Anno 8 - La Piazza Castel Madama

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32 RicordiDicembre 2011RICORDO DI FLAVIA DE BELLISdi Ivano MoreschiniIl mese scorso Flavia De Bellis è morta all’età di 55anni. Aveva scoperto forse tardi di essere stata colpitada una grave malattia, e nell’arco di pochi mesi labreve battaglia che aveva ingaggiato contro di essa èstata purtroppo persa. La morte improvvisa di una personache abbiamo conosciuto, che ha attraversato lanostra vita ci spiazza sempre. Non sappiamo come reagire,cosa fare, ci sentiamo chiamati in causa. Ci sentiamoin dovere di ricordare e nello stesso tempo cisembra di dire troppo. E poi ci sono tante immaginiche quella persona ha lasciato, diverse in ognuno dinoi, e pensiamo che la nostra possa essere solo parziale,inesatta. Allora forse l’unica chiave che si puòusare, almeno in prima battuta, è il ricordo personale,il nostro unico (anche se forse saltuario, marginale) edormai perduto rapporto con lei.Ho frequentato Flavia in diverse fasi della mia vita.Una frequentazione sempre molto cortese, leggera,come era nelle corde del suo carattere brillante ed unpo’ malinconico. Una donna sempre appassionata perqualche ricerca, qualche studio, qualche brandello distoria o di bellezza che inseguiva. Sempre con quel suomodo di stare in disparte, ad ascoltare attenta, comeper non voler dare fastidio, salvo poi farti capire conpoche battute molto acute che aveva colto l’essenzadella discussione, o che magari la trovava un po’ banale.Il primo periodo di frequentazione è stata la redazionedi Tam Tam, dove lei partecipava, stimolava,scriveva. Magari poco, per quella sua smania di perfezioneche la portava ad essere molto controllata, moltocritica e severa con se stessa. Ed erano sempre degliinterventi approfonditi, direi quasi distillati goccia agoccia. In quegli anni novanta poi partecipa al progettoper la catalogazione dell’Archivio storico di CastelMadama, ed è ovviamente un asse portante di quelriordino. Quella per me è la seconda fase della conoscenzadi Flavia, visto che in quegli anni facevo l’amministratore,ed ero incuriosito dalla ricostruzione dell’Archivio,anche se mi occupavo di altro. Mi ricordodi quel periodo il suo entusiasmo per quei documenti,la sua maniera di vederli e farli vedere vivi e parlanti,un grande lavoro che poi sfociò anche in una mostrache si tenne nell’attuale sede dell’Università Agraria,che mi colpì per i verbali dei Consigli Comunali (ocome allora si chiamavano) del settecento e dell’ottocento,con tutti quei cognomi che in gran parte ancoragovernano il paese.Dopo qualche anno ci siamo di nuovo incrociati aVicovaro, dove io ero andato a lavorare e lei a vivere.Aveva degli incarichi saltuari nella Biblioteca Comunale,ed anche lì c’era un Archivio Storico da gestire,come in quasi tutti i comuni della zona. Ebbe un incarico,e fece subito una mostra che insieme ci divertimmoa fotografare, ed ancora adesso è facilmente reperibilesul sito ufficiale di quel Comune. Fu un momentodi fervore per gli archivi della zona, con lei protagonista.Si fece un accordo tra Castel Madama e Vicovaroper una gestione associata dei due archivi, lei curòdelle pubblicazioni, delle mostre, delle presentazionidi varie iniziative. Soprattutto riusciva a far viverequelle carte, secondo quello che lei stessa scrivevanella presentazione del primo numero dei Quadernidell’Archivio storico Comunale, nel settembre 2007:“…l’intento del servizio è sempre stato quello diconiugare la qualità e la correttezza dell’informazionecon la massima accessibilità ad essa da parte di un pubblicovasto e composito, non necessariamente formatoda specialisti.”. Quindi la storia come cosa viva, noncome polverosa serie di carte per discutere tra i solitiaddetti ai lavori.È sempre di quel periodo la sua collaborazione con ilnostro giornale, ed anche il suo contributo fattivo ecome sempre appassionato alla ricerca del Prof. Ciottisu Garibaldi in Val d’Aniene. E di sicuro anche lei erastupita come tutti noi dal grande successo di quella ini-LaPiazza

