29.11.2012 Views

Catalogo - Mostra internazionale del nuovo cinema

Catalogo - Mostra internazionale del nuovo cinema

Catalogo - Mostra internazionale del nuovo cinema

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>del</strong> patrimonio simbolico, popolare e architettonico, relegando<br />

la creazione a un ruolo quasi periferico. In definitiva,<br />

l’accento è ricaduto sul sostegno ai risultati, mentre si<br />

dovrebbe tentare di investire denaro nel processo. Oggi,<br />

invece, il processo è il risultato. Siamo più per la cultura<br />

come spettacolo, lasciando uno spazio ridotto alla cultura<br />

associata alla conoscenza.<br />

È ovvio che l’Europa <strong>del</strong>l’Unione, l’Europa culturale e<br />

attuale, è il prodotto <strong>del</strong>la sua diversità e non <strong>del</strong>la specificità<br />

culturale e che il fenomeno <strong>del</strong>la globalità tende a<br />

omogeneizzare la cultura, con l’obiettivo di trasformarla in<br />

un prodotto che inglobi il massimo <strong>del</strong>le sensibilità <strong>del</strong><br />

mercato. Il settore audiovisivo e <strong>cinema</strong>tografico è il territorio<br />

meglio concimato e più fertile. Gli effetti di questa<br />

dinamica <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> prodotto-merce culturale generano<br />

una grande confusione. Non è, come lo si vuole presentare,<br />

il trionfo <strong>del</strong>la libera scelta, ma la vittoria di un<br />

sistema di distribuzione di funzioni: alcune società per il<br />

consumo e altre per la produzione. Evidentemente, quello<br />

che viene ridotto non è il consumo bensì la creazione. E la<br />

cosa più grave non è l’omogeneizzazione <strong>del</strong> prodotto,<br />

bensì la standardizzazione <strong>del</strong> suo processo di produzione.<br />

Questo è più perverso.<br />

Editoriali letterari<br />

Un sistema di strutture solide e una grande capacità e disponibilità<br />

per assimilare quello che può essere digerito e<br />

venduto con decisione al momento di lasciare su un binario<br />

morto tutto ciò che non rientra nei sofisticati meccanismi<br />

di assimilazione e rifiuto.<br />

Il fattore creativo si limita alle necessità e agli stimoli <strong>del</strong><br />

mercato. E per stimolarli, nulla di meglio che l’interminabile<br />

rete di festival o premi corporativi per chi, anno dopo<br />

anno, migliora lo stesso film. È questo il pedaggio cha dà<br />

diritto di accesso alla grande autostrada nella quale circola<br />

la produzione culturale debitamente omologata attraverso<br />

il meccanismo perverso di standardizzazione <strong>del</strong><br />

processo di produzione culturale. Si può circolare senza<br />

pagare i pedaggi solo se si sta ai margini. La rete viaria<br />

alternativa, senza servizi di sicurezza, né aree di sosta e<br />

doppio senso di marcia …. solo lì si mantengono le forme<br />

di produzione più interessanti con scommesse ardite e più<br />

esigenti (Godard, Sybergberg, Straub/Huillet, Delvaux,<br />

Rivette, Duras, Schoeter, Snow, Jancsó, Oliveira, Ruy Guerra,<br />

G. Rocha, Bellocchio, Pasolini e Oshima).<br />

Perciò il realismo, a cui molti fanno riferimento come a una<br />

storia reale, deve essere attribuito in primo luogo alla regola,<br />

struttura indiscutibile, in modo che la storia raccontata<br />

scorra con assoluta normalità e naturalezza: descrivere con<br />

ordine i fatti, riconoscere gli scenari e identificare i protagonisti<br />

senza troppi sussulti e questo sì, con un’interpretazione<br />

irreprensibile, un’illuminazione brillante, nessuna<br />

birichinata sintattica e una sensibilità squisita che avalli e<br />

ratifichi il valore <strong>del</strong>la qualità. A costo di impoverire il<br />

medium, disprezzando l’aspetto più singolare e specifico<br />

<strong>del</strong> linguaggio <strong>cinema</strong>tografico e lasciarlo a un uso ripetitivo<br />

e di routine, giorno dopo giorno.<br />

work of corporative festivals and awards for those who, year after<br />

year, improve the same film. This is the toll that provides access<br />

to the great highways on which the cultural products duly<br />

homologated through the perverse mechanism of the standardization<br />

of cultural production travel. You can travel without<br />

paying toll only if you stay at the margins. Only on the alternative<br />

network of roads, without security services, rest areas or<br />

two-way streets are maintained the most interesting production<br />

forms that use the boldest and most exigent challenges (Godard,<br />

Sybergberg, Straub/Huillet, Delvaux, Rivette, Duras, Schoeter,<br />

Snow, Jancsó, Oliveira, Ruy Guerra, G. Rocha, Bellocchio,<br />

Pasolini and Oshima).<br />

This is why realism, to which many refer as if to a real story,<br />

must first of all be attributed to the rule, an indisputable structure,<br />

so that the story told flows with absolute normalcy and naturalness:<br />

describe the facts in order, recognize the scenarios and<br />

identify the protagonists without too many jumps and through<br />

an irreproachable performance, a brilliant lighting, no syntactical<br />

escapades and an exquisite sensibility that guarantees and<br />

ratifies the value of the quality. At the cost of exacerbating the<br />

medium, scorning the most unique and specific aspect of the <strong>cinema</strong>tic<br />

language and leaving it to a repetitive use and routine,<br />

day after day.<br />

42 a <strong>Mostra</strong> Internazionale <strong>del</strong> Nuovo Cinema 89

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!