente, due giorni primadella sua scomparsa, mi aveva chiamato,con <strong>il</strong> solito fervore cui era solito ut<strong>il</strong>izzarequando voleva sottolineare la forza delle sueidee, perché voleva vedermi. Sono quindi andatoa trovarlo a Napoli nella sua casa e abbiamoparlato per ore, seduti sul divano delsuo elegante salotto. Mentre prendevamo uncaffè, con una lucidità, serenità e tranqu<strong>il</strong>litàche ancora ricordo, e che al momento mi lasciaronoimbarazzato, attonito e straziato, midisse chiaramente quale fosse la prognosi dellaSua malattia. Mi parlò, tra l’altro, di alcunistudenti, di una sentita e molto apprezzatatelefonata ricevuta da una collega del Nord,delle previsioni sulle elezioni politiche, feceuna lucida analisi della realtà accademica, masoprattutto mi parlò di realistici, chiari programmie di progetti futuri. Non ebbi alcunapercezione o presagio in quell’occasione diquello che sarebbe poi successo due giorni dopo.Ripensando al nostro ultimo incontro,<strong>Massimo</strong>, antico ed educato signore napoletano,quando me ne andai rimase seduto sul divano.Non mi accompagnò alla porta.<strong>Massimo</strong> <strong>Chiariello</strong> è stato tra i primi cardiologiitaliani a svolgere un lungo periodo diricerca negli Stati Uniti, dove ha lavorato comeResearch Fellow of Medicine presso la Divisionedi Cardiologia, Harvard MedicalSchool, Peter Bent Brigham Hospital, Boston,USA, diretta dal Dr. Eugene Braunwald. Pensoche uno dei modi più belli per ricordare la Suapersona è quello di mostrare uno dei suoi studipiù interessanti: gli effetti opposti della nitroglicerinae del nitroprussiato durante ischemiamiocardica (Figura 1). In tale studio furonocalcolate le modifiche simultanee del trattoST e del flusso miocardico transmurale dimostrandoper la prima volta che, duranteischemia, <strong>il</strong> nitroprussiato riduceva <strong>il</strong> flusso coronaricoed aumentava <strong>il</strong> sopraslivellamentodel tratto ST (Figura 2). Al contrario la nitroglicerinaaumentava <strong>il</strong> flusso miocardico e riduceva<strong>il</strong> sopraslivellamento del tratto ST (Circulation1976;54:766-73). Tali risultati ebberoun grande impatto nella pratica clinica introducendol’ut<strong>il</strong>izzo dei nitrati nel trattamentodei pazienti con infarto miocardico acuto.L’esperienza effettuata negli Stati Uniti hainciso profondamente sul suo modo di pensaree sul futuro della Sua Scuola e credo, senzacorrere <strong>il</strong> rischio di sbagliarmi o di risultare enfatico,della Cardiologia Italiana. Infatti, <strong>Massimo</strong>ha spinto sempre tutti i suoi collaboratoriad andare all’estero, rendendo così possib<strong>il</strong>iuna serie di esperienze che rimangono a tutt’oggiuniche nel panorama della CardiologiaItaliana. Aveva per primo capito <strong>il</strong> valore e lanecessità di implementare anche nelle Universitàitaliane <strong>il</strong> ruolo dello Scientist/Physician enel corso di tutta la sua attività professionalenon ha mai smesso di incoraggiare, difenderee supportare tutti i giovani Cardiologi che volesseroiniziare tale carriera o che volesseroandare all’estero. Per questo mi trovai, giova-446


In memoriamComparison Between the Effects of Nitroprusside andNitroglycerin on Ischemic Injury during AcuteMyocardial InfarctionMASSIMO CHIARIELLO, M.D., HERMAN K. GOLD, M.D., ROBERT C. LE<strong>IN</strong>BACH, M.D.,MICHAEL A. DAVIS,D.SC., AND PETER R. MAROKO, M.D.Figura 1. L’articolo di <strong>Massimo</strong> <strong>Chiariello</strong> pubblicato su Circulation nel1976.Figura 2. Modifiche simultanee del tratto ST e del flusso miocardicotransmurale durante ischemia indotte dal nitroprussiato (NP) o dalla nitroglicerina(NTG). Il NP riduce <strong>il</strong> flusso coronarico provocando un aumentodel sopraslivellamento del tratto ST. Al contrario la NTG aumenta<strong>il</strong> flusso e riduce <strong>il</strong> sopraslivellamento del tratto ST (modificata da Circulation1976; 54: 766-73).ne e ancora inesperto, a lavorare a La Jolla con <strong>il</strong> Dr. JohnRoss Jr.