Dicembre 2011Ricordi33ziativa, segnale evidente della profondità del mito diGaribaldi anche dalle nostre parti. Venne una volta atrovarmi anche a San Vito Romano, dove pure c’era, ec’è tuttora, un Archivio Storico fermo. Qualche amministratoredimostrò interesse, ma erano imminenti leelezioni e non se ne fece nulla.Nell’ultima fase l’avevo un po’ persa di vista. La crisieconomica che cominciava a mordere i Comuni avevasubito toccato gli Archivi storici, ed anche un semplicecambio di amministrazione, come è successo a Vicovaro,bastava a far rimettere in discussione l’importanzadi questo servizio, segno evidente che il grandelavoro di Flavia era solo l’inizio di un radicamentoancora di là da venire.Chissà se questo le ha pesato, se le ha tolto un po’ divoglia di navigare ancora contro corrente. Oppure se èstato solo un destino sfortunato a portarla via da noi.Magari lei farebbe uno sguardo ironico a sentire unafrase fatta, però non riesco a non dirla: siamo tutti piùpoveri senza di lei.Ci mancherai, Flavia.Ho avuto l’immenso e il gradito piacere di conoscere e avere la vicinanza di Flavia durante il periodo incui ho ricoperto l’incarico di Assessore alla Cultura del Comune di Vicovaro, nella passata amministrazioneThomas. In questo periodo abbiamo lavorato, con convinzione, e creduto con altrettanto convincimento,che il centro culturale di ogni popolo fosse la biblioteca comunale e l’archivio storico; ed in questoabbiamo investito. Abbiamo creduto e investito soprattutto nella figura di una donna capace e diriconosciuta e qualificata cultura quale è stata Flavia. L’affetto che da subito ci ha legato, è nato dallanostra stessa visione di idea culturale: avvicinare e sostenere con adeguati mezzi strutturali ed educativi,i tanti utenti che di giorno in giorno frequentavano la biblioteca comunale e l’archivio storico. Numerosesono state le iniziative organizzate grazie al suo sostegno, come pure tante le proposte di oculate sceltelibrarie da lei fatte e offerte alla cittadinanza. In tutto questo, Flavia ha saputo individuare i bisogniculturali dei nostri utenti, guidandoli con mano sicura e attenta, verso le tante richieste. Ha saputo farescelte oculate e aggiornate, come aggiornata è sempre stata la sua preparazione culturale di cui i maggioribeneficiari sono stati i ragazzi che hanno frequentato la biblioteca comunale e l’archivio storico.Ciò che mi rimane di lei è il pensiero di aver conosciuto una persona di estremo valore e di notevole sensibilitàche ha saputo lasciare un segno importante nella storia della cultura della biblioteca e dell’archiviostorico di Vicovaro.Virginio CocciaIl gruppo di viaggiatori qui fotografatiad Innsbruck fanno partedelle 51 persone che hanno presoparte alla suggestiva gita organizzatadalla Pro-Loco ai Mercatininatalizi del Trentino e dell’Austria.Ricordiamo che i prossimi appuntamentisono per l’8 gennaio 2012a Greccio per assistere alla rappresentazionedel primo presepecosì come lo fece nel 1223 SanFrancesco, all’aperto (si raccomandadi coprirsi bene, portandoanche un pleid), nella cornice delSantuario Francescano.Ci sarà anche una visita guidatadi Rieti ed una sosta a PoggioBustone per ricordare insiemeLucio Battisti sotto la statua erettain suo onore nei “Giardini dimarzo”.LaPiazza