<strong>Massimo</strong> <strong>Chiariello</strong> fondeva, forse unico esempio nelpanorama italiano, <strong>il</strong> suo amore vero per la ricerca di basealla quale poneva sempre massima attenzione e cura, adun interesse genuino per la cardiologia clinica e la cardiologiainterventistica in particolare. In un modello irripetib<strong>il</strong>e,le sale di emodinamica della Sua Divisione di Cardiologiadell’Università “Federico II” erano fisicamente vicinead enormi e perfettamente attrezzati laboratori di fisiologiacardiaca, di biologia cardiaca cellulare e molecolare. Ipiù bravi e br<strong>il</strong>lanti studenti di Medicina (e ne sono passatitanti) che gli richiedevano la tesi erano da Lui prima indirizzatiai laboratori di Cardiologia Sperimentale, essendofermamente convinto che tale esperienza fosse una tappafondamentale nella formazione di un giovane cardiologo,particolarmente ut<strong>il</strong>e anche per l’attività clinica futura.Nello scrivere questo breve ed ovviamente incompletoricordo mi è venuto in mente come ho conosciuto <strong>Massimo</strong>.Ho ancora oggi <strong>il</strong> preciso ricordo di una cupa bibliotecacon mob<strong>il</strong>i di legno che incombevano su un polverosotavolo. Lì avevo letto per la prima volta l’articolo sopra riportato(allora non esisteva Internet e non erano diffusi gliabbonamenti alle riviste!) e decisi che avrei dovuto incontrarlo.<strong>Massimo</strong> credeva molto nella Ricerca, ne aveva uninteresse vero, genuino ed un’autentica curiosità scientifica.La Sua viva intelligenza gli consentiva di farsi un’ideaprecisa in pochi minuti anche di esperimenti molto complessicogliendone subito l’essenza. Aveva passione per inuovi progetti, per le persone innovative ed, in particolare,guardava con non comune entusiasmo i giovani di talento.Non cercava consensi e non attribuiva consensi senzameriti. Conosceva bene l’animo umano ma non facevaniente per nascondere ciò che pensava. Non gli ho mai sentitousare giri di parole. <strong>È</strong> stato sempre un uomo schiettonelle considerazioni e nei giudizi.Dote non sempre comune per un Direttore è stataquella di non essere stato geloso o invidioso del successodei suoi allievi; ha dato a tutti, piccoli o grandi, un palcoscenicodove esprimersi al meglio con indipendenza culturalee totale libertà. Questa forse è stata una delle piùgrandi doti di <strong>Massimo</strong>, quella di dare a tutti un’opportunità,basandosi semplicemente su quelle che erano le capacitàe le potenzialità dei suoi allievi. Ha sempre chiestomolto ma ha sempre fatto del suo meglio per ognuno deisuoi collaboratori, indirizzandone con saggezza la formazionee la carriera.Sul piano assistenziale <strong>Massimo</strong> <strong>Chiariello</strong> ha sempremostrato un grandissimo interesse per l’emodinamica giàprima dell’avvento dell’angioplastica coronarica e, successivamente,per la cardiologia interventistica (spesso ricordavacon compiacimento di essere socio del GISE). Ne avevacapito la potenzialità ben prima che questa venisse dimostratacon l’avvento dello stenting. I laboratori di emodinamicadell’Università “Federico II” sono stati leadermondiali nello studio della fisiopatologia del flusso coronariconegli anni ’90 e successivamente nel trattamentodei pazienti affetti da malattia coronarica.Un altro dei grandi meriti di <strong>Massimo</strong> è stato quello diintrodurre nel 1989 per primo in Italia l’ablazione con radiofrequenzaper <strong>il</strong> trattamento delle aritmie. La Scuolanapoletana ha diffuso poi la metodica in tutto <strong>il</strong> territorionazionale.Credo, senza enfasi e con sincerità, che <strong>il</strong> <strong>Prof</strong>. <strong>Chiariello</strong>ed <strong>il</strong> suo modello accademico e professionale, basato sull’eccellenzae la meritocrazia, ci debba guidare ed essere unesempio per <strong>il</strong> mondo universitario italiano. Spesso ricordavala storia che circolava nel mondo accademico, cioè che iMaestri affidano un unico compito ai loro collaboratori:quello di superarli. Nel caso di <strong>Massimo</strong> <strong>Chiariello</strong> sarà, peri suoi tanti collaboratori, un compito molto arduo.Ciro IndolfiCattedra di CardiologiaUniversità degli Studi “Magna Graecia”Catanzaro447

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