32 RicordiDicembre 2011RICORDO DI FLAVIA DE BELLISdi Ivano MoreschiniIl mese scorso Flavia De Bellis è morta all’età di 55anni. Aveva scoperto forse tardi di essere stata colpitada una grave malattia, e nell’arco di pochi mesi labreve battaglia che aveva ingaggiato contro di essa èstata purtroppo persa. <strong>La</strong> morte improvvisa di una personache abbiamo conosciuto, che ha attraversato lanostra vita ci spiazza sempre. Non sappiamo come reagire,cosa fare, ci sentiamo chiamati in causa. Ci sentiamoin dovere di ricordare e nello stesso tempo cisembra di dire troppo. E poi ci sono tante immaginiche quella persona ha lasciato, diverse in ognuno dinoi, e pensiamo che la nostra possa essere solo parziale,inesatta. Allora forse l’unica chiave che si puòusare, almeno in prima battuta, è il ricordo personale,il nostro unico (anche se forse saltuario, marginale) edormai perduto rapporto con lei.Ho frequentato Flavia in diverse fasi della mia vita.Una frequentazione sempre molto cortese, leggera,come era nelle corde del suo carattere brillante ed unpo’ malinconico. Una donna sempre appassionata perqualche ricerca, qualche studio, qualche brandello distoria o di bellezza che inseguiva. Sempre con quel suomodo di stare in disparte, ad ascoltare attenta, comeper non voler dare fastidio, salvo poi farti capire conpoche battute molto acute che aveva colto l’essenzadella discussione, o che magari la trovava un po’ banale.Il primo periodo di frequentazione è stata la redazionedi Tam Tam, dove lei partecipava, stimolava,scriveva. Magari poco, per quella sua smania di perfezioneche la portava ad essere molto controllata, moltocritica e severa con se stessa. Ed erano sempre degliinterventi approfonditi, direi quasi distillati goccia agoccia. In quegli anni novanta poi partecipa al progettoper la catalogazione dell’Archivio storico di <strong>Castel</strong><strong>Madama</strong>, ed è ovviamente un asse portante di quelriordino. Quella per me è la seconda fase della conoscenzadi Flavia, visto che in quegli anni facevo l’amministratore,ed ero incuriosito dalla ricostruzione dell’Archivio,anche se mi occupavo di altro. Mi ricordodi quel periodo il suo entusiasmo per quei documenti,la sua maniera di vederli e farli vedere vivi e parlanti,un grande lavoro che poi sfociò anche in una mostrache si tenne nell’attuale sede dell’Università Agraria,che mi colpì per i verbali dei Consigli Comunali (ocome allora si chiamavano) del settecento e dell’ottocento,con tutti quei cognomi che in gran parte ancoragovernano il paese.Dopo qualche anno ci siamo di nuovo incrociati aVicovaro, dove io ero andato a lavorare e lei a vivere.Aveva degli incarichi saltuari nella Biblioteca Comunale,ed anche lì c’era un Archivio Storico da gestire,come in quasi tutti i comuni della zona. Ebbe un incarico,e fece subito una mostra che insieme ci divertimmoa fotografare, ed ancora adesso è facilmente reperibilesul sito ufficiale di quel Comune. Fu un momentodi fervore per gli archivi della zona, con lei protagonista.Si fece un accordo tra <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> e Vicovaroper una gestione associata dei due archivi, lei curòdelle pubblicazioni, delle mostre, delle presentazionidi varie iniziative. Soprattutto riusciva a far viverequelle carte, secondo quello che lei stessa scrivevanella presentazione del primo numero dei Quadernidell’Archivio storico Comunale, nel settembre 2007:“…l’intento del servizio è sempre stato quello diconiugare la qualità e la correttezza dell’informazionecon la massima accessibilità ad essa da parte di un pubblicovasto e composito, non necessariamente formatoda specialisti.”. Quindi la storia come cosa viva, noncome polverosa serie di carte per discutere tra i solitiaddetti ai lavori.È sempre di quel periodo la sua collaborazione con ilnostro giornale, ed anche il suo contributo fattivo ecome sempre appassionato alla ricerca del Prof. Ciottisu Garibaldi in Val d’Aniene. E di sicuro anche lei erastupita come tutti noi dal grande successo di quella ini-<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>

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